Affidamenti diretti: utilizzati per quasi il 50% degli appalti totali
Secondo i dati dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) l’affidamento diretto è utilizzato per quasi un appalto su due per gli importi superiori a 40.000 euro
Sin dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ma soprattutto dopo la sua operatività, il Decreto Legislativo n. 36/2023 (Codice dei contratti) ha fatto discutere gli operatori, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) circa l’utilizzo delle procedure semplificate di cui all’art. 50 per gli appalti di lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie UE (sottosoglia).
Procedure semplificate vs ordinarie: cosa dicono MIT e ANAC
Prima è arrivato il MIT che con la Circolare del 20 novembre 2023 (con evidente “spinta” europeista) ha confermato la possibilità per il sottosoglia di utilizzare oltre a quelle semlificate anche le procedure aperte o ristrette, così come disposto dalla Direttiva 2024/24/UE.
Poi è arrivata l’ANAC che con il Parere della Funzione Consultiva 13 marzo 2024, n. 13 ha ribadito l’utilizzo delle procedure ordinarie anche nel sottosoglia, secondo le valutazioni della stazione appaltante e in relazione alle caratteristiche del mercato di riferimento, alle peculiarità dell’affidamento e agli interessi pubblici ad esso sottesi.
Considerazioni certamente non in linea con il dettato normativo secondo il quale le stazioni appaltanti “procedono” con le procedure semplificate che, come confermato dall’accademico della Crusca del Consiglio di Stato, significa “devono procedere senza alternative”. Per stessa ammissione del Presidente di Sezione del Consiglio di Stato nonché coordinatore della Commissione speciale di riforma del Codice dei contratti Luigi Carbone, benché sia un obbligo normativo, la disposizione non prevede divieti al ricorso delle procedure ordinaria (“probabilmente non ci sarebbero ricorsi, non ci sarebbero legittimati a ricorrere”).
Affidamenti diretti e procedure semplificate: i numeri di ANAC
Un obbligo-non obbligo che rappresenta in effetti un “invito alla semplicità” assolutamente accolto dalle stazioni appaltanti italiane come confermato dall’ANAC nella sua relazione annuale al Parlamento.
Le procedure semplificate (affidamenti diretti con o senza consultazione e negoziate senza bando) piacciono alle stazioni appaltanti italiane che nel 2023 le hanno utilizzate complessivamente nel 78,1% degli appalti complessivi.
Secondo i numeri forniti da ANAC su un totale di 267.403 appalti di importo pari o superiore a 40mila euro, per entrambi i settori ordinari e speciali, 208.954 volte sono state utilizzate le procedure semplificate di cui:
- il 49,6% utilizzando l’affidamento diretto;
- il 28,5% utilizzando le procedure negoziate senza previa pubblicazione di bando.
Considerando anche gli appalti di importo inferiore a 40.000 euro, nel 2023 gli affidamenti diretti hanno rappresentato, per numero, oltre il 90% del totale.