Direttiva Green: tutti gli edifici esclusi dall'obbligo di adeguamento
La EPBD è una cornice entro la quale gli Stati membri stabiliscono poi le proprie regole. Non solo: ecco tutte le eccezioni previste
La recente approvazione della Energy Power of Buildings Directive (EPBD), la c.d. "Direttiva Green" da parte del Parlamento Europeo in Plenaria, ha generato non pochi dubbi e preoccupazioni, iniziando dal Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, che l’ha giudicata “insoddisfacente per l’Italia”, sottolineando che la peculiarità del patrimonio edilizio non rende sostenibili gli interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi di prestazione energetica richiesti dall’Europa. Questo nonostante siano previste numerose deroghe ed eccezioni all'obbligo di riqualificazione energetica. Vediamo quali.
Direttiva Green: edifici esclusi dall'obbligo
Le difficoltà nell'adeguamento degli edifici non sarebbero solo di natura economica, ma anche legate al numero di interventi da effettuare: secondo i dati pubblicati da Ance e Federcepicostruzioni, sarebbero circa 12 milioni gli edifici coivolti, pari al 74% del totale nel Paese, e di questi solo il 16% circa è già in classe E. Guardando ai dati di diverse ricerche, si stima che il costo di adeguamento per unità immobiliare oscillerebbe tra i 20milia e gli 80mila euro, secondo la tipologia di intervento e le dimensioni dell’edificio.
Dall’altra parte, c’è invece chi vede la EPBD come un’opportunità unica da cogliere, con l’aiuto di incentivi fiscali quali il Superbonus, che andrebbero sostenuti piuttosto che messi da parte. Come ha spiegato ANCE, senza agevolazioni si tornerà ai dati pre Superbonus, ovvero a 3000 ristrutturazioni profonde l'anno, mentre per raggiungere gli obiettivi richiesti dall'Europa il ritmo dovrebbe essere di 180mila, sostenibile soltanto in presenza di agevolazioni che mettano tutti nelle condizioni di effettuare (e recuperare) una spesa simile.
Direttiva Green: gli obiettivi di riqualificazione energetica degli edifici
Ricordiamo che la direttiva ha come obiettivo il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici pubblici e residenziali degli Stati Membri, prevedendo degli step intermedi.
Questi gli obiettivi:
per gli edifici residenziali:
- il raggiungimento della classe energetica "E" entro il 2030;
- il raggiungimento della classe energetica "D" entro il 2033.
per gli edifici non residenziali e pubblici:
- il raggiungimento della classe energetica "E" entro il 2027;
- il raggiungimento della classe energetica "D" entro il 2030
Nel nuovo testo approvato è anche stato stabilito che:
- dal mese di gennaio 2026, gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere ZEB (a zero emissioni);
- per gli altri edifici, l'obbligo scatterà dal 2028;
- entro il 2028 su tutti i nuovi edifici dovranno essere installati, impianti solari fotovoltaici,
- per gli immobili ristrutturati il termine è fissato al 2032.
Case Green: edifici senza obbligo di adeguamento
Tra le diverse eccezioni alla regola, non sono soggetti all’obbligo di riqualificazione diverse tipologie di edifici.
La EPBD esclude infatti:
- edifici vincolati e protetti;
- edifici storici;
- fabbricati temporanei, con utilizzo non superiore a 2 anni;
- edifici adibiti a luogo di culto e svolgimento di attività religiose;
- siti industriali, officine, depositi, edifici di servizio non residenziali a bassissimo fabbisogno energetico e di riscaldamento o raffrescamento;
- stazioni di approvvigionamento infrastrutturale;
- edifici agricoli non residenziali, utilizzati in settori disciplinati da accordi nazionali di settore sulla prestazione energetica;
- edilizia sociale pubblica;
- abitazioni indipendenti (es. le villette) con superficie inferiore ai 50 mq;
- case vacanza, ovvero seconde case utilizzate per meno di 4 mesi all'anno.
I parametri di riferimento
In ogni caso, la Direttiva, come ha anche ammesso lo stesso Pichetto, è una cornice entro la quale gli Stati membri possono intervenire, né sono previste sanzioni a carico dei proprietari degli immobili in caso di mancato adeguamento o eventuali divieti all’affitto o alla vendita degli immobili.
Proprio per questo, ogni Stato dovrà fissare:
- i requisiti minimi di prestazione energetica distinguendo per tipologia edilizia e fra edifici esistenti e di nuova costruzione;
- il livello minimo di efficienza energetica dell’involucro dell’edificio;
- il consumo massimo di energia per kWh/m2/anno.
Tali regole saranno riviste periodicamente. Proprio sulla revisione dei parametri è intervenuto il premier, giustificando anche l’attuale accantonamento del Superbonus come necessario, in quanto gli interventi fatti finora potrebbero risultare inefficaci e insufficienti.