Decreto Cessioni: da Super Bonus a Super Malus
L'allarme della Federazione Architetti Toscani: a repentaglio migliaia di imprese e posti di lavoro
La decisione assunta dal Governo con il Decreto Cessioni, che impedisce il ricorso allo sconto in fattura e vieta alle pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti fiscali mette a repentaglio migliaia di imprese e decine di migliaia di posti di lavoro.
Da Superbonus a Supermalus: le critiche degli architetti toscani al Decreto Cessioni
Un pesante j’accuse, quello della Federazione Architetti Toscani (FAT) che si aggiunge a quello di numerose altre associazioni di settore che hanno fatto seguito all’entrata in vigore del Decreto Cessioni. Come riporta la FAT, nella sola Toscana risultano partiti 29.623 cantieri, con investimenti per oltre 4 miliardi.
Una situazione di particolare gravità, considerato che ancora una volta, senza alcun confronto con la rappresentanza della filiera delle costruzioni, sono state assunte decisioni che modificano le “regole del gioco” a partita in corso. La FAT la definisce come “un’operazione che appare tanto più scellerata se si considerano le motivazioni addotte come giustificativo basate su dati parziali e prive di una più ampia valutazione complessiva”.
Sul punto, la Federazione ricorda che, dalla conversione in Legge del Decreto Rilancio in poi, il Superbonus 110% ed il meccanismo di cessione del credito sono stati modificati oltre venti volte, a cui si aggiungono ulteriori cambiamenti di rango secondario, circolari applicative, provvedimenti della Direzione Centrale dell’Agenzia delle Entrate e centinaia di interpelli.
Ostacoli a cui si sono sommati quelli che così FAT ha elencato:
- “il pianificato spaccio dei materiali da costruzione con incrementi di costo fino al 300%;
- la demagogica regia nel promuovere l’inquadratura di uno scenario- miraggio di ristrutturazioni edilizie a costo zero,
- la progressiva speculazione propria del DNA degli istituti bancari sull’acquisto dei crediti a cui si sono accodati le società costole della privatizzazione dallo stato”.
Le conseguenze delle modifiche normative
Tutte condizioni che rappresentano le premesse di una inevitabile catastrofe. A pagare sarabbero migliaia di imprese e i Professionisti, ormai al collasso e in crisi di liquidità. La loro colpa sarebbe soltanto di aver utilizzato, in maniera corretta, le regole emanate dallo Stato che, improvvisamente, di contro, si sta rimangiando la parola data rendendo impossibile la cessione dei crediti ed il prosìeguo dei cantieri.
“Le decisioni assunte, senza minimamente occuparsi né risolvere il vero tema dei crediti bloccati, pongono una pietra tombale sul superbonus 110% mantenendo “il favore” esclusivamente ai ceti con maggiore capienza fiscale conseguentemente mettendo a rischio gli impegni assunti dalle famiglie meno abbienti per il miglioramento delle loro abitazioni”.
La Federazione ricorda come i professionisti abbiano garantito trasparenza e correttezza, spesso assumendosi responsabilità che non gli competevano e in balia di richieste sempre più astruse e contraddittorie. Oggi, dopo le ultime modifiche, si ritrovano a non poter più operare e tantomeno a concorrere al raggiungimento degli obiettivi di risparmio e di autonomia energetica che, almeno a parole, il Governo ha sempre dichiarato di voler perseguire.
“Ciò che altresì appare incomprensibile è l’atteggiamento “ideologicamente” orientato e sordo ad ogni appello da parte delle innumerevoli associazioni di categoria. A gran voce, da lungo tempo infatti, da ABI ad ANCE, dalle Associazioni Condominiali alle Reti delle professioni Tecniche, dagli Ordini Professionali a Confedilizia e a CNA, vengono richiesti interventi risolutivi rispetto al blocco nella cessione dei crediti.”
Una norma non giustificabile con numeri parziali, a parere di FAT, tacendo rispetto a quanto affermato, attraverso analisi e studi approfonditi, da primari Istituti quali fra gli altri NOMISMA e la LUISS Guido Carli. Analisi che dimostrano, di fatto, la sostenibilità economica e sociale della misura: “La cecità che ha accompagnato provvedimenti e decreti calibrati con la profondità della misura di un naso tra cui il più recente, che rischia di diventare l’ultimo, mostra, della politica, un’incapacità di gestione di potenziali virtuose azioni strategiche diffuse e capillari ma ancor più grave, la dilettantistica superficiale disinvoltura che con queste decisioni rischiano di venir seppellite vive migliaia di persone”.
Il tutto però con la consapevolezza che sono necessari correttivi sanzionatori, in presenza di comportamenti poco virtuosi quali ad esempio sulle speculazioni dei materiali da costruzione: “Gettare però via tutto, non pare una soluzione accettabile e tanto meno sensata”.
E la federazione conclude con un monito: “Appare superfluo ipotizzare che questa criticità, ricadendo su persone e conseguentemente sulle famiglie, costringerà l’attuale governo a misure di soccorso, di salvataggio di un naufragio provocato dalle decisioni dello stesso governo. Queste le valutazioni complessive che dovrebbero far riflettere e che insieme ad un ascolto attento delle categorie interessate possono e debbono condurre ad un quadro di regole chiare e stabili.”