Cessione del credito: possibile marcia indietro?
Un intervento del consigliere Enrico Zanetti potrebbe lasciare intendere un ripensamento sulle limitazioni imposte dal Decreto Cessioni
Se fosse una soap opera si potrebbe chiamare “Senza fine”, anche se più che a un amore, il riferimento sarebbe alle continue modifiche normative imposte al Superbonus e alla cessione del credito. Ma più che rosa, i contorni della vicenda assumono sempre più quelli da film giallo, che lasciano con il fiato sospeso gli spettatori (in realtà co-protagonisti, trattandosi di diretti interessati dai cambiamenti).
Cessione del credito: ripensamento in vista?
E, guardando alle recenti dichiarazioni del consigliere del ministro dell'Economia e delle Finanze, Enrico Zanetti, rilasciate nel corso del Congresso Nazionale dei Commercialisti, sembrerebbe che un nuovo capitolo possa aprirsi sull’art.121 del Decreto Rilancio.
In particolare, il consigliere è intervenuto su tre tematiche strettamente collegate fra di loro: il Superbonus, il ruolo delle asseverazioni e dei visti di conformità nella prevenzione delle truffe fiscali e il futuro delle opzioni alternative alle detrazioni dirette, ovvero cessione del credito e sconto in fattura.
Sul Superbonus, Zanetti ha ribadito la posizione del Governo, ovvero l’utilità della maxi agevolazione in un momento particolare, qual è stato quello della pandemia e in cui era necessario uno shock. Mantenerla a regime sarebbe invece una scelta sciocca, e insostenibile per le casse dello Stato. Un concetto che ha supportato ricordando gli effetti sui conti pubblici.
Diverse invece le considerazioni su cessione del credito e sconto in fattura, strettamente legati all’utilizzo di asseverazioni tecniche e visti di conformità. Sul punto, Zanetti ha spiegato che “Gli sconti e le cessioni, senza visti di conformità e senza asseverazioni tecniche, sono un eccezionale veicolo per le truffe. Con visti di conformità e con le asseverazioni tecniche sono un eccezionale veicolo per l’economia.”
Niente modifiche al Superbonus
Da questo punto di vista, sembra esserci un’apertura: il Consigliere ha infatti sottolineato che la completa eliminazione del Superbonus, ma soprattutto la cancellazione delle opzioni previste dall’art. 121 potrebbe avere degli effetti negativi, frutto di una scelta non abbastanza ragionata.
In ogni caso, rimane fermo un punto: sul superbonus non sono previsti interventi nel disegno di Legge di Bilancio 2024. Ciò significa che se si dovesse confermare in Parlamento il testo licenziato dall'esecutivo, dal 1° gennaio 2024 si applicheranno le stesse regole.
Vedremo se invece cambierà qualcosa per sconto in fattura e cessione del credito, anche se in realtà le recenti dichiarazioni del ministro Giorgetti sul punto non lasciano ben sperare. La saga continua.