Terremoto in Turchia e Siria, l'appello dei professionisti: necessaria la prevenzione antisismica
Il sisma è l'occasione per ricordare l'importanza del Piano di prevenzione, dei bonus per la riqualificazione strutturale e della semplificazione nelle procedure edilizie
Se il terremoto devastante che ha colpito Turchia e Siria non può lasciare indifferenti dal punto di vista umano, questo tragico evento rappresenta ancora una volta l’occasione per i professionisti tecnici per lanciare un monito e un appello alle forze politiche in favore della prevenzione antisismica.
Rischio terremoto in Italia: necessaria maggiore prevenzione antisismica
In primis la Rete Professioni Tecniche: accanto alla piena solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e Siria, l’associazione fa notare come il Piano di prevenzione sismica nel nostro Paese non abbia fatto passi in avanti, soprattutto in un contesto estremamente fragile qual è l’Italia: "La catastrofe sismica che ha colpito nelle scorse ore Turchia e Siria, a causa della quale già si cominciano a contare migliaia di vittime, e le immagini della distruzione di interi edifici, alcuni anche di enorme interesse storico-culturale, ha bruscamente riportato in primo piano il tema della prevenzione antisismica delle costruzioni. Soprattutto nel nostro che è un Paese caratterizzato dalla estrema bellezza unita alla fragilità del proprio patrimonio storico, artistico e culturale, e purtroppo fortemente interessato dai terremoti”.
RPT ricorda che sono passati quasi 11 anni dalla presentazione per la prima volta di un completo Piano di prevenzione sismica, elaborato dalle professioni tecniche, nel corso Professional Day del 1 marzo 2012. Esso è stato aggiornato più volte, ha goduto dei contributi di numerose altre associazioni ed enti pubblici interessati, ed è stato migliorato con l’obiettivo di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano su un periodo medio-lungo. Ma ad oggi i risultati sono prossimi allo zero, per mancanza di una significativa ed efficace attenzione da parte delle istituzioni. Il risultato? Ancora oggi oltre 12 milioni di edifici in Italia restano a rischio sismico.
Il Sismabonus come opportunità per la riqualificazione strutturale
Una buona opportunità è rappresentata dai bonus edilizi (Sismabonus con diverse percentuali di detrazione), che mettono a disposizione importanti incentivi ma, come sottolinea la RPT, i tempi brevi concessi, le incertezze normative, le problematiche sui temi urbanistici ed edilizi, le difficoltà di intervento nei condomini, i rischi di interruzione dell’incentivo hanno creato molte difficoltà nell’applicazione concreta ed efficace. E richiama i dati dell’Agenzia delle Entrate: i bonus sismici hanno fatto registrare importi pari ad appena un decimo rispetto a quelli del Superbonus 110%, segno che la messa in sicurezza del patrimonio edilizio procede con estrema lentezza, anche a causa della mancata semplificazione delle procedure.
Dello stesso avviso è il Consiglio Nazionale Ingegneri: “In Italia c’è poca cultura della prevenzione. Basti pensare che il primo Piano di prevenzione sismica fu presentato oltre dieci anni fa e da allora non abbiamo registrato passi avanti soddisfacenti. Anche i recenti strumenti legati ai bonus edilizi, che avrebbero potuto dare un impulso alla messa in sicurezza dei nostri edifici a rischio, non hanno avuto l’effetto sperato. Il ricorso al sisma bonus, infatti, è risultato residuale rispetto all’eco bonus, soprattutto a causa della complessità delle procedure e all’incertezza sulle tempistiche”, conferma il presidente Angelo Domenico Perrini.
Le semplificazioni in ambito edilizio
Nessun passo avanti si registra nemmeno per l’istituzione del Fascicolo del Fabbricato, altro punto importante nel Piano di Prevenzione sismica: si tratta di uno strumento che, spiegano i professionisti, consentirebbe di avere informazioni sulla storia tecnica, la manutenzione, la classificazione energetica e sismica degli immobili. Esso determinerebbe, con la conoscenza diffusa dello stato di sicurezza sismica degli edifici, di rendere conveniente gli interventi di prevenzione in quanto ne determinerebbe un elemento importantissimo di valutazione. Il paragone con la certificazione energetica è d’obbligo: “non si comprende perché nelle compravendite di unità immobiliari sia obbligatoria la certificazione energetica, e non si pensi che sia maggiormente necessaria la classificazione sismica”.
Altrettanto indispensabili per RPT sono la semplificazione e la chiarificazione delle procedure in edilizia, definendone anche gli aspetti di conformità degli edifici, contenute in una proposta di modifica del Testo Unico dell’Edilizia, cui la rete professioni tecniche ha collaborato nella apposita commissione del Ministero delle Infrastrutture, che lo ha approvato nel 2020 e che darebbe una forte svolta nella possibilità di eseguire gli interventi necessari. Allo stesso tempo, va prevista la semplificazione per gli interventi di miglioramento sismico nei fabbricati in condominio.
“È assolutamente indispensabile che si rendano “strutturali” i bonus edilizi – afferma Armando Zambrano, Coordinatore della RPT -, prevedendo tempi sufficienti per un sostanziale adeguamento del patrimonio edilizio della nostra Nazione, con modalità sostenibili, come riportate nelle proposte della RPT, ma che contestualmente si adottino le altre misure previste dal Piano di Prevenzione Sismico elaborato”. L’auspicio è su un maggiore impegno sul tema da parte delle forze politiche e che, almeno per quanto riguarda il tema dei bonus sismici, si possa arrivare alla programmazione di un loro utilizzo in un periodo ragionevolmente lungo, “per consentire al maggior numero di cittadini, soprattutto a quelli residenti nelle zone a rischio, di vivere in abitazioni sicure”.
Anche Perrini è dello stesso parere: “Questi ultimi avvenimenti in Turchia e Siria dimostrano, ancora una volta, che non è più rinviabile l’adozione di un Piano di prevenzione sismica. Il sisma bonus, inoltre, va applicato con costanza in un periodo ragionevolmente lungo, intervenendo nella direzione della semplificazione. Queste iniziative non sono più rinviabili. Numerosi rapporti del nostro Centro Studi hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, che i costi economici della prevenzione sono certamente inferiori a quelli delle varie ricostruzioni. Senza contare che la prevenzione consente di salvare migliaia e migliaia di vite umane, risparmiando alle famiglie e al Paese intero insopportabili lutti”.