Superbonus e cessione del credito: manifestazione a Roma il 21 marzo
Secondo l'Associazione Esodati del Superbonus, lo stop alla cessione del credito mette a rischio la tenuta di tutta l'economia italiana
“Abbiamo ascoltato con desolazione le parole del Presidente Meloni e del Ministro Giorgetti che ieri hanno assunto la chiara responsabilità storica e politica di uccidere lo strumento del credito fiscale utilizzato ai fini di una tangibile propulsione economica, come nel caso degli incentivi all'efficientamento energetico”.
Stop alla cessione del credito: l'intervento degli Esodati del Superbonus
Inizia così il commento dell’Associazione “Esodati del Superbonus”, a seguito degli interventi alla Camera del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che contiene una pesante critica nei confronti dell’operato dell’esecutivo rispetto alla cessione del credito, soprattutto alla luce del D.L. n. 11/2023 (cd. "Decreto Cessioni" o "Blocca Cessioni").
“Mentre altri paesi europei si indirizzano verso l'utilizzo del credito fiscale, anche sull'esempio del successo italiano del sostegno al PIL e alle extra entrate fiscali, in Patria è calata la restaurazione dettata dall'ingordigia dei mercati finanziari. Il debito paga interessi, il credito fiscale no e si sconta negli anni in cui è declinato" - Superbonus in 4 anni, altri anche in 10 anni.
A farne le spese, per l’associazione, i “molti cittadini onesti che hanno creduto alle leggi dello Stato, sacrificando 40.000 imprese e 100.000 famiglie, oggi sull'orlo del baratro e causando 1 milione di prossimi disoccupati. Insomma le premesse di una grave ed immotivata recessione”.
L'appello per un cambio di rotta
Toni ancora più amari sulle parole del ministro Giorgetti, "che in più riprese ha affermato che chi ha creduto e si è fidato di una legge dello Stato è stato, testualmente, un “illuso”: esse minano gravemente le basi dei fondamentali principi del diritto del Sistema Italia, screditandone l’affidabilità di fronte agli investitori nazionali ed internazionali e creano di conseguenza un danno economico incalcolabile per la nazione”.
L’appello quindi è perché si cambi immediatamente “questa rotta suicida dell'economia di una intera nazione. Invitiamo tutti i cittadini italiani - ché la questione economica riguarda tutti - alla grande manifestazione di protesta il 21 marzo prossimo a Roma. Chi può indossi un casco da cantiere”.