Superbonus e cessione del credito: i 5 momenti chiave
Prosegue il dialogo in Parlamento per la conversione del Decreto Legge "Blocca Cessioni" e molte dovrebbero essere la novità previste dal Governo
Prosegue la discussione all'interno delle forze di maggioranza per "migliorare" il testo del Decreto Legge n. 11/2023 (Decreto blocca cessioni) che, inaspettatamente, è intervenuto a gamba tesa sui meccanismi delle opzioni alternative alle detrazioni dirette dei bonus edilizi.
5 momenti che hanno cambiato la pelle del comparto
Inaspettatamente perché in una sola notte il Consiglio dei Ministri è riuscito ad approvare una bozza di Decreto Legge rimasta sconosciuta fino alla firma del Presidente della Repubblica e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, tutte avvenute il 16 febbraio 2023.
Ed in attesa della conversione in legge, il 16 febbraio è divenuta una nuova data spartiacque in un comparto delle costruzioni che aveva già vissuto:
- il 31 maggio 2021 con il Decreto Legge n. 77/2021 (Decreto Semplificazioni-bis) che ha previsto la CILA-Superbonus, le deroghe all'art. 49 del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) facendo "esplodere" la voglia di superbonus 110%;
- l'11 novembre 2021 con il Decreto Legge n. 157/2021 (Decreto antifrode) che ha esteso i meccanismi di controllo a tutti i bonus minori e previsto il controllo preventivo dell'Agenzia delle Entrate;
- il 27 gennaio 2022 con il Decreto Legge n. 4/2022 (Decreto Sostegni-ter) che ha cambiato per la prima volta il meccanismo delle opzioni alternative limitandolo ad una cessione per poi essere successivamente modificato fino a cinque;
- il 18 novembre 2022 con il Decreto Legge n. 176/2022 (Decreto Aiuti-quater) che ha anticipato la rimodulazione dell'aliquota del 110% portandola al 90%.
5 date che passeranno alla storia insieme ai 24 provvedimenti normativi che in questi 1.035 giorni hanno segnato il bello e il cattivo tempo del comparto delle costruzioni.
Cosa cambierà dopo la conversione in legge del Decreto blocca cessioni
Considerato che il percorso di conversione in legge del Decreto blocca cessioni scadrà solo il prossimo 17 aprile, al momento è difficile avere certezze soprattutto per far fronte alla prossima scadenza del 31 marzo 2023 prevista come data ultima per:
- sostenere le spese che accedono al superbonus 110% per interventi sulle unifamiliari che al 30 settembre 2022 hanno completato almeno il 30% dei lavori complessivi;
- comunicare all'Agenzia delle Entrate la scelta delle opzioni alternative per le spese sostenute nel 2022.
Dalle parole di qualche esponente della maggioranza sembrerebbe ci sia una convergenza verso una proroga delle "Unifamiliari 110%". Le alternative al vaglio sono diverse ma la più accreditata dovrebbe essere il 30 giugno 2023.
Una proroga che servirà a poco se non accompagnata da uno sblocco degli acquisti dei crediti già presenti in piattaforma cessioni dell'Agenzia delle Entrate. Gli obiettivi "dichiarati" del Decreto Legge n. 11/2023, infatti, restano:
- il contrasto alle frodi perpetratesi in ambito edilizio, prevedendo il blocco delle cessioni dei crediti derivanti dai bonus edilizi e degli sconti in fattura a decorrere dal 17 febbraio 2023 (data di entrata in vigore del decreto) e, al contempo, un regime transitorio per chi, in data anteriore al 17 febbraio 2023, ha già avviato i lavori;
- l’esigenza di garantire i conti pubblici evitando un ulteriore indebitamento delle pubbliche amministrazioni prevedendo il divieto per le pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti;
- l’esigenza di garantire maggiori certezze ai cessionari mediante un’esatta predeterminazione delle ipotesi in cui possono incorrere in responsabilità solidale con il cedente, favorendo al contempo la propensione di questi ultimi all’acquisto dei crediti di imposta e arginando, di conseguenza, il fenomeno dei c.d. “crediti incagliati”.
Ma, mentre sui primi due punti gli effetti sono stati immediati, relativamente alle modifiche alla responsabilità solidale al momento non sembra che i risultati siano stati tangibili.
Le modifiche "probabili"
Ciò su cui sembra concentrarsi l'attenzione è il regime delle eccezioni che dovrebbe contemplare le diverse casistiche dei bonus soprattutto relativamente:
- agli interventi di edilizia libera sui quali non esiste un titolo, non sono stati avviati i lavori ma sono stati fatti degli ordini di acquisto;
- l'utilizzo del sismabonus acquisti senza registrazione del preliminare di acquisto;
- gli enti del terzo settore e gli IACP su cui sembrerebbe si voglia continuare ad utilizzare il meccanismo di cessione.
Le modifiche su cui si discute
Più freddo il fronte relativo alla compensazione dei crediti con gli F24 proposto soprattutto dall'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE). Lo stesso Ministro dell'Economia Giorgetti nel corso di un convegno sui bonus edilizi organizzato a Roma ha spiegato che il Governo è "freddo, perché i numeri di cui dispone l'Agenzia delle Entrate che, lo sottolineo, non sono stime, ma dati consuntivi incontrovertibili, ci dicono che molte banche e assicurazioni sono ben lontane dall'aver già acquisito volumi di crediti d'imposta tali da rischiare di non avere spazio per poterli utilizzare nei propri F24 che presenteranno da qui al 2026".
Restano vive le ipotesi di deroga all'art. 321 del Codice di procedura penale e quindi l'idea di evitare il sequestro preventivo del credito nei confronti del cessionario in buona fede. Nessuna notizia, invece, sulla possibilità di mettere in moto le partecipate di Stato (soprattutto Poste Italiane e CDP) per l'acquisto dei crediti.
Il periodo che ci separa dal 17 aprile è ancora molto lungo e impone cautela soprattutto perché nel passaggio Camera-Senato è probabile arrivino nuove proposte e idee. Il problema principale resta, dunque, su contribuenti, imprese e professionisti che non si sa quanto tempo abbiano ancora per attendere soluzioni efficaci.