Crisi di governo, le previsioni sull'economia italiana
Secondo l’agenzia di rating Fitch, la crisi e lo spettro delle elezioni anticipate renderanno più difficili le riforme strutturali e il risanamento del bilancio
Preoccupa anche da un punto di vista internazionale la crisi di governo scatenata in fase di conversione in legge del Decreto Aiuti, ma che di fatto serpeggia già da un po’ di tempo tra Palazzo Chigi e gli scranni del Parlamento.
Crisi di governo e conseguenze sull'economia italiana: l'analisi di Fitch Ratings
Ne parla l'agenzia di rating Fitch in una recentissima analisi, affermando che le dimissioni di Draghi, confermate o no, preannunciano una maggiore instabilità politica italiana, anche evitando le elezioni anticipate. Se le politiche economiche a breve termine dipendono infatti dall’esito della crisi di governo, le riforme strutturali e il risanamento di bilancio sono destinati a diventare comunque più impegnativi, guardando a ciò che accadrà sul lungo termine con il voto.
Il quadro politico
La ricorda brevemente il contesto entro cui è maturata la crisi: il premier Mario Draghi ha rassegnato le dimissioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo che il Movimento Cinque Stelle (M5S) si è astenuto in fase di votazione durante la conversione in legge del DL Aiuti, ultimo segnale del disaccordo del partito rispetto alla politica del governo. A giugno, a tenere alta la tensione era stato l’invio di armi aggiuntive in Ucraina, che ha spinto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a formare il partito “Insieme per il Futuro”, di circa 60 tra senatori e deputati confluiti dal M5S e che hanno promesso un sostegno continuo al governo Draghi.
Il quadro al momento è nebuloso. Dopo che Mattarella ha respinto le dimissioni, Draghi dovrà affrontare il 20 luglio il voto di fiducia parlamentare per stabilire se c'è ancora una valida maggioranza disposta a sostenere il suo governo. Se fosse così, Mattarella probabilmente chiederà un Draghi-bis, anche se il premier ha fatto presente che, pur riconoscendo la difficoltà a respingere il mandato del presidente, non è disposto a guidare un governo con una diversa composizione.
Elezioni anticipate e il ruolo dei partiti
Secondo le previsioni a lungo termine di Fitch, le divisioni tra i partiti della coalizione che sostengono il governo di unità nazionale, entrato in carica nel febbraio 2021, si amplieranno con l'avvicinarsi delle prossime elezioni generali previste entro il 1 giugno 2023, indebolendo potenzialmente l’agenda del governo.
A parte Fratelli d'Italia, che è l'unico grande partito formalmente all'opposizione, Fitch ritiene che pochi partiti possano trarre vantaggio da eventuali elezioni anticipate. Per altro, non è ancora chiaro se la Lega di destra continuerà a sostenere il governo, dato che diverse affermazioni indicano opinioni divergenti all'interno del partito. Se Matteo Salvini ha affermato che le elezioni anticipate sarebbero preferibili a prolungati dibattiti politici,l'avvio della campagna potrebbe costare al partito il sostegno della comunità imprenditoriale del nord Italia.
E se Draghi si dimette?
Fitch ha anche rappresentato il quadro con Draghi dimissionario o senza maggioranza. In questo caso, due sono le ipotesi più plausibili:
- formazione di un nuovo governo con un mandato estremamente breve e limitato, con l’obiettivo di approvare la prossima legge di bilancio, fino ad arrivare alle elezioni del 2023;
- Mattarella potrebbe sciogliere il Parlamento, aprendo la strada alle elezioni che si terranno questo autunno.
In ogni caso, secondo Fitch l'Italia è destinata ad entrare in un periodo politicamente incerto dopo quasi 18 mesi di relativa stabilità e l’attuazione di alcune riforme. E questo anche qualora Draghi rimanga premier: in previsione delle elezioni, i partiti cercheranno sempre maggiore visibilità su temi caldi, amplificando le tensioni esistenti ed eserciteranno pressioni per un maggiore allentamento fiscale nella prossima legge di bilancio.
Nell’ipotesi di elezioni anticipate, i tempi per l’approvazione della legge di bilancio sarebbero veramente stretti; inoltre risulterebbe più difficile per l'Italia raggiungere le milestones previste per la prossima erogazione di fondi NextGenerationEU (NGEU) a dicembre e, ancora si rischierebbe di indebolire la capacità delle autorità di dispiegare i fondi già ricevuti.
Le previsioni su PIL e deficit
Dal punto di vista strettamente economico, Fitch prevede per il 2022 un deficit maggiore rispetto al governo (5,9% del PIL contro 5,6%) sulla base dei maggiori costi energetici e di una maggiore spesa per interessi sulle obbligazioni legate all'inflazione. Inoltre, per il 2023 si attende una modesta riduzione del deficit al 4,5% del PIL (il governo prevede il 3,9%), riflettendo in parte le pressioni fiscali pre-elettorali.
Confermato infine il rating "BBB" con outlook stabile comunicato lo scorso 27 maggio. La prossima revisione è prevista per il 18 novembre 2022.