Piste ciclabili senza Fondi, i Comuni non ci stanno
La segnalazione di Anci: da nord a sud, tantissime amministrazioni chiedono un dietrofront del Governo sul definanziamento previsto del Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane
Le piste ciclabili come priorità per favorire la transizione ecologica. Un’esigenza rappresentata da numerose Amministrazioni, come dimostrano i tanti ordini del giorno, o mozioni urgenti, che molti Comuni stanno approvando per chiedere al Governo e al Parlamento l’immediato ripristino in legge di bilancio 2023 del Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane.
Reti ciclabili urbane: i Comuni contro la legge di bilancio 2023
Secondo quando previsto nel DDL di Bilancio 2023, i 94 milioni di euro destinati al Fondo per ciascuno degli anni 2023 e 2024 ai sensi dell’articolo 1, comma 47 della legge 160/2019 (legge di Bilancio 2020) sono stati eliminati.
Come segnala Anci, numerosi Comuni da nord a sud, tra cui Genova, Bologna, Milano, Napoli; Torino, Roma, Firenze, Bari, e ancora Reggio Emilia, Verona, Trieste, Rimini, Cremona, Ancona, Perugia, Pisa hanno richiesto l’attuazione del “Piano Generale della Mobilità Ciclistica 2022-2024” approvato il 23 agosto 2022 per raggiungere i target di aumento del 20% della quota modale di spostamenti in bicicletta.
Le reazioni al definanziamento non sono mancate. “In un periodo storico in cui le città sono impegnate a sostenere scelte che vanno nella direzione della transizione ecologica, reintegrare l’investimento sulla ciclabilità è un atto necessario ed importante”, è il commento dell’assessore alla Mobilità di Bologna, Valentina Orioli, che ha anche sottolineato come nel comune felsineo allo sviluppo della rete ciclabile sia corrisposto un incremento nell’uso della bicicletta, con valori che superano il 60% negli ultimi 10 anni. “Questa è una tendenza che va consolidata”.
Dello stesso avviso, l’assessore alla Pianificazione e gestione della Mobilità del Comune di Genova, Matteo Campora. “Da quando abbiamo iniziato la nostra azione amministrativa, abbiamo disegnato una rete ciclabile grazie alla quale si possono raggiungere praticamente le zone principali della città. La nostra è una città morfologicamente complessa che non incentiva l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti, ma nonostante questo sempre più genovesi, anche grazie al coinvolgimento delle associazioni e della cittadinanza con apposite campagne, stanno scegliendo questa modalità di trasporto”. E conclude evidenziando come questo processo virtuoso sia possibile grazie al ruolo cruciale svolto dalle istituzioni, a cui si richiede quindi un dietrofront sulla destinazione delle risorse.