Superbonus e DL Aiuti quater, OICE chiede certezze per i tecnici
Non solo lo sblocco dei crediti: l'Associazione evidenzia la necessità di prevedere ristori e garanzie a fronte di interventi non ultimati a causa delle scadenze troppo serrate
Nell’ambito delle audizioni in Commissione Bilancio al Senato relative al DDL di conversione del D.L. n. 176/2022, ha sicuramente avuto un peso importante l’intervento di OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria.
Conversione Decreto Aiuti Quater: l'intervento di OICE in Senato
Al centro dell’intervento naturalmente l’art. 9 del Decreto Aiuti Quater, quello che contiene le “famigerate” modifiche al Superbonus e l’introduzione di una nuova rateizzazione per la cessione dei crediti fiscali.
Sul punto, il presidente Giorgio Lupoi ha espresso apprezzamento sull’intervento del Governo con misure, certamente migliorabili, a favore di imprese e cittadini, facendo però presente, allo stesso tempo come occorra intervenire con determinazione sulle disposizioni dettate dall'articolo 9. “La situazione in cui versano le società di ingegneria e architettura, gli studi e i professionisti è assolutamente drammatica. Sia noi sia le imprese abbiamo assoluto bisogno di un intervento che sblocchi immediatamente la cessione dei crediti fiscali per tutti i cantieri già avviati e che siano assicurate le medesime condizioni per i cantieri che si apriranno a valle delle progettazioni di cui alle nuove CilaS che siamo stato costretti a presentare in fretta e furia entro lo scorso 25 novembre”.
Superbonus, Cilas e chiusura lavori: quali garanzie per i tecnici?
Una questione su cui è intervenuto anche il direttore generale di OICE, Andrea Mascolini, con parole anche forti, definendo la disciplina del superbonus come “Esempio lampante di non-certezza del diritto, che ha causato e causa ancora oggi gravi criticità agli operatori del settore”.
Oltre a ribadire la necessità di sbloccare i crediti ad oggi incagliati, Mascolini sottolinea l’esigenza di assicurare ai tecnici la certezza che gli interventi per i quali hanno lavorato e stanno lavorando vadano a buon fine e, nell’ipotesi che per le CilaS presentate in questi giorni non si arrivi alla realizzazione dei lavori entro fine 2023, che vi sia una qualche forma di ristoro a fronte dei tanti impegni presi, a partire, ad esempio, dai costi sostenuti per la stipula delle assicurazioni.