Blocco cessioni: la proposta di Confindustria per l'acquisto dei crediti fiscali
Il presidente Carlo Bonomi conferma la disponibilità per 54 miliardi di euro l'anno. Positivo il riscontro di OICE: necessaria una pronta e diretta operatività fra cedenti e cessionari finali, senza intermediazioni
Apre una speranza sui crediti incagliati la proposta del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sull'acquisto dei crediti fiscali da parte delle industrie. "Il Decreto Rilancio è nato per uscire dal periodo pandemico, per intervenire su un settore che da 15 anni ne soffriva, ma dopo se ne è abusato", ha dichiarato Bonomi, sottolineando come, il Decreto Blocca Cessioni sia una conseguenza per correre ai ripari dopo l’interpretazione di Eurostat sulla pagabilità dei crediti fiscali. È stato però sbagliato il metodo: “se fossimo stati convocati prima di prendere quella decisione, avremmo trovato insieme una soluzione, invece di spiazzare così famiglie e imprese".
Superbonus e blocco cessioni: la proposta di Confindustria per l'acquisto di crediti edilizi
Da qui la proposta: “Con grande senso di responsabilità, se il sistema bancario ha problemi a comprare quei crediti, lo facciamo noi. Noi imprese aiutiamo i colleghi. Abbiamo uno spazio fiscale di 54 miliardi all'anno. Quel problema - ha concluso - lo possiamo risolvere in sei mesi. Spero che qualcuno colga questa nostra disponibilità".
Una proposta che OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, ritiene “molto positiva e assolutamente da condividere negli obiettivi e nei contenuti”, ha commentato il presidente Giorgio Lupoi. “Ci auguriamo adesso che dalle parole si passi ai fatti, il tempo è ormai condizione fondamentale e decisiva per evitare il fallimento delle imprese e dei progettisti impegnati in questi interventi ad oggi bloccati e senza un futuro di certezze”. Non solo: alla luce del D.L. n. 11/2023, che ha sostanzialmente eliminato la responsabilità solidale, Lupoi reputa che non ci siano ostacoli a una proficua operatività diretta tra cedenti e cessionari finali (in questo caso il settore industriale), senza necessità di intermediazioni.
Sulla questione è intervenuto anche Fabio Tonelli, coordinatore del Gruppo di lavoro Superbonus OICE e coordinatore OICE Abruzzo. “Va anche considerato come vi sia ancora una grande confusione sul significato di "crediti incagliati". Per consentire una seppur approssimativa valorizzazione di questa ingente mole di crediti è necessario e opportuno che si faccia riferimento ai crediti prodotti e rendicontati nei cassetti fiscali di imprese, professionisti e cittadini che non trovano cessionari, ossia a quei crediti in corso di produzione per cantieri in esecuzione, oltre ai crediti che sono stati oggettivamente maturati, ma che non potranno essere reclamati perché i cantieri non partiranno o non ripartiranno".
Secondo Tonelli, alla luce di questa definizione, ai 19 miliardi indicati dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, vanno come minimo sommati quelli in cassetto fiscale e in procinto di andare in cassetto del settore professionale e dei cittadini. “Adesso per attivare la diretta operatività fra cedenti e cessionari possono essere messe sul tavolo soluzioni operative diversificate per le diverse esigenze dei cessionari. Per questo siamo a disposizione dei colleghi di Confindustria, sia a livello territoriale sia nazionale per renderle esecutive".