Superbonus 110% e cessione del credito multipla: presto una soluzione!
In Commissione Finanze alla Camera il deputato Villarosa chiede al Governo quali iniziative ha intenzione portare avanti per evitare che il blocco delle cessioni
Trovare una soluzione rapida e riattivare nel minor tempo possibile il meccanismo di cessione del credito multipla previsto dall'articolo 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) e recentemente modificato (limitato) dal Decreto Legge n. 4/2022 (Decreto Sostegni-ter).
Superbonus 110% e cessione del credito: l'interrogazione in Commissione Finanze
È questa la richiesta che arriva in Commissione Finanze alla Camera dei deputati da Alessio Villarosa che, dopo aver snocciolato le ultime statistiche relative all'utilizzo delle detrazioni fiscali del 110% (superbonus), ha rilevato come il limite imposto alla cessione del credito dal Sostegni-ter abbia comportato il blocco del lavori con conseguenze gravi per le imprese del settore.
L'interrogazione riporta le dichiarazioni del presidente di Sicindustria, Gregory Bongiorno all'Ansa: "La limitazione alla cessione del credito d'imposta ad una sola volta “determina” conseguenze disastrose per un settore che, dopo anni di crisi profonda, aveva finalmente ripreso fiato. “Infatti” le cessioni del credito d'imposta potranno essere effettuate unicamente da banche di grandi dimensioni con capienza fiscale adeguata, venendosi così a creare una pericolosa concentrazione del mercato con un inevitabile allungamento dei tempi di istruttoria e di erogazione, se non addirittura un aumento del costi delle operazioni di cessione".
Il blocco di Cassa Depositi e Prestiti e di Poste italiane
Il deputato Villarosa ha sottolineato che a seguito delle limitazioni previste dal Sostegni-ter sono già moltissime le imprese italiane che hanno subito rallentamenti, ritardi o blocchi nelle liquidazioni dei crediti vantati dovuti principalmente all'incertezza normativa degli intermediari finanziari, come ad esempio Poste Italiane S.p.a., che ha bloccato inspiegabilmente la liquidazione di crediti vantati dalle imprese per diversi mesi, o come Cassa depositi e prestiti che pare avrebbe deciso di non effettuare più operazioni di cessione, mettendone così in serio pericolo la stabilità finanziaria delle aziende.
Per questo motivo si chiede quali iniziative intenda adottare il Governo per evitare il blocco della cessione del credito d'imposta che comporterebbe il fallimento di numerose imprese.
La risposte del Governo
Ha risposto all'interrogazione il sottosegretario Federico Freni che, sentiti i competenti Uffici dell'Amministrazione finanziaria, ha rilevato che l'art. 28, comma 1 del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 (cosiddetto decreto «Sostegni-ter»), ha modificato l'articolo 121, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, rubricato «Opzione per la cessione o per lo sconto in luogo delle detrazioni fiscali», disponendo che i soggetti che sostengono, negli anni 2020, 2021, 2022, 2023 e 2024, spese per gli interventi edilizi agevolati elencati al comma 2 del medesimo articolo 121 possono optare, in luogo dell'utilizzo diretto della detrazione spettante, alternativamente:
a) per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino ad un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da questi ultimi recuperato sotto forma di credito di imposta, di importo pari alla detrazione spettante, cedibile dai medesimi ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione;
b) per la cessione di un credito d'imposta di pari ammontare ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione.
L'articolo 28 del suddetto decreto-legge n. 4 del 2022 ha modificato altresì in maniera analoga l'articolo 122, comma 1, del decreto-legge n. 34 del 2020, rendendo possibili le cessioni dei crediti di imposta ivi previsti una volta soltanto e non più in un numero illimitato di volte.
In definitiva, viene eliminata la possibilità di «cessioni a catena» consentendosi esclusivamente le cessioni di crediti effettuate «direttamente» dal beneficiario che ha maturato il diritto alla corrispondente detrazione sostenendo le spese agevolate e le cessioni di crediti effettuate dal fornitore che ha maturato il credito di imposta a fronte dello sconto sul corrispettivo applicato al proprio cliente per gli acquisti di beni e servizi agevolati.
Infine, il terzo e ultimo comma del citato articolo 28 ha introdotto una declaratoria di nullità per tutti i contratti di cessione conclusi in violazione della nuova disciplina.
Dal Sostegni-ter nuove misure antifrode
Il sottosegretario conferma che le nuove limitazioni alle cessioni del credito si inseriscono nel solco delle previsioni del Decreto-Legge 11 novembre 2021, n. 157 in materia di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche (Decreto antifrode) e che interviene inibendo ai cessionari dei crediti di cui agli articoli 121 e 122 del decreto-legge n. 34 del 2020 di cedere a loro volta i medesimi crediti, ponendo in essere, pertanto, una catena di cessioni che – come riscontrato ad esito dell'esperienza operativa maturata dall'Amministrazione finanziaria – mira a dissimulare l'origine effettiva dei crediti, invero inesistenti, con l'intento di giungere alla monetizzazione degli stessi ed alla successiva distrazione della provvista finanziaria ottenuta.
Confermata anche la quantità di frodi fiscali finora rilevate dall'amministrazione finanziaria. Si parla di circa 2 miliari di euro già bloccati a cui si prevede se ne aggiungano altri 2 che sui quasi 40 miliardi di detrazioni fiscali rappresenterebbero quasi il 10% del complessivo.
Per questo motivo il legislatore è quindi intervenuto prima con il Decreto antifrode e successivamente con il Sostegni-ter, al fine di interrompere il perpetrarsi delle frodi più rilevanti, di salvaguardare gli ingenti interessi erariali in gioco, evitando al contempo che il denaro pubblico erogato sia distratto dagli autori degli illeciti per finalità di riciclaggio, nonché di garantire, in ultima istanza, il corretto esercizio delle facoltà che il Decreto Rilancio ha riconosciuto ai contribuenti beneficiari delle agevolazioni fiscali in esame.
Il sottosegretario conferma che alla luce delle evoluzioni normative citate e delle disposizioni introdotte dal decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, Cassa Depositi e Prestiti ha ritenuto necessario sospendere transitoriamente la sua operatività in attesa degli opportuni approfondimenti tecnici e dei necessari adeguamenti operativi.
Nessuna soluzione in question time anche se si aspetta un Decreto Legge in discussione al prossimo Consiglio dei Ministri.