Superbonus 110% e bonus edilizi: le reazioni alla norma sul CCNL
Richiesto un incontro urgente con il Governo per la modifica dell'art. 4 del Decreto Legge n. 13/2022
Con una lettera congiunta, diverse sigle appartenenti al settore dell’edilizia e delle costruzioni - comprendenti Confimi Industria Edilizia, Federcepicostruzioni, FederTerziario e FINCO - hanno inviato richiesta al Presidente del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato, nonché ai Ministri della Giustizia, della Transizione Ecologica e dell’Economia e Finanze, al Presidente del Consiglio di Stato, al Presidente dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato e al Presidente di ANAC, per l'organizzazione di un incontro urgente sul Decreto Legge n. 13/2022.
Applicazione CCNL e sicurezza cantieri: la lettera al Governo
Il riferimento è in particolare all’art 4 del provvedimento in oggetto (Disposizioni in materia di benefici normativi e contributivi e applicazione dei contratti collettivi e per il miglioramento dei livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro) che subordina la concessione di agevolazioni derivanti da risorse pubbliche, come il Superbonus, all’applicazione di fatto, secondo i richiedenti, di un unico Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Ciò si tradurrebbe in un’indebita limitazione della libertà sindacale e contrattuale prevista dall’articolo 39 e 41 della Costituzione, senza che le misure possano risolvere il problema dei cosiddetti “contratti pirata”: la lotta contro gli infortuni sul lavoro e le gestioni opache in cantiere, necessita di provvedimenti, che colgano il vero nodo che è costituito dalla qualificazione delle imprese (e, nelle opere pubbliche, delle Stazioni Appaltanti).
Nella lettera si parla di “assoluta schizofrenia per quanto riguarda la prevenzione sia della sinistrosità che del malaffare”: da un lato infatti si richiede l’applicazione del “Contratto Unico”, che nel settore pubblico si è tradotta addirittura nell’affidamento alle Stazioni appaltanti la scelta del Contratto Collettivo di Lavoro da applicare da parte delle imprese esecutrici dei lavori in ambito PNRR; dall’altro, si consente che una stessa impresa possa aggiudicarsi un appalto e poi subappaltarne l’esecuzione al 100 per cento, senza neanche curarsi più di rispettare il massimo ribasso del 20% tra appalto e subappalto.
Le critiche al "Contratto Unico"
Secondo le sigle, si tratta di una logica grave ed inaccettabile, decisa peraltro ascoltando solo le parti sociali direttamente interessate al “Contratto Unico”, considerato che al servizio di tale impostazione normativa e, quindi, a supporto del Contratto unico viene posta l’attività, sempre finanziata da pubblici fondi, di Agenzia delle Entrate, INPS, Ispettorato del Lavoro, Carabinieri e Casse Edili stesse, queste ultime al medesimo tempo controllori e percipienti dei contributi.