Riforma Codice Contratti: poche tutele per i liberi professionisti
L’Audizione del CNI presso la Commissione Ambiente al Senato: testo ben congegnato, ma alcuni articoli creano seri problemi ai professionisti
In previsione della data (ancora confermata) del 31 marzo 2023 per l’entrata in vigore del nuovo testo, proseguono alacremente i lavori presso le Commissioni Parlamentari relativi allo schema di decreto legislativo per la riforma del Codice dei Contratti.
Riforma Codice dei Contratti: l'audizione del CNI
Nel corso delle audizioni che stanno coinvolgendo professionisti e addetti al settore, è stato ascoltato il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, rappresentato dal Consigliere Sandro Catta, intervenuto presso l’IVIII Commissione Ambiente del Senato, ambito che ha visto la partecipazione della Rete Professioni Tecniche proprio sul tema del Codice dei Contratti.
Se dal punto di vista normativo il testo è ben congegnato, a parere degli ingegneri alcuni articoli vanno rivisti perché portatori di problematiche serie per i liberi professionisti.
Catta (CNI): nel nuovo Codice criticità per i professionisti
Secondo Catta, il subappalto delle prestazioni dei professionisti tende a favorire le grandi imprese, soprattutto in relazione all’appalto integrato. “Il progettista si trasforma praticamente in un dipendente delle grandi società. Gli stessi requisiti molto restrittivi, che prendono in considerazione l’ultimo anno di fatturato, limitano notevolmente la platea dei liberi professionisti che possono accedere alle attività di progettazione”.
“Ancora una volta - conclude il Consigliere - si favoriscono le grandi imprese che dall’alto dei loro fatturati hanno la possibilità di acquisire le progettazioni per poi affidarle in subappalto ai professionisti".
Per il CNI questo impianto normativo si configura come una forte penalizzazione per la libera professione.