Codice dei contratti 2023: le prossime scadenze di ANAC
Si accende il clima di tensione sull'operatività del Codice dei contratti a partire dal prossimo 1 luglio
Il Codice dei contratti pubblici non è ancora pienamente applicato e già si chiedono interventi correttivi soprattutto da parte di coloro che hanno partecipato alla stesura delle nuove disposizioni su appalti e le concessioni. Infatti, se è vero che il Governo Draghi ha affidato la redazione del testo ad una commissione del Consiglio di Stato, in virtù del regio decreto 26 giugno 1924, n. 1054, è comunque certo che anche ANAC ha contribuito alle attività preparatorie. Lo scontro tra il Presidente Busia ed il Ministro Salvini ha raggiunto livelli mai visti, arrivando in trasmissioni televisive dove si sono contestate moltissime disposizioni invitando il Governo ad intervenire.
Il Responsabile unico di progetto
Tra le ultime norme contestate c’è anche quella relativa al supporto al RUP dove l’ANAC arriva ad affermare che con la disposizione dell’art. 15 si corre il rischio di affidamenti milionari per il supporto al responsabile unico. Una posizione non condivisibile. L’esternalizzazione della funzione di supporto nasce, come ogni incarico di consulenza ai sensi dell’art. 7, comma 6 del D.Lgs. n. 165/2001 o appalto di servizi professionali ai sensi del Codice, dall’esigenza di colmare un vuoto di competenza. Difficile immaginare che in appalti da 700 milioni di euro, come ipotizzato da ANAC, si ricorra al supporto esterno in quanto in questi casi il RUP sarà un vero project manager come prevedono le linee guida della stessa Autorità. Al contrario, il limite dell’1% sul valore del contratto rischia di non garantire adeguata professionalità dei consulenti esterni nel caso di appalti di dimensioni ridotte. Gran parte delle stazioni appaltanti affidano prevalentemente contratti sotto la soglia di rilievo comunitario, talvolta senza adeguate competenze. In questi casi i RUP potranno individuare un supporto con un compenso non superiore a 1.400 euro per l’intera procedura che può durare mesi.
Le prossime scadenze per l'ANAC
La strumentalità delle contestazioni di ANAC mostra la preoccupazione dell’Autorità di trovarsi al centro di polemiche quando, a partire dal 1 luglio 2023 o, in base ai distinguo del Codice, dal 1 gennaio 2024, sarà implementata la piena digitalizzazione delle procedure di affidamento. A ben vedere, ancor prima di queste scadenze, il testo prevede che entro sessanta giorni (30 maggio 2023) dall’entrata in vigore l’ANAC:
- individua, con proprio provvedimento, adottato d'intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e con l'AGID, le tipologie di dati da inserire nel fascicolo virtuale dell'operatore economico, concernenti la partecipazione alle procedure di affidamento e il loro esito, in relazione ai quali e' obbligatoria la verifica attraverso la Banca dati nazionale dei contratti pubblici (art. 24);
- supporta, con la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per la trasformazione digitale, l’AGID per stabilire requisiti tecnici delle piattaforme di approvvigionamento digitale che devono consentire le specifiche descritte dal Codice (art. 26);
- stabilisce, d'intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, le modalità di pubblicità degli atti che è garantita dalla Banca dati nazionale dei contratti pubblici, mediante la trasmissione dei dati all'Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea e la loro pubblicazione (art. 27);
- definisce le informazioni, i dati e le modalità relative alla programmazione di lavori, servizi e forniture, nonché alle procedure del ciclo di vita dei contratti pubblici per la tempestiva trasmissione e pubblicazione sulla Banca dati nazionale dei contratti pubblici attraverso le piattaforme digitali (art. 28);
- definisce le modalità di calcolo delle quote dei contratti di lavori, servizi e forniture affidati mediante procedura ad evidenza pubblica dai titolari di concessioni di lavori e di servizi pubblici al ricorrere di determinate condizioni (art. 186).
Si tratta di attività impegnative che avranno effetti pratici sull’attività dei RUP. E’ sufficiente immaginare come cambia il sistema di pubblicità dei bandi di gara. Sarà cura dell’ANAC procedere – in via automatizzata – alla trasmissione degli avvisi sopra soglia all’Ufficio della Gazzetta Europea. Centinaia di migliaia di atti che ogni anno i RUP redigeranno e si limiteranno a inserire nulla Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici. In poche settimane l’ANAC dovrà trasformare la Banca Dati nel cuore pulsante del settore dei contratti pubblici, il punto nevralgico di un processo di digitalizzazione che finora si è mosso con grande lentezza. Un esempio? La disciplina dei sistemi telematici prevista dall’art. 44 Codice del 2016 è stata definita dal D.M. n. 148 del 2021 e si era in attesa delle regole tecniche di AGID. Dopo 9 anni si pretende di realizzare tutto in 60 giorni ed avere operative le piattaforme (sulle quali le imprese titolari dovranno fare investimenti importanti) dal 1 gennaio 2024.
Le "apprensioni" di ANAC
E’ quindi comprensibile il fermento e l’agitazione di ANAC, che dovrà gestire anche il sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti. La stessa apprensione che hanno i RUP nel leggere di critiche al Codice e di possibili interventi correttivi proprio quando si avvicinano per molti le scadenze degli affidamenti PNRR. Il clima acceso e polemico non produce benefici quando tutti dovrebbero remare nella stessa direzione per arrivare ad un porto sicuro.