Piano territoriale Lombardia: ok a coinvolgimento comuni, no a spreco di aree
Uno strumento che racchiude le linee di sviluppo del territorio per i prossimi 30 anni. Che dovrà essere equilibrato, condiviso nelle scelte, responsabile ne...
Uno strumento che racchiude le linee di sviluppo del territorio
per i prossimi 30 anni. Che dovrà essere equilibrato, condiviso
nelle scelte, responsabile negli interventi edificatori,
privilegiando il riutilizzo di aree dismesse, e in sintonia con le
grandi trasformazioni viabilistiche e infrastrutturali.
È il Piano territoriale regionale (Ptr) , ideale e concreto proseguimento della legge n.12 del 2005 per il governo del territorio.
"È il primo piano adottato da una Regione italiana - ha detto l'assessore al Territorio e Urbanistica, Davide Boni, al termine della presentazione del documento nel corso di un convegno - che punta sullo sviluppo sostenibile nelle scelte di programmazione. Scelte che dovranno coinvolgere tutti gli attori pubblici, fino al più piccolo Comune. Se dobbiamo salvaguardare il territorio non possiamo più sfruttarlo in misura indiscriminata".
"È uno strumento dedicato a costruire il futuro della Lombardia - ha detto a sua volta il presidente della Regione, Roberto Formigoni, nel suo intervento al convegno - e a svilupparne le potenzialità, uno strumento dinamico, capace di integrare politiche per l'assetto territoriale, produttivo, sociale, il paesaggio e il patrimonio culturale. Che avrà l'obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini, un piano trasversale, aperto al confronto e alla condivisione di scelte, locali e generali, con gli enti locali".
"Inutile e dannoso, ad esempio, costruire nuovi insediamenti residenziali lontano dai luoghi di lavoro - ha precisato Boni -. La parola d'ordine dovrà essere crescita ragionata del territorio, che non può più essere sfruttato essendo una risorsa limitata. Questo vale anche in rapporto alle politiche di immigrazione e agli insediamenti di campi nomadi, di cui la norma contenuta nel Ptr non ne contempla neppure l'esistenza. Perché non possono esistere zone franche dove si vive al di fuori della legalità e delle normali condizioni di integrazione".
Parola d'ordine, dunque, sviluppo sostenibile e scelte condivise con tutti gli enti locali e territoriali, che oggi grazie al Sistema informativo territoriale hanno la fotografia esatta del territorio.
"Sviluppo ordinato, temporizzazione degli interventi per concludere le opere in tempi certi, anche in previsione di appuntamenti importanti come Expo 2015 - ha detto ancora Boni -. Sul territorio lombardo ci sono 10 milioni di metri quadri di aree dismesse, il cui recupero è fondamentale. Dove ci sono nuove infrastrutture e sviluppo sarà necessario compensare con maggior salvaguardia; e in tema di abusivismo non dobbiamo dimenticare quelle zone dove non c'è controllo del territorio, dove ci sono sacche di illegalità anche perché le responsabilità pubbliche si sovrappongono e le regole non vengono rispettate".
"Ora - ha concluso Boni - ci aspetta la fase legata all'approvazione definitiva del Piano da parte del Consiglio regionale: una fase aperta ancora al contributo di tutti, nella quale potranno essere apportati ulteriori miglioramenti alla proposta formulata dalla Giunta regionale".
Fonte: Regione Lombardia
È il Piano territoriale regionale (Ptr) , ideale e concreto proseguimento della legge n.12 del 2005 per il governo del territorio.
"È il primo piano adottato da una Regione italiana - ha detto l'assessore al Territorio e Urbanistica, Davide Boni, al termine della presentazione del documento nel corso di un convegno - che punta sullo sviluppo sostenibile nelle scelte di programmazione. Scelte che dovranno coinvolgere tutti gli attori pubblici, fino al più piccolo Comune. Se dobbiamo salvaguardare il territorio non possiamo più sfruttarlo in misura indiscriminata".
"È uno strumento dedicato a costruire il futuro della Lombardia - ha detto a sua volta il presidente della Regione, Roberto Formigoni, nel suo intervento al convegno - e a svilupparne le potenzialità, uno strumento dinamico, capace di integrare politiche per l'assetto territoriale, produttivo, sociale, il paesaggio e il patrimonio culturale. Che avrà l'obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini, un piano trasversale, aperto al confronto e alla condivisione di scelte, locali e generali, con gli enti locali".
"Inutile e dannoso, ad esempio, costruire nuovi insediamenti residenziali lontano dai luoghi di lavoro - ha precisato Boni -. La parola d'ordine dovrà essere crescita ragionata del territorio, che non può più essere sfruttato essendo una risorsa limitata. Questo vale anche in rapporto alle politiche di immigrazione e agli insediamenti di campi nomadi, di cui la norma contenuta nel Ptr non ne contempla neppure l'esistenza. Perché non possono esistere zone franche dove si vive al di fuori della legalità e delle normali condizioni di integrazione".
Parola d'ordine, dunque, sviluppo sostenibile e scelte condivise con tutti gli enti locali e territoriali, che oggi grazie al Sistema informativo territoriale hanno la fotografia esatta del territorio.
"Sviluppo ordinato, temporizzazione degli interventi per concludere le opere in tempi certi, anche in previsione di appuntamenti importanti come Expo 2015 - ha detto ancora Boni -. Sul territorio lombardo ci sono 10 milioni di metri quadri di aree dismesse, il cui recupero è fondamentale. Dove ci sono nuove infrastrutture e sviluppo sarà necessario compensare con maggior salvaguardia; e in tema di abusivismo non dobbiamo dimenticare quelle zone dove non c'è controllo del territorio, dove ci sono sacche di illegalità anche perché le responsabilità pubbliche si sovrappongono e le regole non vengono rispettate".
"Ora - ha concluso Boni - ci aspetta la fase legata all'approvazione definitiva del Piano da parte del Consiglio regionale: una fase aperta ancora al contributo di tutti, nella quale potranno essere apportati ulteriori miglioramenti alla proposta formulata dalla Giunta regionale".
Fonte: Regione Lombardia
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