DDL di Bilancio 2024: misure contro le imprese?
Il commento della Federazione CNL alla bozza di testo: troppe norme che vanno contro il settore dell'edilizia, motore dell'economia del Paese
Parla non di perplessità, ma di vera indignazione, il comunicato di CNL – Federazione Nazionale delle Progettazioni, Costruzioni e Infrastrutture, nel commentare la lettura del DDL di Bilancio 2024, evidenziando la presenza di misure che esprimono un accanimento nei confronti del settore dell’edilizia.
DDL di Bilancio 2024: misure contro edilizia e Superbonus
Nonostante il ministro Giancarlo Giorgetti abbia sottolineato, nel corso della conferenza stampa dedicata alla manovra finanziaria, che non ci sarebbero stati interventi sulla questione Superbonus, di fatto, secondo CNL, avrebbe smentito se stesso “scegliendo di accanirsi ulteriormente contro il settore dell'edilizia con 3 nuovi balzelli ignorando totalmente le sofferenze già provocate e mai risolte ad imprese, committenti e professionisti intrappolati dal blocco delle cessioni dei crediti fiscali”.
Tre in particolare le misure che rappresenterebbero quelle che vengono definite come “randellate”:
- l’innalzamento a partire dal 2024 di 3 punti percentuale sulla ritenuta, da 8% a 11% (pari ad un aumento del 40% circa), che gli intermediari finanziari sono tenuti a trattenere a titolo di acconto sulle imposte sui redditi al momento dell'effettuazione di bonifici da parte dei clienti nei confronti di imprese e professionisti. Spiega CNL che si puniscono ancora una volta le PMI e i professionisti privandoli di ulteriore liquidità, già sofferenti da oltre 18 mesi per i crediti incagliati;
- la tassazione sulle plusvalenze ottenute dalla vendita delle seconde case oggetto di interventi superbonus, nel caso in cui gli immobili vengano venduti nei cinque anni successivi dalla fine dei lavori;
- i controlli dell’Agenzia delle Entrate sugli immobili che hanno usufruito del c.d. superbonus 110% , per verificare se sia stata presentata, ove prevista, la dichiarazione di variazione catastale, in modo da modificarne le rendite catastali.
L'appello della CNL
Rivolgendosi direttamente al ministro, CNL ha ribadito che in questa maniera si punisce il settore dell'edilizia, da sempre motore trainante dell'economia del nostro paese, con conseguenze di cui Giorgetti stesso sarebbe responsabile: “Non ci stanchiamo e non ci stancheremo mai di appellarci alla ragionevolezza ed al buon senso della politica e degli uomini e delle donne che compongono questo Governo invitandoli a risolvere celermente i problemi sollevati e resi a Lei noti, Ministro, ed ai suoi collaboratori, messi ben in evidenza al tavolo tecnico di luglio scorso e che ad oggi risultano ancora irrisolti”.
“Proroghe delle scadenze, moratorie, rilascio garanzie pubbliche a supporto delle cessioni dei crediti e rendere i crediti illimitatamente cedibili e frazionabili come lo erano prima degli interventi del Governo Draghi di cui Lei faceva parte”, sono le proposte con cui la Federazione conclude il proprio appello.