Case Green: i primi passi da fare per adeguarsi alla Direttiva
Anche se ancora le modifiche non sono state definitivamente approvate, è possibile pensare a un piano per la riqualificazione energetica degli immobili
Che piaccia o no, che il MASE e il Governo in generale non siano del tutto d’accordo su quanto contenuto al suo interno, l’approvazione definitiva della Direttiva UE sulle Case Green (c.d. “Direttiva Green”) è ormai alle battute finali, considerando la conferma già arrivata il mese scorso dal Parlamento Europeo in Plenaria.
Case Green: come adeguarsi alla Direttiva UE
Un provvedimento che da mesi fa discutere e cha portato alla creazione di due vere e proprie fazioni: chi la ritiene assolutamente necessaria, nell’ottica dell’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, da realizzare grazie anche al supporto dei bonus edilizi e chi la vede come l’imposizione di una patrimoniale, che costringerà i proprietari di case e immobili a una ristrutturazione profonda a proprie spese. Ma è davvero così? E cosa si può fare nel frattempo per non farsi trovare impreparati nel momento in cui le disposizioni diventeranno operative?
Cos'è la Direttiva Case Green (EPBD)
Ricordiamo alcuni punti essenziali della Energy Power of Buildings Directive (EPBD). La direttiva è già esistente e vigente, quel di cui si discute attualmente è un aggiornamento con le seguenti indicazioni:
per gli edifici residenziali:
- raggiungimento della classe energetica "E" entro il 2030;
- raggiungimento della classe energetica "D" entro il 2033.
per gli edifici non residenziali e pubblici:
- raggiungimento della classe energetica "E" entro il 2027;
- raggiungimento della classe energetica "D" entro il 2030
Nel nuovo testo approvato è anche stato stabilito che:
- dal mese di gennaio 2026, gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere a zero emissioni;
- dal 2028 quest’obbligo sarà esteso anche agli altri edifici;
- entro il 2028 su tutti i nuovi edifici dovranno essere installati, impianti solari fotovoltaici;
- entro il 2032 questo obbligo è esteso agli immobili ristrutturati.
Rimangono esclusi dall’applicazione della EPBD:
- edifici vincolati e protetti;
- edifici storici;
- fabbricati temporanei, con utilizzo non superiore a 2 anni;
- edifici adibiti a luogo di culto e svolgimento di attività religiose;
- siti industriali, officine, depositi, edifici di servizio non residenziali a bassissimo fabbisogno energetico e di riscaldamento o raffrescamento;
- stazioni di approvvigionamento infrastrutturale;
- edifici agricoli non residenziali, utilizzati in settori disciplinati da accordi nazionali di settore sulla prestazione energetica;
- edilizia sociale pubblica;
- abitazioni indipendenti (es. “villette”) con superficie inferiore ai 50 mq;
- case vacanza, ovvero seconde case utilizzate per meno di 4 mesi all'anno.
Direttiva Case Green: come migliorare le prestazioni energetiche?
Ricordiamo inoltre che la Direttiva è una cornice entro la quale gli Stati membri fissano i propri parametri di riferimento, comprendenti:
- i requisiti minimi di prestazione energetica, distinguendo per tipologia edilizia e fra edifici esistenti e di nuova costruzione;
- il livello minimo di efficienza energetica dell’involucro dell’edificio;
- il consumo massimo di energia per kWh/m2/anno.
Non sono previste sanzioni a carico dei proprietari, né è stato inserito un divieto all’affitto o alla vendita dell’immobile in caso di mancato adeguamento.
In ogni caso, piuttosto che arrivare impreparati, è possibile tenere conto di questi parametri e immaginare diversi step con cui adeguare il proprio immobile, realizzando gradualmente il salto di classe energetica.
Tra i lavori funzionali al miglioramento delle prestazioni energetiche rientrano:
- interventi di isolamento termico;
- installazione di impianti per l’autoproduzione di energia elettrica.
Gli interventi di isolamento termico prevedono l’installazione del cappotto termico, che può essere effettuata con la posa di un sistema di pannelli isolanti sui muri delle abitazioni. Altre soluzioni, anche più economiche, prevedono l’inserimento di materiale isolante nelle intercapedini dei muri, previo sondaggio delle strutture.
Di rilievo anche la sostituzione degli infissi. In questo modo è possibile garantire una minore dispersione del calore all’esterno in inverno e in generale una maggiore protezione dagli agenti atmosferici esterni, sia in estate che nelle stagioni più fredde.
Anche l’autoproduzione di energia si rivela un passaggio fondamentale per rispettare le indicazioni della Direttiva Green: l’installazione dei pannelli fotovoltaici rappresenta infatti uno dei target fissati sia per le nuove costruzioni che per gli edifici ristrutturati, permettendo non soltanto di ottimizzare i consumi di energia elettrica, ma anche di ridurre le emissioni legate alla produzione.