DDL di Bilancio 2024: le dichiarazioni del ministro Giorgetti
Una Finanziaria con margini ristretti di manovra, a causa dell'aumento del fabbisogno di cassa riconducibile agli incentivi edilizi, in particolare agli interventi Superbonus
Continuano i lavori in Commissione Bilancio al Senato sul testo di ddl di Bilancio 2024, nel corso dei quali è stato audito anche il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
DDL di Bilancio 2024: l'audizione del MEF
Il Ministro ha specificato che il disegno di legge di bilancio concentra le risorse disponibili su obiettivi chiari e ben delimitati in un contesto delicato, introducendo, al contempo, interventi finalizzati a favorire la sostenibilità complessiva della finanza pubblica nel medio lungo periodo.
Giorgetti ha spiegato che la manovra si muove entro margini molto stretti, a causa di un contesto geopolitico molto complicato, in cui il sistema italiano, nonostante tutto, ha retto il colpo mantenendo una sostanziale stabilità nel PIL. Allo stato, risulta trascurabile l’impatto sulla crescita del 2024. Seppure dati più recenti mostrino la tendenza alla decelerazione dell’inflazione, il livello dei prezzi continua mantenersi elevato. Secondo il ministro, le variazioni dei prezzi non sono state lineari e omogenee, ma si son registrate forti distorsioni i con conseguenze immediate anche sulla distribuzione del reddito.
Da qui la volontà di concentrarsi dando sostegno alle famiglie anche per compensare, per quanto possibile, la perdita di potere di acquisto che hanno subito finora. Ciò dovrebbe tradursi in un sostegno ai consumi, all’occupazione e alla crescita del PIL. Buone aspettative anche dal PNRR, a sostegno dell’attività economica,” innescando esternalità positive negli investimenti privati e favorendo un irrobustimento della crescita a più lungo termine”.
Il debito pubblico e il Superbonus
Non manca il riferimento al Superbonus. la manovra - spiega Giorgetti - è stata costituita su vincoli stringenti, il primo dei quali rappresentato dall’onere degli interessi sul debito pubblico, fortemente dall’aumento del fabbisogno di cassa riconducibile agli incentivi edilizi, in particolare il superbonus, che nel mese di ottobre ha mostrato ancora una crescita degli interventi (+4,2 miliardi rispetto al mese di settembre). Per questo motivo, spiega il Ministro, con il decreto-legge n. 145/2023, è stato necessario adeguare, per ulteriori 15 miliardi, la copertura del maggior fabbisogno generato nell’anno corrente dal ricorso a queste agevolazioni.
Il secondo fattore che ha limitato gli spazi di manovra è rappresentato dall’andamento della spesa per prestazioni sociali: l’effetto dell’elevata inflazione registrata negli ultimi due anni, unitamente alle dinamiche derivanti dalla legislazione vigente e alla transizione demografica in corso, dovrebbero portare la spesa per prestazioni sociali in denaro al 20,7 per cento del PIL nel 2026.
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Gli interventi a sostegno dei redditi
In generale, la manovra di finanza pubblica deve essere considerata come il complesso degli effetti del decreto-legge n. 145 del 2023 (cd. Decreto anticipi), dei primi moduli di attuazione della riforma fiscale e del disegno di legge di bilancio 2024-2026, che dispongono misure tali da realizzare gli obiettivi programmatici indicati nella Relazione approvata lo scorso 17 ottobre dai due rami del Parlamento.
L’ambito di intervento più rilevante della manovra per il prossimo anno è rappresentato dal sostegno al potere d’acquisto delle famiglie con le seguenti inziative:
- esonero parziale dei contributi previdenziali;
- avvio della riforma dell'IRPEF che nel 2024 ridurrà gli scaglioni di reddito da quattro a tre;
- aliquota al 5% per i premi di produttività;
- potenziamento degli strumenti di welfare aziendale (c.d. fringe benefit);
- bonus energia per ceti meno abbienti nel I trimestre 2024;
- rinnovo della carta “dedicata a te”;
- agevolazione per l’acquisto della prima casa per i giovani;
- rifinanziamento del fondo destinato a coprire gli oneri dei rinnovi contrattuali del personale delle Amministrazioni statali per il periodo 2022-2024
- misure a sostegno della genitorialità e della natalità, con misure dedicate alle donne lavoratrici, il rafforzamento dei congedi parentali e bonus asilo nido;
- misure per l’uscita anticipata da lavoro e gli sgravi contributivi per chi invece deciderà di rimanere nonostante abbia raggiunto la pensione di anzianità.
Le disposizioni per le opere pubbliche e per le amministrazioni
Il disegno di legge di bilancio per il triennio 2024-2026 contiene anche diverse disposizioni in materia di opere pubbliche, ambiente, territorio, e calamità naturali.
Tra gli interventi più rilevanti introdotti:
- la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina;
- il rifinanziamento del Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche;
- gli investimenti sulla rete ferroviaria e sulla rete stradale di interesse nazionale;
- stanziamento nto di 250 milioni per le regioni a statuto ordinario (50 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028), per la realizzazione di opere ed interventi pubblici in vari settori (messa in sicurezza degli edifici e del territorio, viabilità e trasporto pubblico), nel contesto della transizione verde;
- 300 milioni per gli enti locali (100 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026) per incrementare le risorse già previste a legislazione vigente per il finanziamento della progettazione di interventi per la riduzione del rischio idrogeologico, per l’efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio comunale e per il miglioramento della sicurezza stradale.
- nuove risorse per il Giubileo 2025, per le misure di mitigazione strutturale della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, e per l’erogazione dei contributi per la ricostruzione privata nei territori colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023 mediante finanziamenti agevolati.
Il ruolo del PNRR
Giorgetti sottolinea come le riforme avviate negli ultimi mesi stanno velocizzando l’attuazione del piano, favorendo la realizzazione delle opere e degli investimenti previsti. Il riferimento è alla negoziazione con la Commissione Europea per l’approvazione di due proposte presentate dal Governo: la prima prevede alcuni aggiustamenti al Piano, la seconda concerne il capitolo REPowerEU che riguarderà riforme e investimenti per la diversificazione e la sostenibilità dell'approvvigionamento energetico del nostro Paese.
Le misure per le imprese
Per dare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e media imprese, la manovra rifinanzia la “Nuova Sabatini” e il Fondo per la crescita sostenibile, con effetti in termini di indebitamento netto complessivamente pari a 0,6 miliardi nel periodo 2023-2026.
Le imprese localizzate nelle regioni del Mezzogiorno, che con il decreto-legge “SUD” dello scorso settembre sono confluite nella Zona Economica Speciale Unica, potranno inoltre beneficiare di un’agevolazione sull’acquisto di beni strumentali.
Secondo Giorgetti, le imprese non sono state trascurate in quanto la manovra va letta in combinato con il PNRR e che ulteriori risorse per le imprese saranno disponibili in seguito all’approvazione, da parte della Commissione europea, della proposta di revisione del suddetto Piano come integrato con REPowerEU.