Superbonus e cessione del credito: nuovo onere per i contribuenti?

Decade l'onere dell'asseverazione video per i tecnici, ma leggendo bene la nota di Deloitte, per i cessionari cambia ben poco

di Redazione tecnica - 13/12/2023

Un nuovo colpo di scena nel copione più volte scritto e modificato dell’asseverazione video finalizzata alla cessione dei crediti derivanti da interventi Superbonus.

E se i tecnici cantano vittoria, dopo le istanze presentate contro Poste Italiane e Deloitte, di fatto la patata bollente passa nelle mani dei cessionari, quindi dei contribuenti. Ma andiamo con ordine.

Cessione crediti Superbonus: l'asseverazione video

Facciamo un passo indietro: ricordiamo che con la Circolare del 23 giugno 2022, n. 23/E, l'Agenzia delle Entrate ha interpretato i contenuti dell'art. 121, commi 5, 6 e 7 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio), prevedendo che l’esclusione della responsabilità solidale dei cessionari solo qualora lo stesso dimostri "diligenza" nella verifica degli acquisti dei bonus edilizi.

Verifica di diligenza che include i controlli su queste possibili anomalie:

  • l'assenza di documentazione o palese contraddittorietà rispetto al riscontro documentale prodotto;
  • l'incoerenza reddituale e patrimoniale tra il valore e l’oggetto dei lavori asseritamente eseguiti e il profilo dei committenti beneficiari delle agevolazioni in esame;
  • la sproporzione tra l’ammontare dei crediti ceduti ed il valore dell’unità immobiliare;
  • l'incoerenza tra il valore del credito ceduto e il profilo finanziario e patrimoniale del soggetto cedente il credito qualora non primo beneficiario della detrazione;
  • le anomalie nelle condizioni economiche applicate in sede di cessione dei crediti;
  • la mancata effettuazione dei lavori.

Da qui la richiesta da parte della Deloitte e di Poste Italiane dell’asseverazione video quale ulteriore prova dei lavori, che ha destato una rivolta tra i professionisti, con esposti all’Antitrust e al Garante della Privacy con l’obiettivo di ottenere il «ritiro immediato», rispettivamente, della «Attestazione video dell’Asseveratore» e della «Dichiarazione del Responsabile dei Servizi di asseverazione tecnica» da ogni documento e sito relativo all’oggetto.

Il passo indietro di Poste Italiane

Oggi qualcosa è cambiato e, come ha segnalato l’OAR, Poste Italiane ha totalmente rinunciato al video: è stata infatti rimossa dalla «Guida alla richiesta di cessione dei crediti d’imposta a Poste Italiane da parte di privati» la figura – inesistente -del «responsabile dei servizi di asseverazione tecnica», prevedendo nell’elenco documenti richiesti, la sola «Dichiarazione dell’asseveratore tecnico».

La scelta di Deloitte: una vittoria a metà

Deloitte ha rimosso la figura del «responsabile dei servizi di asseverazione tecnica», chiarendo che «…la Videoispezione a cura dell’Asseveratore è sempre stata– e rimane tuttora – facoltativa, avendo ogni Utente modalità alternative di verifica dei lavori, modalità alternative che sono state da sempre adottate in tutti i casi in cui l’Asseveratore abbia manifestato al proprio committente (Utente) la propria indisponibilità a girare il breve video».

L’onere non sarà più a carico degli asseveratori, ma di fatto non verrà tolto e andrà a carico dei contribuenti: Deloitte ha precisato fra l’altro che «… consapevoli del fatto che detta richiesta poteva e può non essere considerata di agevole gestione da parte di alcuni degli Asseveratori, sin dai primi momenti di introduzione del presidio le nostre società hanno previsto che qualora qualche Utente avesse ricevuto manifestazione di indisponibilità del proprio Asseveratore in questo senso, l’effettuazione della Videoispezione sarebbe stata fungibile con diverse modalità di effettuazione della verifica del cantiere, da concordarsi di volta in volta con il singolo Utente; in questo senso la Videoispezione a cura dell’Asseveratore è sempre stata – e rimane tuttora – facoltativa, avendo ogni Utente modalità alternative di verifica dei lavori, modalità alternative che sono state da sempre adottate in tutti i casi in cui l’Asseveratore abbia manifestato al proprio committente (Utente) la propria indisponibilità a girare il breve video. A questo riguardo si precisa, ad esempio, che l’Utente potrà fornire un video girato da soggetti terzi qualificati indicati da Studio Tributario e Societario Deloitte Società tra professionisti S.r.l. Società Benefit e da Deloitte Consulting S.r.l. S.B., secondo modalità da definirsi con l’Utente medesimo. Confermiamo, infine, che tutto quanto sopra precisato risulta tanto dalla documentazione storicizzata quanto dai pop-up presenti sulla Piattaforma Deloitte».

Se Poste ha completamente fatto marcia indietro, Deloitte è quindi rimasta comunque ferma nel proposito di ottenere anche l’asseverazione video, per altre strade e che passeranno probabilmente dalle tasche dei cessionari.

Il commento degli Ordini professionali

Due passi indietro salutati in maniera positiva dal presidente dell’Ordine degli Architetti PCC di Roma, Alessandro Panci: “A essere difesa, in questo caso, è stata la dignità del professionista, che non è una impresa e che nello svolgimento delle sue funzioni è garante della pubblica utilità, e al quale non si può richiedere la produzione di documenti e adempimenti non dovuti. Si tratta di un risultato favorevole che può rappresentare una pietra miliare per riaffermare l’opportunità e la necessità – prima di adottare specifiche scelte – di interloquire con gli Ordini professionali».

 

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