Superbonus: differenza tra risultati e previsioni macroscopica
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio evidenzia il differenziale macroscopico tra i risultati e le attese nel caso del Superbonus
In un nostro recente approfondimento, tralasciando l’aspetto (certamente rilevante) relativo agli effetti positivi di questa misura, avevamo sottolineato i numeri completamente differenti tra gli stanziamenti previsti dalla normativa di rango primario e gli interventi di superbonus effettivamente realizzati.
Superbonus tra attese e realtà
Numeri importanti che ci avevano portato a domandare come mai i 3 Governi che si sono succeduti in questi anni (Conte II, Draghi e Meloni) e i due Parlamenti non avevano mai previsto delle misure per il controllo della spesa.
Medesime considerazioni sono state fatte dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) nel corso dell’audizione al Senato per l’esame del disegno di legge di conversione del Decreto Legge 29 marzo 2024, n. 39 (Decreto Superbonus 2024 o taglia cessioni).
“Il Superbonus e, in misura minore, gli incentivi alle imprese Transizione 4.0 - rileva l’UPB - hanno inciso marcatamente sui conti pubblici degli ultimi anni lasciando anche una pesante eredità sul futuro. I loro effetti finanziari risultano superiori a quelli attesi nelle stime ufficiali per l’intero periodo di validità delle misure. Il DL 39/2024 introduce, tra le altre cose, norme volte ad arginare i costi delle misure nell’anno in corso e nei successivi: per entrambe le agevolazioni vengono richiesti alcuni adempimenti informativi ai fini del monitoraggio ex ante e, per il Superbonus, vengono stabilite ulteriori limitazioni, rispetto a quelle introdotte poco più di un anno fa, alla possibilità di ricorrere ai meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito”.
Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio “La differenza tra i risultati e le attese è stata macroscopica nel caso del Superbonus e non ha precedenti. Vi hanno contribuito fattori evidenti sin dalla sua introduzione – sebbene difficilmente prevedibili nell’entità degli effetti – legati alle caratteristiche specifiche della misura e altri che sono sopraggiunti come conseguenza di queste”.
I fattori chiave
Tra i fattori legati alle caratteristiche specifiche della misura:
- l’elevata percentuale dell’agevolazione, che ha comportato che la spesa incentivata fosse interamente a carico dello Stato eliminando di fatto il contrasto di interessi tra acquirente e fornitore;
- la fissazione di massimali di spesa agevolabile più elevati rispetto a quelli previsti per altri interventi di incentivo riguardanti gli immobili;
- l’attrazione nell’ambito della spesa agevolata anche di interventi già incentivati con aliquote inferiori (interventi trainati);
- la possibilità di fruire dell’agevolazione attraverso lo sconto in fattura e la cessione del credito, che ha allargato la platea dei beneficiari a soggetti incapienti o parzialmente incapienti e a coloro che non avrebbero avuto sufficiente liquidità per iniziare i lavori edilizi.
Elementi che, secondo l’UPB, hanno reso il Superbonus un “unicum tra le agevolazioni e, come tale, una misura i cui effetti finanziari erano particolarmente difficili da prevedere sin dalla sua introduzione. A fronte di queste caratteristiche e dell’automaticità dell’agevolazione, la norma avrebbe dovuto essere corredata sin dall’inizio da meccanismi di autorizzazione preventiva che avrebbero reso possibile l’inserimento di un tetto di spesa senza ledere i diritti acquisiti dei beneficiari”.
I fattori sopraggiunti
Tra i fattori che sono sopraggiunti e che hanno contribuito ad aumentare la spesa emergono:
- il progressivo prolungamento della validità della misura da fine 2021 a tutto il 2025 (con aliquota al 110 per cento fino a tutto il 2023);
- gli effetti annuncio di norme volte a contenere il ricorso all’agevolazione che hanno comportato, a tratti, accelerazioni nelle asseverazioni e nella realizzazione dei lavori;
- l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei materiali da costruzione come conseguenza, oltre che del generale aumento dei prezzi dei beni energetici, dell’accresciuta domanda di lavori e del venire meno del contrasto di interessi tra acquirente e fornitore;
- l’emergere di fenomeni fraudolenti essendo il sistema di controlli essenzialmente basato su certificazioni di soggetti privati.
I numeri sviluppati
Secondo l’UPB, tra eco e sisma, i numeri complessivi sviluppati dal Superbonus tra il 2020 e il 2023 sono pari a 170 miliardi di euro. Per la restante parte del 2024 e per il 2025, allo stato normativo attuale e tenendo conto delle disposizioni inserite nel Decreto Legge n. 39/2024, lo sconto in fattura e la cessione del credito saranno ancora possibili solo con riferimento a specifici investimenti nelle zone sismiche (per i quali peraltro è previsto un limite di spesa) e a investimenti per i quali continuano a valere le deroghe previgenti se entro il 30 marzo 2024 risultano avviate le formalità amministrative per la loro realizzazione o risultino iniziati i lavori o sia stato stipulato un accordo vincolante tra le parti o abbiano già sostenuto delle spese per lavori già effettuati.
È stato introdotto l’obbligo di fornire informazioni sulle spese già sostenute nel 2024 e su quelle che si intendono sostenere fino a tutto il 2025, che dovrebbero consentire un monitoraggio ex ante dell’onere a carico dello Stato. Rimane fino al 2025 la possibilità di usufruire dell’agevolazione sotto forma di detrazione di imposta ad aliquote più contenute.
Ciò plausibilmente restringerà nuovamente la platea dei beneficiari a coloro che risultino capienti fiscalmente e che non presentino vincoli di liquidità.
Gli insegnamenti del Superbonus
Andando oltre le critiche, l’UPB parla degli insegnamenti dall’esperienza del Superbonus da utilizzare per il futuro delle agevolazioni edilizie. Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio:
- in primo luogo, l’aliquota dell’agevolazione dovrebbe essere fissata a un livello tale da incentivare un comportamento ritenuto meritevole senza porre a totale carico dello Stato l’onere della spesa;
- in secondo luogo, l’agevolazione dovrebbe essere selettiva con riguardo sia alle attività incentivate sia ai beneficiari.
Relativamente al secondo punto, secondo l’UPB si dovrebbe condizionare meglio il riconoscimento delle agevolazioni agli interventi che garantiscono il maggior risparmio energetico a parità di risorse impiegate. Sul piano dei beneficiari, la possibilità di optare per lo sconto in fattura e il credito di imposta cedibile è stata riconosciuta alla generalità dei contribuenti anziché limitarla a coloro che avrebbero avuto problemi di capienza fiscale e vincoli di liquidità per anticipare le spese.
“In prospettiva, andrebbe valutata l’opportunità di sostituire un’agevolazione come quella attuale con un trasferimento monetario (un contributo diretto alla spesa) modulato in base alla condizione economica del nucleo familiare e alla classe energetica dell’edificio, sottoposto ad autorizzazioni preventive e soggetto a un limite di spesa. Ciò andrebbe affiancato sin da subito da un sistema di monitoraggio che consenta, da un lato, di valutare se la misura risulti efficace rispetto agli obiettivi perseguiti ed eventualmente poterla riorientare e, dall’altro, di verificare l’andamento delle risorse effettivamente impiegate. Il monitoraggio in itinere e la valutazione ex post assumono rilevanza per l’aggiornamento degli andamenti tendenziali di agevolazioni già esistenti e per migliorare l’efficacia delle nuove misure”.
Infine “Per alleviare i vincoli di liquidità dei nuclei familiari meno abbienti andrebbero inoltre valutati strumenti alternativi ai contributi a fondo perduto: forme di prestito agevolato anche attraverso meccanismi che prevedano il rimborso commisurato ai risparmi energetici ottenuti, come, ad esempio, nei contratti di rendimento energetico o di prestazione energetica di cui al D.Lgs. 102/2014, che potrebbero allargare la platea dei nuclei beneficiari a parità di risorse pubbliche”.
Documenti Allegati
Memoria UPB