Riforma dei Contratti Pubblici, FINCO: direzione gravemente sbagliata
In audizione in VIII Commissione alla Camera nell'ambito dell'esame del disegno di legge delega al Governo in materia di contratti pubblici, FINCO evidenzia qualche aspetto positivo ma anche una direzione gravemente sbagliata della delega
È nel vivo il processo di definizione del disegno di legge delega al Governo in materia di contratti pubblici che ha lo scopo di riformare il Decreto Legislativo n. 50/2016 (Codice dei contratti pubblici).
Le audizioni alla Camera
Il 14 aprile 2022 è stato il turno di FINCO, la Federazione delle Industrie dei Prodotti, degli Impianti, dei Servizi e delle Opere Specialistiche per le Costruzioni e le Manutenzioni Edili e Stradali, ascoltato in audizione in VIII Commissione Ambiente della Camera dei Deputati nell'ambito dell'esame della Delega al Governo in materia di Contratti Pubblici.
Un'audizione servita per far il punto della situazione ed evidenziare sia gli aspetti positivi del disegno di legge che quelli negativi che potrebbero far deviare la direzione del provvedimento di riforma.
Gli aspetti positivi
FINCO valuta positivamente:
- la divisione in lotti degli Appalti;
- i CAM differenziati per tipologia ed importo appalti ed un congruo tempo di transizione per la loro applicazione;
- il riferimento all’adeguata attrezzatura tecnica e dell’organico per la qualificazione delle imprese, nonché le concessioni ed affidamenti a terzi con procedura ad evidenza pubblica.
Gli aspetti negativi
A fronte di questi aspetti positivi, ce ne sarebbero però altri decisamente negativi e dal peso tale da far sbilanciare sfavorevolmente l’intero percorso. FINCO evidenzia:
- la tematica del limite quali/quantitativo al subappalto, per il quale chiede una nuova disciplina anche differenziata per lavorazioni SIOS e sottosoglia;
- la scelta di fatto di un unico Contratto per i lavori, senza valorizzare anche CCNL settoriali specifici;
- l’eliminazione del ribasso del 20% tra appalto e subappalto senza che sia stato sostituito da una adeguata remunerazione;
- l’assenza per le lavorazioni specialistiche e superspecialistiche (OS e SIOS) di una qualificazione specifica;
- l’ancora non chiarissimo meccanismo che presiede al Pagamento diretto in particolare per subappaltatori, cottimisti, prestatori di servizi, fornitori di beni e lavori, fornitori con posa in opera, noleggianti a caldo, mandanti di raggruppamenti temporanei, subappaltatori dei soci di consorzi;
- la mancanza di obbligo di scorporo per SIOS sopra il 10%;
- la permanenza del settore dei Beni Cultuali, che dovrebbero avere una regolamentazione ad hoc, nell’ambito del Codice.
Le conclusioni di FINCO
"Con queste premesse - rileva FINCO - diviene ancor più urgente la previsione di un Contratto di Subappalto Tipo che regoli il rapporto tra appaltatore e subappaltatore, evitando che il primo riversi sul secondo oneri maggiori rispetto a quelli che lui stesso ha verso la stazione appaltante".
Concludendo, FINCO auspica che "vi sia quanto prima un'adeguata Consultazione di portatori di interesse anche nell’ambito del Dicastero competente, il MIMS, ed in questo senso ha sollecitato il Ministro Giovannini, oltre che presso il Consiglio di Stato se dovesse essere l’Organo deputato ad elaborare il nuovo o i nuovi Codici, come sembra".