Superbonus 110% e D.L. n. 212/2023: serve completare i lavori!

In audizione in Commissione Finanze, il Cresme evidenzia le criticità connesse alle attuali misure previste all’interno del Decreto Legge n. 212/2023 (Decreto Superbonus)

di Gianluca Oreto - 23/01/2024

Continuano i lavori preparatori alla Camera dei Deputati in vista della conversione in legge del Decreto Legge 29 dicembre 2023, n. 212 (Decreto Superbonus), la cui scadenza è fissata per il 27 febbraio 2024 ma la sensazione è che, diversamente dal passato, si vogliano anticipare i tempi.

Decreto Superbonus: cosa è stato previsto per la transizione dal 90/110% al 70%

Non è un mistero che le aspettative del comparto circa una soluzione al problema della sospensione di molti cantieri e alla concomitante diminuzione dell’aliquota dal 90/110% al 70% siano state completamente disattese da un provvedimento emergenziale che ha badato più ai conti dello Stato che alle criticità degli operatori.

In tal senso, le uniche disposizioni al momento previste nel D.L. n. 212/2023 riguardano:

  • la possibilità di non perdere la detrazione indiretta (limitata unicamente all’utilizzo mediante sconto o cessione del credito) nel caso non si concludano i lavori e non si riesca ad ottenere il doppio salto di prestazione energetica (misura salva SAL);
  • un non precisato contributo per i redditi bassi (reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro) per le spese sostenute dall’1 gennaio 2024 al 31 ottobre 2024 in relazione agli interventi che entro il 31 dicembre 2023 abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60%.

Per il resto, il Decreto Superbonus prevede solo nuove limitazioni al meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito) oltre che al bonus 75% previsto dall’art. 119-ter del D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio) per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Conversione del Decreto Superbonus

Intanto, in Commissione Finanze sono già stati ascoltati diversi soggetti interessati tra i quali il Cresme che nella sua memoria ha puntualmente indicato le maggiori criticità del provvedimento in esame.

Relativamente alla misura salva SAL il Cresme ha evidenziato come questa:

  • da un lato, agevola i contribuenti non penalizzandoli sui lavori fin qui eseguiti;
  • dall’altro, non elimina se non parzialmente i contenziosi che potranno verificarsi fra committenti e imprese.

Contenziosi che secondo il Cresme saranno causati:

  • dall’allungamento dei tempi del cantiere;
  • dal mancato raggiungimento del target previsto;
  • dalla brusca interruzione del cantiere con lavori visibilmente non portati a compimento;

e che dipenderanno soprattutto dai contratti d’appalto e dai rapporti concreti tra le parti.

Serve completare i lavori

Secondo Cresme, sarebbe servita una misura per agevolare il fine lavori e non una conclusione a metà dell’opera. Per farlo, propone il centro di ricerche, sarebbe stato opportuno prevedere un sistema di integrazione tra il superbonus e le altre misure fiscali disponibili.

Per questo motivo, rileva il Cresme “Diventa fondamentale capire quali agevolazioni alternative potranno essere applicate all’ultima fase del cantiere, e con quali regole. In altri termini, per comprendere la possibilità di trasferire ad altre agevolazioni l’ultimazione del cantiere, occorrerebbe una certa chiarezza in una serie di elementi” quali ad esempio “come determinare la spesa residua, quali requisiti rispettare, cosa accade alla pratica edilizia aperta (Cila-superbonus)”.

Entrando nel dettaglio, dati Enea alla mano, Cresme stima che al 31 dicembre 2023 sono 9,7 miliardi di euro gli importi dei lavori non ancora realizzati per il solo superecobonus, a cui occorre aggiungere quasi 3 miliardi del supersismabonus (stimati sulla base degli sconti in fattura e cessioni di credito presentati dal MEF al question time in commissione Finanze n. 5-01625), arrivando ad un importo complessivo di investimenti, ammessi alla detrazione ma non ancora ultimati al 31 dicembre 2023, pari a 12,7 miliardi di euro.

Il contributo per i redditi bassi

Relativamente al contributo previsto all’art. 1, comma 2 del provvedimento, il Cresme sottolinea l’elemento di indeterminatezza in quanto la disposizione rimanda a modalità e criteri da definirsi con successivo decreto, creando aspettative che potrebbero essere disattese con il provvedimento attuativo.

Relativamente al limite di 15.000 euro, anche il Cresme (come già altri operatori) sottolinea come il calcolo del reddito introdotto dal Decreto Aiuti quater (D.L. n. 176/2022) generi complessità che, ad un primissimo esame, sembra penalizzino alcune tipologie di famiglie rispetto ad altre (ad esempio il contribuente pensionato, o la coppia senza figli).

Superbonus 110% fino al 31 dicembre 2025

Altro aspetto riguarda l’obbligo di contratti assicurativi a copertura dei danni cagionati ai relativi immobili da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale per chi utilizza ancora il superbonus 110% fino al 31 dicembre 2025. Ricordiamo, infatti, che ai sensi dell’art. 119, comma 8-ter del Decreto Rilancio:

Per gli interventi effettuati nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi a far data dal 1° aprile 2009 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza, la detrazione per gli incentivi fiscali di cui ai commi 1-ter, 4-ter e 4-quater spetta, in tutti i casi disciplinati dal comma 8-bis, per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025, nella misura del 110 per cento. Fermo restando quanto previsto dal comma 10-bis, per gli interventi ivi contemplati la detrazione spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025 nella misura del 110 per cento.

L’art. 2, comma 2, del D.L. n. 212/2024, per questa tipologia di intervento e in relazione alle spese sostenute per interventi avviati dal 30 dicembre 2023, obbliga alla stipula di un contratto assicurativo contro danni da calamità naturali. Secondo il Cresme sarebbero obbligati all’assicurazione quegli immobili che:

  • rientrano nei crateri sismici recenti (dal sisma nell’aquilano in poi) e che hanno le medesime probabilità di subire un altro evento sismico di una quota estesa del suolo nazionale (in particolare nelle zone 1 e 2, vedi tabella e mappa);
  • hanno effettuato interventi di consolidamento statico e/o rinforzo strutturale e pertanto dovrebbero essere meno soggetti a danni causati da eventi sismici.

Le limitazioni al bonus 75% barriere architettoniche

Ultimo aspetto, quello probabilmente più delicato, riguarda le modifiche apportate dall’art. 3 del D.L. n. 212/2023 alla disciplina fiscale prevista dall’art. 119-ter del Decreto Rilancio per gli interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche.

Il nuovo Decreto Legge:

  • mantiene esclusivamente l’eliminazione delle barriere alla mobilità verticale (rampe, ascensori, ecc.);
  • mantiene l’opzione dello sconto in fattura/cessione credito esclusivamente per i condomini e gli edifici di dimensione minore qualora il contribuente abbia un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro (sempre misurato con i criteri del DL aiuti quater) ovvero sia presente nel nucleo familiare un soggetto con disabilità accertata.

Secondo Cresme l’ambito di applicazione avrebbe potuto rimanere “allargato”, in particolare all’automazione per alcuni impianti, in presenza di soggetti con disabilità accertata nel nucleo familiare.

Il centro di ricerche fa, però, notare come “il rapido ed intenso invecchiamento della popolazione porta con sé un altrettanto intenso aumento del numero di persone con difficoltà di deambulazione. Ciò si traduce in una crescente condizione di disagio per tutti coloro che, vivendo in condominio, vedono ridursi notevolmente la propria autonomia e la propria qualità della vita, dato che in Italia gli edifici con più di tre piani senza ascensore l’87%% del patrimonio edilizio italiano”.

Al contempo, sarebbe stato più utile valutare un arco temporale semi-strutturale non limitato al 2025 in modo da evitare picchi di attività con i conseguenti picchi di oneri pubblici. Fattore che andrebbe valutato anche per interventi di efficientamento energetico e di messa in sicurezza degli immobili.

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