Nuovo Codice dei Contratti: consegnato il testo
Il Consiglio di Stato ha consegnato lo schema di decreto legislativo al Governo. Si attende ora il nuovo esecutivo per proseguire i lavori in vista del 31 marzo 2023
Anche se la bozza non è ancora ufficialmente disponibile, lo scorso 20 ottobre - come previsto dalla road map dei lavori - lo schema del Decreto Legislativo contenente il nuovo Codice dei Contratti Pubblici è stato consegnato al Governo dalla commissione del Consiglio di Stato.
Nuovo Codice dei Contratti: attesa sulle decisioni del nuovo Governo
Un testo che attualmente rimarrà in stand by, almeno fino all’insediamento del nuovo esecutivo e la cui sorte dipenderà anche dalle decisioni che verranno prese dal nuovo Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. In tanti si chiedono se l’impianto deciso dai tecnici ed esperti giuristi rimarrà tale o sarà totalmente da rifare, fermo restando che le scadenze sono molto serrate e che, secondo gli obiettivi previsti dal PNRR, il nuovo testo ufficiale dovrà essere consegnato entro il 31 marzo 2023.
Per rispettare i tempi, l’iter deve iniziare non più tardi di dicembre considerati i tanti passaggi previsti, fino alla firma del Presidente della Repubblica e alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Proprio sulla necessità di accelerare il passo ha espresso il suo parere la deputata Erica Mazzetti, relatrice di maggioranza sulla legge delega: ”I lavori del Pnrr non possono aspettare, per questo bisogna approvare quanto prima l'atteso nuovo codice degli appalti, un codice finalmente pensato per agevolare il lavoro e le imprese”.
L'obiettivo della semplificazione
Mazzetti rimarca anche come l’obiettivo della semplificazione,
indicato come prioritario dal Parlamento, sia stato recepito.
“In questi mesi – sottolinea la deputata - ho
mantenuto un'interlocuzione proficua con il Consiglio di Stato e il
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che hanno lavorato per
consegnare lo schema del nuovo codice oggi al presidente Draghi, il
quale lo passerà alla presidente Meloni. Sicuramente – spiega
ancora – troveremo il modo migliore per concludere l'iter
parlamentare entro marzo come da legge".
Velocità e semplificazione, appunto: per Mazzetti, occorre passare
“dal codice appalti a un vero e proprio manuale del costruttore
con poche norme chiare, definite e non interpretabili, che facciano
lavorare gli addetti ai lavori del settore edile e non gli avvocati
e magistrati come sta succedendo dall'approvazione del D.Lgs. n.
50/2016”
E conclude: “occorrono più garanzie per le aggiudicazioni e, soprattutto, meno fasi progettuali e un potenziamento del silenzio assenso, nonché flessibilità nel partenariato pubblico-privato e, non dimentichiamolo, un adeguato dei prezzi automatico che segua le variazioni di mercato".
Sulla semplificazione ci sono tanti alte figure che salutano con entusiasmo questo principio che sembra aver guidato la redazione della bozza. Il prof. Luigi Marattin, Presidente della Commissione Finanze della Camera scrive “Chi ha familiarità con le leggi sa che ci sono locuzioni molto frequenti, una delle quali è “nei casi in cui”. In questo provvedimento, invece, si scriverà semplicemente “quando”. Che è la stessa cosa, ma meno burocratico. È un piccolissimo muro che cade: quello di chi credeva che una legge è tanto migliore quanto più non si capisce nulla quando la si legge. Ed è significativo che a far cadere questo minuscolo muro (tra i tantissimi che ce ne sono) sia stato proprio il Consiglio di Stato. Per il resto, non ci rimane che sperare che non sia l’unica vera semplificazione!”
La bozza ufficiale non è ancora disponibile, ma da più parti arrivano delle anticipazioni, tra cui la suddivisione in 6 libri e il fatto che il nuovo Codice degli Appalti sia autoapplicativo, senza bisogno di provvedimenti di attuazione. Inoltre si parla di un documento in cui la prima parte è dedicata ai principi generali, senza che le norme scendano in dettagli troppo minuziosi, che dovranno orientare i soggetti nell’applicazione delle disposizioni.