Prevenzione sismica: investire con incentivi fiscali per la messa in sicurezza
L’intervento del ministro Nello Musumeci alla Giornata Nazionale per la Prevenzione Sismica: fondamentale il coinvolgimento dei tecnici per individuare le linee guida sulla mitigazione del rischio
Sottolineare l’importanza del ruolo che deve avere la prevenzione del rischio sismico nel nostro Paese e facilitare la messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente: sono questi i temi fondamentali che sono stati trattati nel corso della VI edizione della Giornata Nazionale della prevenzione sismica, organizzata da Fondazione Inarcassa, CNI e CNAPPC e patrocinata da Inarcassa.
Giornata della Prevenzione sismica: istituzioni e professionisti a confronto
Una giornata che ha visto l’intervento istituzionale di Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, e di Erica Mazzetti, Commissione Lavori Pubblici. Guido Castelli, Commissario straordinario Sisma 2016 e Fabrizio Curcio, Capo della Protezione Civile hanno aperto il panel tecnico a cui hanno preso parte Paolo Clemente, già Dirigente di ricerca ENEA, Luigi Ferrara, Capo del Dipartimento Casa Italia, Edoardo Cosenza, Università Federico II di Napoli e Giuseppe Ferro, Politecnico di Torino. Al centro del dibattito curato dal giornalista Gianluca Semprini, le proposte politiche di contenimento del rischio sismico, attraverso la razionalizzazione di finanziamenti e agevolazioni fiscali, che restano la leva principale per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio del Paese.
La giornata è stata l’occasione per il Ministro Musumeci per sottolineare il ritardo in Italia in materia di prevenzione strutturale. “Siamo consapevoli che questo è un ritardo frutto di una abitudine culturale difficile da scardinare ma sul quale ci dobbiamo impegnare per ottenere un cambio di passo. Un lavoro da portare avanti consci che nel nostro paese le ricostruzioni costano tanto e dobbiamo intervenire per razionalizzare questo processo impedendo che in Italia nasca l’industria del terremoto, o della ricostruzione”.
Per Musumeci è necessario lavorare sulla consapevolezza della popolazione che conoscere il rischio significare ridurre il rischio. Per questo chiede agli architetti e agli ingegneri di riunirsi attorno a un tavolo tecnico per elaborare un serio progetto per la mitigazione del rischio sismico. “Un tavolo con compiti e scadenze precise che speriamo in 45 giorni, dalla sua prima riunione, possa già dare degli articoli precisi che possano tracciare una nuova strada”, ha detto il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare.
L'importanza dei bonus fiscali per ricostruzione e riqualificazione
Un parere condiviso dal Commissario Straordinario Sisma 2016, Guido Castelli: “Sottoscrivo interamente il manifesto promosso in questa giornata perché è necessario costruire, o ricostruire nel caso delle aree del cratere del terremoto del 2016, stando attenti a determinati criteri di sicurezza che non possono essere più ignorati. Non solo in questo caso la ricostruzione deve essere occasione per innovare e ridare sicurezza. Oggi abbiamo ancora circa 30mila persone fuori casa nelle aree colpite da quel terremoto, questo è la nostra priorità. Per questo è fondamentale lavorare sulla prevenzione, perché queste situazioni in futuro non si verifichino più”.
Di sensibilizzazione sul rischio sismico e dell’importanza di effettuare prevenzione ha parlato anche il Presidente della Fondazione Inarcassa, Andrea De Maio: “La prevenzione sismica non è un costo, è un investimento che consente di risparmiare sulla ricostruzione, non fermare i settori produttivi delle zone colpite dall’evento e creare sviluppo per l’intera filiera delle costruzioni” De Maio ha chiesto l’introduzione di un’agevolazione fiscale per facilitare le verifiche di sicurezza statica e sismica degli edifici. L’obiettivo finale deve essere quello di non avere mai più morti in Italia a seguito di terremoti. “Per raggiungerlo ci mettiamo a disposizione della politica con le nostre competenze e conoscenze”, ha precisato.
Dibattito sulla prevenzione che, ha sottolineato Domenico Perrini, Presidente del CNI, coincide con un momento importante di confronto istituzionale tra tecnici e politici sul processo di conversione del cosiddetto decreto “Campi Flegrei”, senza contare le importanti decisioni che saranno prese dal Governo in merito alle risorse da dedicare all’attività di riduzione del rischio sismico degli edifici pubblici. “Per gli ingegneri e gli architetti queste sono buone occasioni per continuare a rappresentare la necessità di porre in essere una serie di interventi che mirano alla riduzione del rischio sismico cui è soggetto il patrimonio edilizio del nostro Paese. Da anni gli ingegneri hanno fissato i passaggi necessari per dare concretezza a questo obiettivo”. Il riferimento è alla classificazione degli edifici, per proseguire poi, sulla base dei dati raccolti, col monitoraggio costante degli edifici a rischio e, infine, con la produzione della documentazione necessaria sulla vulnerabilità dei fabbricati che consenta di individuare gli interventi necessari per la loro messa in sicurezza. “In questo contesto, non è un mistero che gli ingegneri chiedano da anni l’introduzione del Fascicolo del fabbricato. Una adeguata conoscenza dello stato dei nostri fabbricati, poi, consente anche di determinare correttamente i costi delle assicurazioni, commisurati all’effettivo stato dell’immobile”.
Secondo Perrini, si tratta di effettuare una vera e propria diagnosi preliminare che consenta di programmare e graduare gli interventi e fissare i termini delle assicurazioni, un processo che evidentemente va a totale garanzia dell’interesse del singolo cittadino e quindi dell’intera collettività. “Gli ingegneri italiani ritengono che questo sia l’approccio più corretto ed efficace per mettere finalmente in sicurezza il patrimonio edilizio del Paese. L’auspicio, come di consueto, è che questa Giornata, grazie ai suoi importanti momenti di confronto e riflessione, possa contribuire a rendere l’iniziativa della politica più concreta e determinata”, commenta il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
Di impegno prioritario nelle politiche di prevenzione, indispensabili nel nostro Paese, segnato da una drammatica esperienza storica ha parlato il presidente del CNAPPC, Francesco Miceli. “È anche una opportunità per promuovere la cultura della prevenzione e sensibilizzare i cittadini e le popolazioni interessate sulla necessità di attivare azioni concrete per la mitigazione del danno. Riscontriamo, tuttavia, al di là delle dichiarazioni di rito, un ritardo storico nel porre in essere una “strategia di prevenzione” insieme alla programmazione di interventi sistematici nelle aree di maggiore rischio.”
Per Miceli è necessario incrementare adeguatamente il fondo previsto dalla legge n. 145/2018 per destinare le risorse disponibili alla copertura del triennio 2021 - 2023, in modo da consentire l’adeguamento ed il miglioramento sismico degli edifici pubblici, a cominciare dalle scuole e dagli ospedali, e del patrimonio abitativo pubblico e privato nelle aree ad elevato rischio sismico e con il supporto degli studi e della microzonazione. “I provvedimenti emanati che prevedevano importanti agevolazioni fiscali in materia sismica, il cosiddetto Sismabonus, potevano essere uno strumento decisivo per incentivare la politica della prevenzione, purtroppo, il loro limite è stato l’assenza di qualsiasi valutazione delle priorità. Era invece necessario graduare l’entità delle agevolazioni fiscali in funzione del maggiore o minore rischio sismico. Così non è avvenuto e si è consentito un notevole impegno di risorse da parte dello Stato verso l’efficienza energetica degli edifici ed in minima parte in direzione del rischio sismico. Una agevolazione indifferenziata che non ha tenuto conto della realtà fisica e sociale del Paese”.
Da qui, anche sulla base degli errori finora commessi, la necessità di coniugare la prevenzione sismica con strumenti adeguati ed efficaci di agevolazione fiscale: “in buona sostanza si tratta di attivare processi di sussidiarietà che abbiano come elemento distintivo la partecipazione dei cittadini che vivono in territori a più alto rischio sismico”, conclude iL presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC.