Testo Unico Edilizia e Salva Casa: nuove audizioni alla Camera
In VIII Commissione Ambiente alla Camera sono stati ascoltati nuovi soggetti nell’ambito della conversione in legge del D.L. n. 69/2024 (Decreto Salva Casa)
La scadenza del 28 luglio 2024 prevista per la conversione del Decreto Legge n. 69/2024 (Decreto Salva Casa) è ancora lontana. Nell’attesa che il disegno di legge approdi in aula alla Camera e di leggere gli emendamenti presentati dai partiti (alcuni dei quali già annunciati), proseguono le audizioni informali in VIII Commissione Ambiente.
Salva Casa: le audizioni
Un ciclo di audizioni che ha l’obiettivo di rendere edotti i componenti dell’VIII Commissione affinché possano giungere alla formulazione di emendamenti in linea con le reali necessità del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) oltre che del patrimonio immobiliare italiano.
L’ultimo “giro” di audizioni ha visto protagonisti:
- Assoutenti;
- l’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU);
- la Rete delle Professioni Tecniche;
- ANCE;
- CNA e Confartigianato;
- Legambiente;
- Confprofessioni e ANCI.
Nuove proposte e critiche sono arrivate da:
- Sbilanciamoci;
- FISH - Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap;
- ANPCI - Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia;
- Federalberghi.
Nelle successive sezioni il dettaglio di ogni audizione.
Salva Casa: si continua a parlare di condono
Sostanzialmente negativo è il commento della Campagna Sbilanciamoci! a cui aderiscono 51 organizzazioni della società civile, ambientaliste, pacifiste, culturali, di cittadinanza attiva, della solidarietà nazionale e internazionale.
Preliminarmente viene evidenziata la necessità di avviare una interlocuzione vera e proficua con le parti sociali che si occupano dell’abitare e delle politiche per la casa, affinché si possa giungere alla definizione del tanto auspicato e atteso “Piano Casa” (aspetto trattato in uno degli emendamenti che sarà presentato dalla Lega).
Fatta questa premessa, Sbilanciamoci (come Legambiente) definisce il nuovo D.L. n. 69/2024 “l’ennesimo condono” di immediata applicazione “Siamo certi - affermano i rappresentanti di Sbilanciamoci - del fatto che il nostro Paese, martoriato dall’abusivismo e dal consumo di suolo, non meriti l’ennesimo favore alla speculazione che danneggia i tanti cittadini che hanno negli anni rispettato le regole a vantaggio di tutti e dell’ambiente”.
Molto critica la posizione sulle modifiche che riguardano i cambi di destinazione d’uso che incrementerebbero il problema della turistificazione delle città. “Temiamo che con i cambi di destinazione d’uso vi sia un’accelerazione in merito agli investimenti degli affitti brevi turistici che stanno desertificando le nostre città, invece di porre un freno per regolamentare un fenomeno che sottrae alloggi anche alle fasce medie che forniscono garanzie ai fini della stipula del contratto. Quello della turistificazione è appunto un fenomeno che rende sempre più i centri storici dei parchi gioco per chi arriva per brevi periodi, respingendo nelle periferie gli abitanti, oltre a prosciugare l’economia di prossimità e i servizi”.
“Il Ministro Salvini - continuano i rappresentanti di Sbilanciamoci - ha inoltre dichiarato in diverse occasioni pubbliche che siano sul tavolo ulteriori proposte di allargamento delle maglie del condono nel corso dell’iter di approvazione del provvedimento, a cominciare dall’abbassamento dei requisiti minimi di abitabilità (riduzione fino a 20 mq. per una persona, soffitti a 2.4 m, rendere abitabili sottoscala, cantine, ecc.)”.
“Del tutto inaccettabile - rileva Sbilanciamoci - è poi il cosiddetto “Salva Milano”, con cui si rischia di sanare gli interventi di ampliamento dei grattacieli: ci pare davvero un segnale di pura inciviltà ammettere questo scempio. Il Governo, da una parte, concede tutto alla speculazione edilizia, dall’altra invece con il Ddl Sicurezza criminalizza anche i precari della casa, ponendoli alla stregua delle organizzazioni criminali che gestiscono il racket delle case popolari nel caso siano costretti a occupare un alloggio pubblico, con pene dai 2 ai 7 anni. È mai possibile che il Governo non si accorga e non faccia nulla per contrastare la povertà dilagante nel nostro paese, mentre continua a favorire la già ricchissima rendita immobiliare?”.
“Si tratta - secondo Sbilanciamoci - in buona sostanza di un condono che non risolve le questioni edilizie, ma che appare finalizzato piuttosto a sbloccare il mercato immobiliare con possibili ripercussioni sulla sicurezza e sull’estetica urbana, favorendo la messa a rendita di case di scarsa qualità da destinare a famiglie a basso reddito che hanno il diritto invece di vivere in alloggi adeguati, come prevedono del resto gli stessi Trattati internazionali di cui l’Italia è firmataria come il Pidesc-Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, uno dei Trattati delle Nazioni Unite figli della più nota Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Non possiamo permettere che queste disuguaglianze sociali permangano e vengano acuite, è a rischio la tenuta sociale del nostro paese. Al contrario, dobbiamo chiederci che tipo di città meritiamo di vivere. In tal senso, abbiamo l’urgenza di adottare un vero Piano Casa basato su dai dati reali e aggiornati per rilanciare la programmazione e l’implementazione di politiche abitative strutturali”.
Le proposte per l’abbattimento delle barriere architettoniche
FISH - Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, dopo un riepilogo dei contenuti del Salva Casa e dei principi normativi della Convenzione dell’Onu sui diritti delle persone con disabilità, recepita con la con la Legge n.18 del 2009, entra subito nel dettaglio con delle proposte che mirano al superamento delle barriere architettoniche.
In particolare:
- viene chiesta una modifica dell’art. 6 del TUE con l’inserimento tra gli interventi di edilizia libera tutti quelli finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche ivi comprese ascensori esterni o piattaforme-elevatori;
- si ritiene indispensabile che nelle ipotesi di sanatoria per le parziali difformità non via alcuna variazione rispetto a quanto disposto dall’art. 82 del TUE in correlazione all’art. 24 della L. 104/1992, che detta i criteri per la definizione delle opere, negli edifici pubblici e privati aperti al pubblico, disponendo di fatto l’inagibilità in caso di difformità ai principi di accessibilità e di eliminazione delle barriere architettoniche;
- relativamente alle modifiche che riguardano il procedimento di
demolizione (art. 31, comma 5, del TUE) viene chiesto:
- di esplicitare chiaramente le amministrazioni chiamate ad esprimersi sulle prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche;
- che, oltre alla rimozione delle opere abusive, il Comune richieda che, nell’intervento di rimessione in pristino, vengano applicati i criteri di progettazione universale;
- che un terzo delle entrate derivanti dalle sanzioni edilizie siano utilizzate per la realizzazione di opere e di interventi di rigenerazione urbana, specificando che siano in chiave inclusiva e sostenibile, di riqualificazione in ottica di accessibilità strutturale e percettiva di aree urbane degradate, di recupero e valorizzazione di immobili e spazi urbani dismessi o in via di dismissione e per iniziative economiche, sociali, culturali o di recupero ambientale progettate secondo i principi della progettazione universale, della tecnologia assistiva e della mobilità urbana inclusiva;
- sulle modifiche che riguardano le tolleranze costruttive ed esecutive, viene chiesto che queste non comportino limitazioni d’accesso alle persone con disabilità di modo che si possano garantire pari diritti ed opportunità.
Abitabilità e agibilità per lo stato legittimo
Pochi ma interessanti i suggerimenti di ANPCI - Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia che propone:
- una integrazione al comma 1-bis, art. 9-bis, del TUE, inserendo in coda al primo periodo la dicitura “nonché titolo di abitabilità o agibilità per gli edifici edificati ante L.10/1977”;
- una modifica al nuovo comma 2-bis, art. 34-bis, del TUE che consenta ampliare le tolleranze esecutive il minor dimensionamento dell’edificio, la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali, le irregolarità esecutive di muri esterni ed interni e la difforme ubicazione, forma e dimensione delle aperture interne ed esterne.
Sul primo punto, nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un approfondimento che, a seguito di una ricostruzione normativa, entra nel dettaglio delle differenze tra abitabilità e agibilità (come certificato o segnalazione).
Apprezzamenti, critiche e proposte da Federalberghi
Complessivamente positivo è il commento di Federalberghi che condivide soprattutto:
- le modifiche sull’edilizia libera (VEPA e Pergotende);
- le semplificazioni sullo stato legittimo.
Più articolata è l’analisi che riguarda:
- le norme sul cambio di destinazione d’uso;
- le ipotesi di emendamento circolate che riguardano i requisiti igienico-sanitari;
- le tolleranze costruttive ed esecutive;
- la sanatoria edilizia;
- le strutture amovibili.
Relativamente alle modifiche che riguardano il cambio di destinazione d’uso, Federalberghi propone:
- che i comuni, nell’ambito dei propri poteri di pianificazione urbanistica, conservino la possibilità di limitare le modifiche di destinazione d’uso al fine di prevenire il degrado urbano ed evitare che l’utilizzo produttivo e turistico degli immobili residenziali esistenti comporti l’espulsione dei residenti, con il conseguente spopolamento dei centri storici;
- l’opportunità di introdurre una nuova categoria funzionale, al cui interno accogliere gli immobili residenziali che vengono destinati alle locazioni brevi o ad attività analoghe, che sono sostanzialmente coincidenti con le attività che si svolgono negli immobili inquadrati nella categoria turistico-ricettiva (l’obiettivo è quello di fornire ai comuni uno strumento volto a favorire il governo del fenomeno anche in termini fiscali).
Per quanto riguarda l’emendamento circolato sulla modifica dei requisiti igienico-sanitari, Federalberghi ha espresso la sua perplessità oltre che preoccupazione che spianerebbe la strada all’incontrollata trasformazione di porzioni di abitazioni residenziali in immobili destinati alle locazioni brevi, con ulteriore aggravamento dei fenomeni di gentrificazione.
Per quanto concerne le tolleranze costruttive-esecutive, così come già previsto in una proposta di emendamento, Federalberghi chiede che tali disposizioni non debbano essere limitate solo agli interventi eseguiti entro la data del 24 maggio 2024, ma debbano applicarsi senza limiti temporali.
Relativamente alle procedure di sanatoria di cui agli artt. 36, 36-bis e 37, del TUE, Federalberghi suggerisce che venga esplicitamente prevista la possibilità di sanare anche gli interventi conformi alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della presentazione della domanda.
L’ultima proposta riguarda l’art. 2 del Salva Casa sulle strutture amovibili realizzate durante l’emergenza sanitaria da Covid-19. Per queste Federalberghi segnala che, qualora si volesse estendere la misura anche alle strutture amovibili installate dai pubblici esercizi (il cui mantenimento è attualmente garantito, fino al 31 dicembre 2024, e che costituiscono oggetto della proposta di legge C 1486) sarebbe opportuno introdurre un chiarimento per esplicitare che la misura si applica a tutti i pubblici esercizi, incluse le strutture alberghiere, anche nei casi in cui le stesse somministrano alimenti e bevande a clienti unicamente alla clientela alloggiata.