Superbonus 110 per cento fino al 31 dicembre 2023: nuova proroga per le unifamiliari
Superbonus 110% prorogato fino al 31 dicembre 2023 per le unifamiliari dal Decreto Alluvioni approvato dal Consiglio dei Ministri
È in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il Decreto Alluvioni approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 23 maggio che, oltre a prevedere misure urgenti per garantire il soccorso e l’assistenza alle popolazioni e alle aziende colpite dall’alluvione, ha disposto una nuova proroga per la detrazione fiscale del 110% (superbonus).
Superbonus 110%: la scadenza per le unifamiliari
Appare utile ricordare che la scadenza originariamente prevista per il Superbonus 110% è stata progressivamente prorogata:
- al 30 giugno 2022 dalla Legge 30 dicembre 2020, n. 178 (Legge di Bilancio 2021);
- al 31 dicembre 2022 con il vincolo del 30% dell'intervento complessivo al 30 giugno 2022 dalla Legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di Bilancio 2022);
- al 31 dicembre 2022 con il vincolo del 30% dell'intervento complessivo al 30 settembre 2022 dal Decreto Legge 17 maggio 2022, n. 50 (Decreto Aiuti), convertito con modificazioni dalla Legge 15 luglio 2022, n. 91;
- al 31 marzo 2023 con il vincolo del 30% dell'intervento complessivo al 30 settembre 2022 dal Decreto Legge 18 novembre 2022, n. 176 (Decreto Aiuti-quater), convertito con modificazioni dalla Legge 13 gennaio 2023, n. 6;
- al 30 settembre 2023 con il vincolo del 30% dell'intervento complessivo al 30 settembre 2022 dal Decreto-Legge 16 febbraio 2023, n. 11 (Decreto Cessioni), convertito con modificazioni dalla Legge 11 aprile 2023, n. 38.
L'attuale formulazione dell'art. 119, comma 8-bis, secondo periodo del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) dispone:
Per gli interventi effettuati su unità immobiliari dalle persone fisiche di cui al comma 9, lettera b), la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 30 settembre 2023, a condizione che alla data del 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell'intervento complessivo, nel cui computo possono essere compresi anche i lavori non agevolati ai sensi del presente articolo.
Il perché delle proroghe
Mentre fino alla Legge n. 234/2021 l'intento del legislatore è sempre stato quello di consentire un maggior utilizzo del superbonus 110% mantenendo il vincolo del raggiungimento del 30% dell'intervento complessivo ad una certa data (inizialmente coincideva con la data di scadenza naturale del 30 giugno 2022), tutte le successive proroghe sono arrivate per far fronte alle problematiche connesse:
- alla difficoltà nel reperire materiali e manodopera per completare i lavori;
- alla sospensione di molti cantieri in sofferenza a causa del blocco della cessione del credito.
E quest'ultimo problema, nonostante lo "sbandierato Decreto Legge n. 11/2023 (Decreto Cessioni), non è ancora stato risolto con decine di migliaia di cantieri bloccati, imprese e in fallimento e decine di miliardi di euro di crediti bloccati.
Nuova proroga per le unifamiliari
Benché sia chiaro che prima o poi il Governo dovrà prendere in considerazione la necessità di prorogare ulteriormente le date entro le quali portare in detrazione le spese al 110% (sia per le unifamiliari che per i condomini), al momento l'unica iniziativa "rilevante" è contenuta nell'art. 1, comma 8 del nuovo provvedimento emergenziale.
Con il Decreto Alluvioni (del quale si attende l'ufficialità della Gazzetta) viene disposta una proroga della scadenza prevista per l'utilizzo del Superbonus 110% sulle unifamiliari ma solo se ubicate nei Comuni indicati nell’allegato al decreto stesso.
In particolare, per gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari con accesso autonomo e funzionalmente indipendenti presenti in questi territori e che al 30 settembre 2022 avevano già certificato il completamento del 30% dell'intervento complessivo, sarà possibile utilizzare la detrazione del 110% sulle spese sostenute fino al 31 dicembre 2023.
3 mesi di proroga che (ammettiamolo) non basteranno a nessuno e che non serviranno neanche al resto del Paese, se il Governo non decide una volta e per tutte di mettere in moto le partecipate per l'acquisto dei crediti rimasti incagliati.