Superbonus: basta analisi parziali e fuorvianti
Il commento di Federcepicostruzioni: benefici sistematicamente ignorati, si parla solo dei costi della misura
Venuto alla luce sotto i migliori auspici di un'agevolazione fiscale pensata per rilanciare l'economia, il Superbonus adesso sta conoscendo il suo momento più buio, destinato a diventare pesto quando verrà messo completamente in soffitta.
Superbonus: analisi poco obiettive e demonizzanti
Una parabola discendente che sta generando non poco rammarico, delusione e preoccupazione itra gli addetti ai lavori. A esprimere tutta la sua amarezza è ad esempio il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi, evidenziando come si continuino a leggere “Commenti e stime che si soffermano sui costi di questa detrazione e sulle previsioni di tiraggio, eludendo aspetti di non secondaria importanza, determinanti per una obiettiva e seria valutazione del Superbonus 110% e anche del suo reale impatto economico sul sistema-Paese”.
Un parere che sembra ripercorrere in maniera critica le parole del Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, sulla valutazione del Superbonus.“È impossibile, prima ancora che ontologicamente scorretto - aggiunge ancora il presidente di Federcepicostruzioni - prescindere da una analisi complessiva sull’impatto economico: se oggi ci si vanta, anche a livello europeo, di una maggiore tenuta dei conti del nostro Paese rispetto a segnali di stagnazione e crisi emergenti in realtà limitrofe, lo si deve anche al Superbonus, che ha rilanciato un comparto in grave crisi e sostenuto un vasto indotto e l’occupazione”.
Lombardi ricorda come la crescita del Pil negli ultimi anni sia in buona parte imputabile proprio agli investimenti legati al Superbonus 110%. Non ci sta quindi il presidente della Federazione a sentir parlare ancora della "più grande truffa ai danni dello Stato", di una "bomba sociale" pronta a esplodere, o di una “voragine” nei conti sempre più difficile da quantificare con certezza. "È un modo elusivo ed evasivo per evitare una seria ed obiettiva analisi, che pure potrebbe agevolmente avvenire con le copiose documentazioni fornite – oltre che da organismi e Centri Studi terzi, tra i quali anche quello di Federcepicostruzioni – dalla stessa Ragioneria dello Stato e dal Ministero per le finanze”.
Riclassificazione crediti fiscali: gli effetti sulla Legge di Bilancio
Secondo Lombardi, l'attenzione si focalizza sistematicamente sui “costi lordi” per le casse dello Stato, senza dubbio ingenti e sottostimati inizialmente, quando il primo vero problema è legato alla riclassificazione fiscale decisa quest'anno da Eurostat, che ha imposto agli Stati di computare per intero i crediti pagati in più anni, nell'anno contabile in cui vengono concessi. Da qui l’effetto devastante per il Superbonus, tutto concentrato su questa manovra finanziaria, che dovrà appunto tener conto in una volta sola di effetti che in realtà si spalmeranno in un quinquennio, “Cioè quando, ed è importante sottolinearlo, inizieranno a farsi sentire anche gli effetti positivi prodotti dal Superbonus, sistematicamente trascurati o ignorati del tutto”.
Superbonus: i benefici ignorati
Ribadisce il presidente di Federcepicostruzioni che la corretta valutazione del Superbonus dovrebbe comprendere non solo i costi, ma appunto anche i benefici sul Pil, sul saldo debito/Pil, sul gettito fiscale, sui redditi e sui consumi, sugli investimenti privati connessi, sulle emissioni inquinanti, e a lungo andare anche sulla salute.
Senza dimentticare i benefici occupazionali: la misura ha generato 900mila nuovi occupati: 373mila posti di lavoro in più nel settore rispetto al 2019 e 527mila nuovi posti di lavoro nell’indotto. Più occupazione ma anche migliori redditi per i lavoratori edili, sostegno alla domanda e quindi anche ai consumi. Dati ovviamente non facilmente stimabili, ma che vengono del tutto ignorati. "Si parla sistematicamente di “voragine nei conti”, addirittura “inquantificabile con certezza", ignorando però, colpevolmente o strumentalmente, il fatto che il minor gettito fiscale legato alle minori tasse incassate dallo Stato per effetto delle compensazioni dei crediti di imprese e cittadini per il Superbonus sarà in parte compensato dai maggiori introiti in termini di Iva, Irpef, Irap, Ires contributi previdenziali Inps e via dicendo, comunque legati, direttamente o indirettamente, al Superbonus”.
Questi introiti contribuiscono ad abbattere il costo netto del Superbonus. E per ribadirlo, Lombardi ricorda quanto riportato nella relazione annuale del 2022 della Banca d’Italia, ovvero che "tenendo conto di questi fattori si può stimare che il costo netto per le finanze pubbliche delle agevolazioni introdotte nel 2020 sia comunque di circa la metà del loro valore".
E ancora, tra gli aspetti che sistematicamente sfuggono alle analisi: l’incremento del valore degli immobili oggetto di riqualificazione, che supera i 7 miliardi di euro e, dal punto di vista ambientale la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera; la riqualificazione di quartieri e immobili dismessi, con il rinnovo del 4% del parco immobiliare, con un efficientamento che ha consentito un risparmio in bolletta per le famiglie di circa mille euro annui per ciascuna unità immobiliare.
Lombardi (Federcepiscostruzioni): basta caccia alle streghe
Per Lombardi quindi quantificare realmente e seriamente i benefici del Superbonus è molto più complesso che tener conto dei soli costi. “Rimaniamo dell’avviso, e lo avviamo evidenziato in un articolato studio sottoposto anche al Governo, che l’impatto del Superbonus sulle finanze pubbliche sia addirittura positivo: l’incremento di Pil generato a debito, cioè facendo deficit, è superiore all’impatto sul debito, giacché migliora, in termini percentuali, i fondamentali di finanza pubblica e il rapporto deficit/pil".
Si dovrebbe quindi porre fine a questa “incomprensibile caccia alle streghe che stride con gli impegni sottoscritti dal nostro Paese a livello europeo in materia di politiche per l’efficientamento energetico. Il Superbonus 110% è l’unica misura che in questi anni si è mossa in questa direzione, rientrando non a caso nelle politiche di sostegno del Pnrr. Sopprimerla di punto in bianco senza una accorta valutazione di strumenti alternativi che si muovano nella medesima direzione e con la stessa finalità, equivale in qualche modo a rinunciare a politiche prioritarie per l’Unione Europea, e ad impegni assunti dal nostro Paese a livello internazionale”.
“È quindi a dir poco fuorviante e poco corretto – conclude –continuare a far finta che alla tenuta dell'economia non abbiano contribuito anche i bonus edilizi, individuando solo il marcio del Superbonus, tacendone i benefici. È una misura che l’Italia deve necessariamente riproporre, se vuole rispettare i propri impegni con l’Europa. Meglio, più serio e più responsabile sarebbe invece analizzare seriamente questa misura, per sfruttare al meglio e potenziare gli indubbi benefici che ha arrecato: all’economia, all’ambiente e alle città”.