Rifacimento del tetto: occhio alle pendenze e alle altezze
Anche se l'aumento di superficie interna utile è consentito, non è detto che sia fattibile tramite la modifica della copertura. Ecco una recente sentenza del Consiglio di Stato
Sebbene i piani di recupero nei centri storici possano prevedere l’aumento delle superfici utili interne al perimetro murario preesistente e del numero dei piani, non è detto che il rifacimento del tetto con diverse pendenze e altezze sia indolore, soprattutto se esplicitamente vietato.
Rifacimento tetto in centro storico: no a variazione pendenze e altezze
La conferma arriva dal Consiglio di Stato che, con la sentenza n. 7806/2023, ha ritenuto legittimo il diniego a un permesso di costruire per il rifacimento del tetto di un edificio in centro storico.
Sebbene fossero consentiti lavori di ristrutturazione edilizia ma senza ampliamento, anche con aumenti della superficie utile interna al perimetro murario preesistente e del numero dei piani, la normativa prevedeva che non venissero modificate le pendenze medie delle coperture e l'altezza massima di ciascun fronte. In questo caso invece il progetto avrebbe modificato le quote in altezza, portando la parte della gronda da circa cm. 20 la minima e circa cm. 220 la massima, a quote modificate con cm. 197 la minima e 257 la massima, portando alla realizzazione di due ampie finestre sul fronte che così si è creato ex novo, lì dove c’era solo il tetto.
Secondo il ricorrente, l'intervento di ristrutturazione non si sarebbe discostato dal piano di recupero in quanto la superficie del sottotetto era comunque esistente, nè si sarebbe trattato di nuova superficie edilizia. Inoltre i lavori non avrebbero comportato la rimozione totale delle opere ma si sarebbero limitati ad interventi di rifacimento della falda del tetto che, per essere staticamente valida ed adeguata alla normativa sismica, doveva essere comunque rimossa e ricostruita, con l'intervento che è stato poi attuato, rispettando la struttura del tipo in legno.
Una tesi che non ha convinto i giudici di Palazzo Spada: secondo il Consiglio è evidente la violazione della disposizione del Piano di recupero, con la modifica della pendenza media della copertura, prima degradante e ora arretrata e alzata notevolmente, e la diversa altezza massima del fronte, con la presenza di una parete con due finestre, lì dove c’era solo la pendenza del tetto.
Documenti Allegati
Sentenza