Attuazione progetti PNRR: a che punto siamo?
L'Osservatorio PNRR di The European House - Ambrosetti pubblica un report sull'andamento delle attività PNRR negli ultimi due anni. I numeri non sono certo confortanti
Solo il 6% dei finanziamenti con risorse a valere sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato speso e solamente l’1% dei progetti è stato completato. Inoltre, il 65% dei progetti passa dai Comuni e il 60% di questi riguarda Enti Locali con meno di 5mila abitanti, con notevoli difficoltà nella gestione dei progetti stessi.
PNRR: progetti e attuazione in ritardo
Sono questi i dati principali, e non particolarmente confortanti, che emergono dallo studio condotto dall’Osservatorio PNRR di The European House - Ambrosetti. Si tratta di una ricerca iniziata nell’aprile 2021 e proseguita con l’obiettivo di monitorare l’implementazione del Piano, l’andamento degli investimenti e valutarne l’impatto sulla riduzione delle disuguaglianze.
Dopo 2 anni, ne viene fuori un quadro che evidenzia tutte le difficoltà del caso: al 31 dicembre 2022, il livello di attuazione finanziaria del PNRR è pari al 6%. Ad esclusione della missione 3, “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, per la quale si registra una spesa sostenuta e totale delle risorse pari al 16,4%, tutte le altre si attestano ad un livello di attuazione della spesa al di sotto del 6%.
Non solo: il ritardo accumulato, ha determinato una nuova pianificazione del PNRR, con uno spostamento in avanti di oltre 20 miliardi di euro di spese originariamente destinato al triennio 2020-2022 (-49,7%). Si tratta di un ritardo che dovrà essere recuperato già dall’esercizio 2023, prevedendo un’accelerazione rispetto alla programmazione iniziale di oltre 5 miliardi di euro.
Gli obiettivi e i traguardi del 2023
Come specifica il report, nel 2023 sarà necessario raggiungere 96 condizioni, tra traguardi e obiettivi, di cui 27 entro giugno, mentre 69 entro dicembre. Sulla base della recente relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza della Corte dei Conti, il 28% di queste condizioni sono state avviate e un solo obiettivo è stato conseguito nei primi tre mesi, relativo all’acquisto di servizi professionali di data science.
Tra gli obiettivi per l’esercizio 2023 del piano rientrano:
- entrata in vigore della riforma del Codice degli Appalti Pubblici (raggiunto con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 31 marzo 2023, n. 77 del D.Lgs. n. 36/2023);
- entrata in vigore degli atti giuridici per la riforma del pubblico impiego;
- aggiudicazione di (tutti i) bandi pubblici per l’abilitazione al cloud per le gare d’appalto della Pubblica Amministrazione locale;
- digitalizzazione del sistema giudiziario;
- pieno funzionamento del Sistema Nazionale di e-Procurement e riduzione del numero medio di giorni necessari alle pubbliche amministrazioni centrali, regionali e locali per erogare i pagamenti.
Prendendo invece in considerazione i progetti finanziati ed attuati, ad oggi, solo l’1% risulta completamente concluso, pari a 2.037 progetti su 171.610.
Capacità di spesa e gestione dei progetti da parte delle imprese
Oltre a effettuare una riflessione sulla capacità di spesa e di gestione dei progetti da parte dei Comuni italiani, ricerca mette in evidenza come metà delle imprese (almeno nel campione intervistato), non abbia colto l’opportunità offerta dal PNRR:
- il 52,2% delle imprese intervistate non ha partecipato ad alcun bando;
- il 64% degli imprenditori intervistati ha riscontrato difficoltà nel partecipare ai bandi, e tra questi il 45% per difficoltà legate ai criteri tecnici, per il 30% alla complessità nell’interpretazione del bando e per il 18% alle tempistiche per la candidatura;
- ira quelli che non hanno partecipato a nessun bando del PNRR, il 42% conferma la volontà di non fare domanda.
In riferimento ai progetti realizzati dalle imprese, per il 33,5% degli intervistati la fase esecutiva è già conclusa, ma solo per meno della metà è stata terminata nei tempi previsti. Per due terzi degli intervistati che hanno già avviato i lavori si prospetta una conclusione non allineata con il cronoprogramma a causa dell’inadeguatezza dei bandi. Infine, mentre si apprezza la disponibilità delle stazioni appaltanti ad interloquire, il 46% degli intervistati rimane critico sui criteri di aggiudicazione dei bandi.