Superbonus in 10 anni: se retroattivo si rischia l’incostituzionalità

In sede di conversione del Decreto Legge n. 39/2024, il Governo vuole prevedere l’obbligo di utilizzo del superbonus in 10 anni. Sarà una norma retroattiva?

di Gianluca Oreto - 09/05/2024

In questi lunghi e pesanti 4 anni di Decreto Rilancio e, in particolare, di superbonus il comparto dell’edilizia si è ormai “quasi” abituato a tutto.

Superbonus e cessione del credito: il calvario dei correttivi

Dopo 36 provvedimenti che hanno inciso direttamente o indirettamente sul bonus edilizio o sul meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito), di cui 14 emanati dall’attuale Governo, stupisce che ancora non si sia riusciti a trovare la “quadra” su una misura che evidentemente non è mai piaciuta all’attuale esecutivo (che solo dopo le elezioni di settembre 2022 ha manifestato il suo intendimento).

Benché sia chiaro che i “numeri” non siano solo merito/colpa dell’attuale Governo, da ottobre 2022 a marzo 2024 (18 mesi) gli investimenti ammessi al superbonus sono stati complessivamente oltre 66 miliardi di euro (su un totale di 117 miliardi). Da quando si è insediato il Governo Meloni, il superbonus ha viaggiato, dunque, ad una media di 3,6 miliardi di euro al mese di investimenti ammessi.

Numeri che non sono diminuiti nonostante:

Sono state le eccezioni e il trend degli interventi in continua ascesa, unitamente alla contabilizzazione di questo bonus come “credito pagabile” (e quindi da imputare nell’anno di sostenimento della spesa) ad indurre l’esecutivo a emanare il Decreto Legge 29 marzo 2024, n. 39 che ha definitivamente bloccato il meccanismo delle opzioni alternative, limitandolo ai lavori in corso d’opera e alle zone terremotate (con il vincolo sul totale).

La conversione del Decreto Legge n. 39/2024

Il D.L. n. 39/2024 dovrà essere convertito in legge entro il prossimo 28 maggio ma, dalle recenti dichiarazioni del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la sensazione è che si arriverà ad un voto di fiducia su un emendamento interamente sostitutivo preparato da Governo stesso.

Nel corso della discussione in sesta Commissione Finanze al Senato, il Ministro Giorgetti ha, infatti, anticipato che non saranno prese in considerazioni proposte di emendamento finalizzate a riaprire i confini tracciati sulle opzioni alternative e che le intenzioni del Governo sono quelle di prevedere una nuova disposizione per ripartire il superbonus in 10 anni già a partire dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame.

Sono, inoltre, allo studio alcune nuove misure per:

  • limitare le cessioni a tassi definiti “usurai”;
  • potenziare l'attività di vigilanza e controllo dei Comuni, che sarà incentivata riconoscendo una quota pari al 50% delle maggiori somme riscosse a titolo definitivo sia in relazione a tributi statali sia alle sanzioni civili emerse a seguito di accertamento.

La reazione di Erica Mazzetti (Forza Italia)

Non si è fatta attendere la reazione di Forza Italia che, benché faccia ancora parte della maggioranza, ha contestato la proposta del superbonus in 10 anni già a partire dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame.

Ho appreso con estremo stupore - ha dichiarato Erica Mazzetti, deputato di Forza Italia e responsabile nazionale dipartimento Lavori pubblici - che ci sarebbe la volontà di intervenire - di nuovo - sulle norme che regolano i crediti derivanti da Superbonus, in una congiuntura contrassegnata da evidenti difficoltà per le imprese edili, professionisti, i fornitori e di seguito tutti i committenti. Comprendo la necessità di salvaguardare i conti pubblici ma credo necessario e opportuno intervenire coinvolgendo gli attori della filiera edile che sono già nel panico. Si deve trovare una soluzione indolore per tutti al fine di uscire dal vortice Superbonus e, al tempo stesso, pensare a nuovi incentivi che non potranno minimamente assomigliare a questo".

Mi sento in dovere di suggerire - prosegue la deputata di Forza Italia - massima cautela relativamente alla paventata ipotesi dell'obbligo di spalmare i crediti da 4 a 10 anni anche per quelli antecedenti, ipotesi che apre al rischio default del settore: le norme non possono essere retroattive, l'introduzione di una retroattività apre a profili di incostituzionalità".

"Modifiche sì, purché concordate con la filiera ma certamente non retroattive - conclude la Mazzetti - In questo senso abbiamo presentato emendamenti che consentono sia al contribuente sia alle imprese cessionarie la possibilità di spalmare il credito fino a 15 anni".

La reazione di Agostino Santillo (M5S)

Sull’argomento è intervenuto anche il deputato del M5S Agostino Santillo che ha commentato “Giorgetti paragona il Superbonus al Vajont, ma dimentica che quando questa presunta valanga si alimentava, lui stesso si trovava al governo ed era titolare del Mise”.

Non solo - continua Santillo - la sciagura vissuta da lavoratori e aziende che hanno creduto nel Superbonus e che ora vengono davvero travolti da una valanga, è il frutto degli errori dell'esecutivo Draghi prima e di Meloni poi, governi nei quali Giorgetti era ed è assolutamente protagonista, che hanno autorizzato la maggior parte dei crediti fiscali sui bonus edilizi. Gli stessi governi che hanno imbrogliato cittadini e filiera edile promettendo di salvare il Superbonus e poi affossandolo e denigrandolo”.

Se esistono quei danni del Superbonus che lamentano da mesi, i primi responsabili sono proprio loro - conclude il deputato del M5S - È ora che Giorgetti e i leghisti capiscano una cosa: il fango che tentano di gettare sulla misura per mascherare i loro fallimenti, è frutto dei loro stessi disastri di governo, ai quali il Movimento 5 Stelle si è opposto e si opporrà senza riserve. Se proprio hanno qualcosa da rimproverare a qualcuno, se la prendano con loro stessi”.

© Riproduzione riservata