Recepimento Codice dei contratti in Sicilia: 4 punti chiave
Disegno di legge della Regione Siciliana per il recepimento del codice dei contratti ed equo compenso: continuiamo ad alimentare il dibattito
Costituzione di una Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana, semplificazione delle procedure per approvare i progetti, polizza assicurativa in alternativa al fatturato dei gli ultimi 3 anni, requisiti speciali a valle della proclamazione del vincitore, nei concorsi di progettazione e rapporto tra equo compenso ed esigenze della pubblica amministrazione.
Adeguamento della normativa siciliana al D.Lgs. n. 36/2023
Sono questi gli elementi che caratterizzano il disegno di legge varato dal Governo Regionale, che ha già consumato positivamente il primo passaggio in IV Commissione Parlamentare e che è adesso all’esame dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Tutto ciò mentre incalza sempre più il dibattito sulla sovrapposizione di norme, a livello nazionale, che complica l’applicazione dell’equo compenso negli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria.
Con l’obiettivo di continuare ad alimentare il dibattito, sui due temi abbiamo intervistato il Coordinatore del Dipartimento Lavori Pubblici della Consulta Regionale degli Ordini degli Architetti della Sicilia e Presidente dell’Ordine di Agrigento Rino La Mendola, che segue da diversi anni l’evoluzione della normativa nazionale e regionale in materia di Lavori Pubblici.
Considerazioni generali e di dettaglio
D. Quali sono le vostre opinioni sul Disegno di legge, con il quale la Regione Siciliana recepirà presto il nuovo codice dei contratti?
R. E’ una legge importante che, allineando la normativa regionale al nuovo codice dei contratti e recependo i suggerimenti degli Ordini Professionali dell’area tecnica, apre il mercato dei lavori pubblici ai giovani ed alle strutture professionali medio-piccole in grado di garantire progetti di qualità e promuove l’accelerazione dell’iter di approvazione dei progetti, offrendo alle amministrazioni, che operano sul territorio regionale, nuovi strumenti agili e veloci, indispensabili per rispettare le rigide scadenze del PNRR.
D. Quali sono, nel dettaglio, gli elementi del disegno di legge che raccolgono il vostro consenso?
R. Il primo è la costituzione di una Centrale Unica di Committenza, articolata in due rami (presso i due Assessorati Economia e Infrastrutture), che costituirà un punto di riferimento a cui potranno rivolgersi le tantissime amministrazioni, non qualificate ai sensi dell’art.63 del codice, per gare di lavori di importo superiore a 500.000 euro e di servizi e forniture di importo superiore alle soglie comunitarie, scongiurando così il rischio di un blocco dei lavori pubblici in Sicilia. Un secondo elemento importante è la semplificazione delle procedure per l’approvazione dei progetti; viene infatti eliminato il parere in linea tecnica che dilatava notevolmente i tempi per appaltare i lavori, sovrapponendosi con la verifica degli stessi progetti, che il DDL affida al RUP per lavori di importo inferiore alla soglia comunitaria, purché lo stesso RUP sia dotato della struttura tecnica di supporto di cui all’art.15 comma 6 del D.Lgs.36/2023. Contestualmente, il parere della Commissione Regionale LLPP diventa obbligatorio solo per progetti di importo complessivo superiore a 30 milioni di euro. Tutto ciò, ridurrà notevolmente i tempi per l’approvazione dei progetti, offrendo alle stazioni appaltanti che operano in Sicilia, maggiori opportunità di rispettare le rigide scadenze temporali prescritte dal PNRR. Un terzo elemento fondamentale del DDL riguarda l’articolo 2, con cui viene rilanciata l’opzione, per i liberi professionisti di dimostrare il possesso dei requisiti economico-finanziari, necessari per partecipare alle gare di progettazione, con una semplice polizza assicurativa, in alternativa al fatturato degli ultimi tre anni, che taglierebbe fuori del mercato chi non ha avuto la fortuna di maturare, negli ultimi tre anni, un fatturato adeguato. Il DDL rilancia inoltre l’opzione, per i vincitori dei concorsi di progettazione, di poter dimostrare il possesso dei suddetti requisiti economico-finanziari, anche costituendo un raggruppamento temporaneo a valle della proclamazione, nella fase di affidamento della progettazione esecutiva. Ciò, di fatto, segna un passo fondamentale per aprire il mercato dei lavori pubblici ai giovani ed agli studi professionali medio-piccoli e per restituire potere contrattuale ai professionisti di talento, con notevoli vantaggi per la qualità delle nostre opere pubbliche e per la qualità della vita dei cittadini.
Le criticità
D. Ci sono elementi che non condividete o che presentano criticità?
R. Le uniche criticità potrebbero essere riconducibili all’enorme carico di lavoro a cui saranno sottoposti gli Uffici della Centrale Unica di Committenza, anche se i due rami della Centrale presso l’Assessorato Economia e l’Assessorato Infrastrutture e Mobilità- Dipartimento Regionale Tecnico sono in possesso delle professionalità necessarie ad esperire un numero notevole di gare.
Codice dei contratti ed equo compenso
D. Cosa pensa della sovrapposizione di norme nazionali, come la legge sull’equo compenso ed il nuovo codice dei contratti?
R. La Legge 49/2023 non ammette ribassi dei corrispettivi, anche nei lavori pubblici, mentre il D.Lgs.36/2023, per l’affidamento dei servizi di architettura e ingegneria, stabilisce il criterio del minor prezzo per affidamenti di importo inferiore a 140.000 euro ed il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che comprende anche un’offerta economica al ribasso, per importi pari o superiori a 140.000 euro.
Ferma restando la nostra convinzione che lo strumento migliore per affidare la progettazione sia quello del concorso, procedura in cui i criteri di selezione si fondano esclusivamente sulla qualità del progetto e non sul ribasso dei corrispettivi, riteniamo che negli affidamenti ordinari di Servizi di Architettura e Ingegneria, in attesa di un auspicato allineamento del nuovo codice alla legge 49, la soluzione tampone potrebbe essere quella di limitare il ribasso solo alla quota relativa al rimborso spese forfettario previsto dal cosiddetto decreto parametri, a condizione che non vengano intaccati i corrispettivi principali e che siano garantiti i principi dell’equo compenso. Applicando tale principio, le stazioni appaltanti dovrebbero chiedere ai concorrenti di dimostrare la congruità dell’offerta in relazione alla distinta delle spese da affrontare per rendere il servizio oggetto dell’affidamento. Ma questa è solo un’idea per arginare gli effetti della sovrapposizione delle due leggi, che deve essere comunque risolta con un nuovo provvedimento legislativo o almeno con un parere rilasciato da organismi autorevoli, come ad esempio il consiglio superiore dei lavori pubblici.