Nuovo Codice dei Contratti: necessario applicare i principi dell'equo compenso
La posizione del CNAPPC sul d.Lgs. n. 36/2023: bisogna rilanciare il ruolo del concorso di progettazione e la centralità del progetto rispetto all'offerta economica
Il valore e la qualità del progetto vanno salvaguardate, per non rallentare l'utilizzo delle risorse del Pnrr e dei Fondi europei. Per farlo, è necessario applicare i principi dell’equo compenso, sanciti con la legge n. 49/2023, anche al d.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei Contratti Pubblici).
Codice degli Appalti 2023: applicare i principi dell'equo compenso
L’appello arriva dal Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori (CNAPPC), sottolineando come la normativa sull’equo compenso abbia determinato una svolta nei rapporti tra privati, PA e professionisti, rappresentando sicuramente una conquista sul terreno delle riforme economiche e sociali.
Principi che hanno messo in evidenza le contraddizioni del nuovo Codice dei Contratti, segnalati dal CNAPPC, sottolineando le diverse criticità del testo che rappresentano “un arretramento e non certo una innovazione nel sistema di affidamento dei servizi di progettazione”.
L'allarme degli architetti: tutelare la qualità della progettazione
La preoccupazione degli architetti è che queste contraddizioni portino a un blocco nel sistema dell'affidamento dei servizi di architettura e ingegneria. Quel che viene richiesto è quindi “un pronto ed adeguato intervento di correzione, salvaguardando ed introducendo il valore e la qualità del progetto e quindi delle prestazioni, adeguando gli strumenti del Codice ai principi dell'Equo compenso”.
In questo modo si potrebbero rilanciare il ruolo del concorso di progettazione e la centralità del progetto rispetto all'offerta economica “che non rappresenta in nessun modo la garanzia, sia per la qualità della proposta progettuale, sia per la stessa realizzazione dell'opera. L'offerta economica potrà riguardare lo sconto sulle spese percentuali sul compenso al fine di garantire il rispetto della concorrenza e delle direttive europee”.
Questa è la posizione che, conclude il CNAPPC, gli architetti porteranno al confronto con le altre professioni tecniche e nelle sedi politiche ed istituzionali cointeressate al superamento delle criticità. “Se il Codice non sarà opportunamente corretto, queste criticità rallenteranno l'utilizzo delle risorse del Pnrr e dei Fondi europei con gravi e pesanti ripercussioni sulla ripresa economica del Paese”.