Blocco della cessione del credito: impatto devastante sui professionisti
Il divieto a sconto in fattura e cessione del credito bloccherà il lavoro di tutti i professionisti impegnati nella progettazione tecnica degli interventi di superbonus
C'è un mantra che il comparto delle costruzioni ripete da anni: i tempi dell'edilizia non sono compatibili con i Decreti Legge. Ne abbiamo avuto prova con il Decreto Legge 18 novembre 2022, n. 176 (Decreto Aiuti-quater) e ne stiamo avendo conferma con il nuovo Decreto-Legge 16 febbraio 2023, n. 11 (Decreto Cessioni).
Decreto cessioni: gli effetti sulla progettazione
Un nuovo provvedimento d'urgenza che entra a gamba tesa sul meccanismo di cessione dei crediti di cui all'art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) e su tutte le altre forme di sconto in fattura presenti nel Decreto Legge n. 63/2013, ponendo il divieto di utilizzo delle opzioni alternative per tutti gli interventi successivi al 16 febbraio 2023.
Come detto in premessa, però, i tempi dell'edilizia non sono quelli dei Decreti Legge. Con la conseguenza che tutti i possibili interventi per i quali le CILAS o altro titolo non siano stati presentati entro il 16 febbraio 2023, ma sui quali erano chiaramente in corso discussioni e attività di progettazione, non potendo più contare sulle possibilità offerte dalla cessione del credito o dallo sconto in fattura, dovranno essere necessariamente ridimensionati se non completamente stoppati.
Una grave perdita che toccherà principalmente il comparto della progettazione e l'attività di tutti i professionisti coinvolti. Senza contare, naturalmente, gli investimenti di tutti gli imprenditori impegnati nell'esecuzione dei lavori che dopo aver acquistato capannoni, macchinari e aver assunto personale, dovranno necessariamente ridimensionare (se possibile) la loro attività.
Doccia fredda per i professionisti
Lo confermano le parole del Presidente di Fondazione Inarcassa, Franco Fietta, che ha affermato "Il c.d. DL Cessione credito ha dato un colpo definitivo ai bonus edilizi, lasciando con il cerino in mano molti liberi professionisti. L’ottovolante delle norme che hanno accompagnato il Superbonus 110% chiude i battenti. A rischio gli interventi di adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili".
Secondo il Presidente Fietta "Dal Consiglio dei ministri è arrivata una vera e propria doccia fredda per migliaia di cittadini, imprese e professionisti impegnati nella progettazione tecnica. Pur comprendendo le preoccupazioni del Governo in merito ai costi complessivi dell’agevolazione fiscale, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto-legge approvato ieri si annuncia di fatto la fine della stagione del superbonus e dei bonus edilizi. Chi tra i tecnici stava operando nella progettazione resta con lavori eseguiti che difficilmente riuscirà a farsi compensare, inoltre si bloccano gli interventi già programmati di riduzione del rischio sismico ed efficientamento energetico. Sono interventi necessari e fondamentali per mettere in sicurezza il parco edilizio del Paese. Senza dimenticare che l’Europa, che lavora ad una direttiva in materia di efficienza energetica nell’edilizia, ci sta chiedendo uno sforzo ulteriore per ridurre i consumi energetici negli edifici esistenti".
Stop alla cessione o a tutti i bonus edilizi?
"Dispiace dover contraddire il ministro dell’economia Giorgetti - prosegue Fietta - che in conferenza stampa ha precisato che l’oggetto dell’intervento non è il bonus, bensì la cessione del relativo credito. Il meccanismo della cessione del credito e lo sconto in fattura, invece, si sono rivelati due elementi centrali e fondamentali per dare avvio alle pratiche di superbonus e dei bonus edilizi. In assenza di questi due strumenti, difficilmente le assemblee condominiali potranno deliberare gli adeguati interventi. La cessione del credito, in particolare, ha consentito a tanti cittadini, a prescindere dalla fascia di reddito, di poter valorizzare la propria abitazione e, allo stesso tempo, renderla più sicura sotto l’aspetto energetico e del rischio sismico. Inoltre, la misura introdotta dal governo non sembra aver sciolto il nodo dei crediti incagliati. Lo sforzo per limitare la responsabilità di chi acquista i crediti fiscali non risolve ancora il problema dell’assenza di soggetti che abbiano ancora disponibilità nei propri cassetti fiscali. Il divieto di acquisti per le pubbliche amministrazioni, sotto questo profilo, riduce ulteriormente la platea dei potenziali acquirenti".
Rendere strutturale il superbonus
"Nei mesi scorsi - conclude Fietta - la Fondazione Inarcassa ha chiesto al Governo sia di semplificare la normativa sulle agevolazioni fiscali per l’accesso ai bonus edilizi, sia di rendere strutturale e sostenibile il superbonus per gli interventi di prevenzione sismica. Il 40% del territorio nazionale, sul quale insistono circa 22 milioni di cittadini, infatti, è ad alto rischio sismico. Assieme alla ricostruzione post terremoto avremmo dovuto mettere in campo un piano nazionale di prevenzione sismica e messa in sicurezza degli edifici – sostenuto da bonus fiscali - proprio per evitare disastri analoghi a quelli che hanno colpito la Turchia. Per tutti questi motivi auspichiamo che in sede di conversione il Parlamento corregga la misura approvata in Consiglio dei ministri.