Riforma Codice Appalti: per CGIL è un salto all’indietro
Critico il giudizio del segretario, Giuseppe Massafra: le nuove norme rischiano di aprire ampi varchi a mafia e corruzione e di non tutelare la qualità dell'opera
“Una controriforma che elimina gli aspetti qualificanti nelle procedure di appalto ispirate ai principi della trasparenza, della non discrezionalità, della correttezza e della libera concorrenza tra le imprese. Si rischia così di aprire ampi varchi a mafia e corruzione”. Sono queste le dure parole del segretario confederale della CGIL, Giuseppe Massafra, a commento del nuovo Codice degli Appalti, di fresca approvazione definitiva.
Nuovo Codice dei Contratti: il no della CGIL
Secondo Massafra, in questo modo si verrebbe a cancellare la sostanza dell’appalto pubblico che per essere tale “deve avere come elemento centrale l’evidenza pubblica, costituito dal bando di gara, dalla sua pubblicità e dalla partecipazione effettiva delle imprese ai bandi pubblici”.
Critico anche il giudizio sul subappalto a cascata, utilizzabile senza alcun limite. “In questo modo si indebolisce il sistema d’impresa attraverso una concorrenza tutta al ribasso che ha come elemento centrale non la qualità dell’opera, ma la riduzione dei costi, innanzitutto di quelli della manodopera, facilitando per questa via la proliferazione del lavoro nero e la presenza di imprese che rispondono alla criminalità organizzata”.
Da qui l’opinione che il nuovo codice sia un vero e proprio passo indietro, soprattutto in una fase di imponenti investimenti che coinvolgeranno il settore degli appalti con le risorse pubbliche messe a disposizione dal Pnrr e dai fondi comunitari. “Per questo la nostra battaglia proseguirà a partire dalla manifestazione proclamata per sabato 1 aprile da Fillea Cgil e Feneal Uil. Ci batteremo contro un nuovo Codice che rischia di peggiorare le condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori e per difendere le conquiste fatte come - conclude Massafra - l'obbligo delle clausole sociali a difesa della continuità occupazionale, della non ribassabilità dei costi della manodopera, del durc di congruità della manodopera,della parità di trattamento e stesso contratto per lavoratori in appalto e subappalto”.