Superbonus: a giugno crollo dei nuovi interventi
Il commento di Federcepicostruzioni al report Enea: la frenata è dovuta alle limitazioni imposte dal Decreto Cessioni
Gli effetti del Decreto Cessioni hanno iniziato a dispiegarsi in tutta la loro potenza, come dimostrano gli ultimi dati pubblicati da Enea con il report di giugno 2023. Crollano infatti i nuovi lavori legati al Superbonus, rendendo sempre più evidente la necessità di un ripensamento complessivo del sistema di incentivi fiscali legati a interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio.
Crollo interventi Superbonus: necessario rivedere il sistema di incentivi fiscali
A sottolineare l’urgenza di un sistema che da un lato incentivi fiscalmente gli investimenti, ma che guardi con attenzione anche a chi non possiede la capacità economica per avviare gli interventi e la capienza fiscale per portarli in detrazione, è il presidente nazionale di Federcepicostruzioni e vicepresidente Cepi, Antonio Lombardi, commentando le ultime rilevazioni Enea sul Superbonus.
Iniziano ad emergere in maniera evidente i veri effetti del D.L. n. 11/2023 (c.d. “Decreto Cessioni”), convertito con modificazioni dalla Legge n. 38/2023 che, sottolinea Lombardi, piuttosto che risolvere le problematiche legate al blocco della cessione dei crediti, nella sostanza ha eliminato il meccanismo di cessione, mantenendo soltanto qualche deroga.
I numeri di giugno
Dal report emerge anche come siano sempre meno, ed evidentemente residuali, gli interventi sugli edifici, probabilmente riguardanti pratiche edilizie avviate prima delle ultime modifiche legislative: appena 5.316 i nuovi immobili interessati da lavori con il Superbonus (tra condomini, edifici unifamiliari e unità immobiliari funzionalmente indipendenti), neppure paragonabili a quelli dei mesi in cui era possibile utilizzare il meccanismo della cessione: 24.827 a Luglio 2022, 19.956 ad Agosto 2022, 63.284 a Settembre 2022.
Nel mese scorso gli investimenti hanno superato la soglia degli 80 miliardi di euro (comprese le somme non ammesse a detrazione): nello specifico 81.260.017.684,69 per la precisione, dei quali 79.949.374.412,31 euro ammessi a detrazione. Gli edifici condominiali coinvolti sono stati 67.478 (+3.440 rispetto a maggio), quelli unifamiliari 235.077 (+1.355) e gli immobili funzionalmente indipendenti 114.626 (+521).
“È necessario un nuovo strumento che aiuti anche chi non ha capacità economica e capienza fiscale, progettando una strategia per incentivare la riqualificazione energetica e strutturale del patrimonio immobiliare italiano, vetusto energivoro ed insicuro, come testimoniano i recenti crolli”, conclude Lombardi.