Professione Ingegnere: si normalizza la quota di abilitati
Dopo il boom del periodo pandemico e delle semplificazioni delle procedure di esame, secondo l’analisi del Centro Studi del CNI il numero di ingegneri abilitati si è normalizzato
Dopo gli anni di pandemia e le conseguenti semplificazioni delle procedure di esame che avevano fatto aumentare il numero di abilitati alla professione di ingegnere e ingegnere iunior, la situazione sembra sia tornata agli standard pre-Covid.
Ingegneri abilitati: l’analisi del Centro Studi CNI
A rilevarlo è il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) che ha evidenziato come nel 2022 hanno conseguito l’abilitazione alla professione di Ingegnere 10.624 laureati magistrali (circa 4mila in meno rispetto al 2020 e al 2021), pari a circa un terzo dei laureati di riferimento. Nei due anni precedenti, invece, gli abilitati superavano la metà dei laureati.
Per quanto riguarda gli Ingegneri triennali, secondo i dati del CNI ambirebbero poco all’abilitazione professionale che riguarda appena il 4% (valore in linea con quello rilevato nei due anni precedenti).
Quanto alle performance sugli esiti delle prove degli Esami di Stato, ancora una volta appare elevato il tasso di successo che nel 2022, così come nel 2021, supera il 90% tra i laureati magistrali. Una leggera flessione si rileva invece tra gli ingegneri di primo livello visto che la quota di abilitati scende, in questo caso, al 77,3% dei candidati (nel 2021 era l’80,1%).
Iscrizione all’albo degli ingegneri
Nonostante l’abilitazione, è sempre molto alto il numero di laureati che non si iscrive all’Ordine professionale. A circa un anno di distanza dal termine della seconda sessione dell’Esame di Stato 2022, oltre la metà degli abilitati delle due sessioni non si è ancora iscritta all’Albo professionale. Un dato che evidenzia maggiormente la necessità di una riforma degli Ordini professionali, sui quali molti iscritti ancora oggi non ne comprendono pienamente le funzioni e l’utilità.
Nonostante i numeri inducano ad evidenziare il crescente disinteresse nei confronti dell’Albo professionale, sembra essersi tuttavia innescato un processo di crescente “avvicinamento” all’abilitazione professionale da parte dei laureati del settore industriale e dell’informazione, solitamente restii. Anche nel 2022, infatti, il gruppo più consistente di abilitati alla professione di ingegnere si rivela quello composto dagli ingegneri industriali che costituiscono circa la metà degli abilitati per la sezione A.
A livello geografico, aumenta la quota di abilitati della sezione A negli atenei del Centro Italia e, soprattutto, del Meridione, dove ha conseguito il titolo oltre il 35% degli abilitati, mentre, dopo l’exploit rilevato negli ultimi due anni, si riduce negli atenei del Nord-Ovest.
Le dichiarazioni
“I dati rilevati dal nostro Centro Studi - dichiara Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI - sono in linea con le preoccupazioni di questo Consiglio Nazionale che, dal suo insediamento persegue l’obiettivo dell’abilitazione e dell’iscrizione obbligatoria all’Albo per poter svolgere la professione di Ingegnere. Riteniamo, infatti, che l’esercizio di una professione come la nostra, fondamentale per la sicurezza e la salute dei cittadini, debba essere qualificato da un elemento di garanzia che solo il sistema ordinistico, vigilato dal Ministero della Giustizia, può assicurare”.
“L’avvicinamento costante all’abilitazione professionale da parte dei laureati nei settori dell’ingegneria industriale e dell’informazione - afferma Giuseppe Margiotta, Segretario del CNI delegato al Centro Studi - è un segno, ancorché parziale, dell’esigenza di qualificazione avvertita dai colleghi in queste branche fondamentali nell’attuale sviluppo dell’Industria 5.0, che noi sosteniamo con grande convinzione per le forti connotazioni etiche e deontologiche che implicano”.
Documenti Allegati
Analisi Centro Studi CNI