Mercato delle costruzioni: le previsioni 2024 nel nuovo rapporto Cresme
Pubblicato il nuovo rapporto congiunturale con le previsioni per l'anno prossimo. Crescita economica a rischio senza revisione degli incentivi fiscali e soluzioni per contenere i costi delle imprese
Il 2024 non lascia spazio a certezze o a stime positive sul fronte della crescita economica nel settore delle costruzioni, a fronte di un quadro internazionale carico di tensione e di una situazione interna in cui si sono accumulati inflazione, costi elevati dell’energia, diminuzione del potere di acquisto e revisione al ribasso del sistema di incentivi fiscali.
Settore costruzioni: le previsioni Cresme per il 2024
Sono questi i dati di sintesi presentati da Cresme nel XXXV rapporto congiunturale "Il mercato delle costruzioni 2024 - Scenario di medio periodo 2025-2027", nel quale si sottolinea come il problema della crescita debole e del debito forte tornano a caratterizzare uno scenario economico difficile, che ha fatto riemergere criticità strutturali e ha cambiato le condizioni del settore delle costruzioni.
Come spiegato nella nota di sintesi, l’attività di manutenzione del patrimonio residenziale ha iniziato la sua contrazione che diverrà pesante nel 2024 e nel 2025 (dai 120 miliardi a valori correnti del 2022 ai 60 del 2026), e la spinta delle opere pubbliche non basterà a garantire la tenuta dell’intero mercato, ma solo ad attenuarne la caduta. Il comparto delle opere pubbliche è entrato in una complessa fase esecutiva, considerato che negli ultimi 4 anni e mezzosono stati messi in gara 267 miliardi di euro di lavori pubblici, dei quali 74 afferenti al PNRR, e ne sono stati aggiudicati 204, dei quali 48 PNRR.
Crediti incagliati e costi di costruzione: la crisi delle imprese
Per quanto riguarda il mercato residenziale, a impattare sul brusco raffreddamento sono inflazione e politiche monetarie restrittive: la conseguenza sono valori negativi molto elevati anche nelle aree più dinamiche del Paese. Nel frattempo si erodono i risparmi delle famiglie, mentre continuano a crescere i costi di costruzione, a tal punto che alcuni modelli di offerta, come l’housing sociale, sono diventati quasi irrealizzabili per le imprese.
Secondo Cresme, il 2024 e il 2025 saranno con molta probabilità caratterizzati da fallimenti delle imprese più piccole e da un forte incremento del contenzioso. Una delle motivazioni, i famosi “crediti incagliati”: la mancata cessione dei crediti da bonus edilizi mette a rischio le imprese con meno liquidità, con conseguente anche interruzione di forntiure, dei lavori in corso di esecuzione e di pagamenti della manodopera.
La realizzabilità delle opere pubbliche
Tornando al settore degli appalti pubblici, uno dei problemi maggiori potrebbe rivelarsi la verifica dei costi dell’appalto dopo l’aggiudicazione e la successiva, effettiva realizzabilità, senza dimenticare che, terminate le grandi risorse pubbliche, sarà necessario pensare a nuovi impulsi come il ricorso al Partenariato Pubblico e Privato e la rigenerazione urbana.
I bonus edilizi e la Direttiva Green
Infine, altro punto di snodo per il settore, ripensare il tema della riqualificazione del patrimonio edilizio e che dovrà necessariamente confrontarsi con gli obiettivi di efficientamento energetico che verranno stabiliti dalla Direttiva Green.
Secondo Cresme, sarà difficile non pensare al raggiungimento delle nuove classi energetiche senza un'adeguata strutturazione degli incentivi fiscali legati agli interventi e tenendo conto delle attuali condizioni del bilancio italiano. Anche questa rappresenta una grande sfida che sarà necessario affrontare già dal prossimo anno.