Superbonus 110%: più tempo per le villette

In VI Commissione Finanze alla Camera sono stati presentati diversi emendamenti al ddl di conversione del Decreto Legge n. 11/2023 per "salvare" gli edifici unifamiliari

di Gianluca Oreto - 10/03/2023

I tempi dell'edilizia non sono mai compatibili con quelli dei Decreti Legge. È un concetto che ormai dovrebbe essere chiaro a tutti (forse meno al legislatore) e che incide pesantemente sui tempi di realizzazione di qualsiasi opera.

Superbonus 110% e unifamiliari: la scadenza

Da maggio 2020 il comparto delle costruzioni è rimasto invischiato (se non addirittura prigioniero) di un provvedimento normativo dalle possibilità straordinarie ma che, complice due cambi di Governo, ha lasciato tutti al palo. Sto parlando, chiaramente, del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) e delle due misure previste all'art. 119 (superbonus) e 121 (meccanismo delle opzioni alternative).

Dopo 24 interventi normativi che hanno stravolto pesantemente la filosofia che aveva ispirato il legislatore iniziale, arrivati a marzo 2023 è ormai prossima una delle scadenze più importanti per chi nel 2022 aveva avviato un progetto di superbonus su un edificio unifamiliare (le "villette"). Il 31 marzo 2023 è, infatti, l'ultima data utile per i soggetti di cui all'art. 119, comma 9, lettera b) del Decreto Rilancio, entro la quale dovranno essere sostenute tutte le spese da portare in detrazione al 110%.

Piccolo passo indietro. Questa scadenza (prima fissata al 31 dicembre 2022), prevista dal Decreto Legge 18 novembre 2022, n. 176 (Decreto Aiuti-quater) e confermata dalla Legge di conversione 13 gennaio 2023, n. 6, è riservata agli interventi effettuati su edifici unifamiliari o unità immobiliari con accesso autonomo e funzionalmente indipendenti da persone fisiche (al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arti e professioni), a condizione che alla data del 30 settembre 2022 si fossero completati lavori per almeno il 30% dell'intervento complessivo (nel cui computo era possibile comprendere anche i lavori non agevolati dal superbonus).

Quindi:

  • se al 30 settembre 2022 il cantiere ha raggiunto un SAL di almeno il 30%, il superbonus 110% si utilizza sulle spese sostenute fino al 31 marzo 2023;
  • se al 30 settembre 2022 il cantiere non ha raggiunto un SAL di almeno il 30%, il superbonus 110% era già terminato il 30 giugno 2022.

Superbonus 110% e villette: gli emendamenti al Decreto Cessioni

Considerate le difficoltà dovute al blocco totale della cessione del credito e il conseguente blocco di molti cantieri dovuto all'assenza di liquidità sia delle imprese che dei committenti, ecco che i 3 mesi in più concessi dal Decreto Aiuti-quater sono diventati una bazzecola.

Lo stop al meccanismo di cessione, unito all'assenza di liquidità, ha generato un brusco stop soprattutto ai piccoli cantieri per gli interventi sulle unifamiliari. La conseguenza (disastrosa) è che se non riaprono i canali di cessione, nessun cantiere riuscirà a ripartire e il dramma coinvolgerà famiglie, imprenditori e professionisti.

E proprio per questo, nel percorso di conversione in legge del Decreto Legge n. 11/2023 (Decreto Cessioni), oltre alla presentazione di parecchi emendamenti volti a sbloccare gli acquisti da parte delle banche (deroga al sequestro preventivo, compensazione con F24,...), sono arrivate alcune proposte di prorogare la data di scadenza per le unifamiliari.

Alcuni emendamenti (eccessivamente fiduciosi) chiedono una proroga della scadenza al 30 giugno 2023, altri (che probabilmente hanno compreso meglio le tempistiche di sblocco) hanno chiesto di rinviare la scadenza per le unifamiliari al 31 dicembre 2023.

Certamente, sia nell'uno che nell'altro caso, non si parlerebbe di una riapertura degli orizzonti temporali, considerato che chi ha non ha raggiunto il SAL 30% al 30 settembre 2022 è ormai fuori dal Superbonus 110% e che anche il nuovo Superbonus 90% previsto per le unifamiliari dal Decreto Aiuti-quater risulta essere inapplicabile, complice la concomitanza del requisito sul reddito di riferimento (inferiore a 15.000 euro) e il blocco della cessione del credito per i nuovi interventi.

La proroga (anche a fine 2023) sarebbe solo una presa di coscienza da parte del Parlamento su una problematica che al momento toglie il sonno a tutti. Staremo a vedere cosa deciderà la "politica".

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