Crediti Superbonus 2024: non sono più pagabili
Dal 2024 cambia nuovamente la classificazione Eurostat dei crediti derivanti da interventi Superbonus. Vediamo come e perché
Superbonus “non pagabile” a partire dal 2024. Lo ha confermato ISTAT dopo che recentemente, in audizione in Parlamento, aveva espresso le sue riserve sulla classificazione delle detrazioni fiscali di cui all’art. 119 del D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio), alla luce delle più recenti modifiche introdotte dal D.L. n. 39/2024 convertito in legge n. 67/2024.
Il valzer della classificazione del Superbonus
Si conclude, così, il “valzer” della classificazione contabile (le cui decisioni impattano direttamente sui conti dello Stato) su cui si attendeva il responso di Eurostat dopo l’advice inviato ad ISTAT nel 2023 in cui, nonostante il D.L. n.11/2023 convertito in Legge n. 38/2023, aveva confermato la “pagabilità” del superbonus anche per 2023.
Per la registrazione contabile del Superbonus maturato nel 2024, invece, Eurostat aveva richiesto a ISTAT di riesaminare la questione entro la prima metà del 2024, tenendo conto dello sviluppo dei crediti d'imposta bloccati e degli interventi che il Governo avrebbe intrapreso.
È così che, alla luce del Decreto Legge 29 marzo 2024, n. 39 (Decreto tagli cessioni), convertito con modificazioni dalla Legge 23 maggio 2024, n. 67, che ha messo definitivamente la parola “fine” a qualsiasi forma alternativa alla detrazione diretta, la decisione è stata presa: superbonus pagabile a partire dal 2024.
Ricordiamo che la questione era nata proprio a seguito della nascita del meccanismo delle opzioni alternative di cui all’art. 121 del Decreto Rilancio che aveva portato ISTAT a chiedere lumi all’istituto di statistica europeo (ISTAT) che era intervenuto a giugno 2021 con una nota inviata ad ISTAT. Una nota in cui si è riconosciuto il “dubbio” sulla classificazione contabile del superbonus proprio alla luce della trasferibilità del credito e delle regole previste dal SEC 2010 (mai modificato) e dal MGDD (manuale interpretativo che è stato aggiornato).
Alla fine, il responso arrivò solo nel 2023 dopo un percorso di aggiornamento del MGDD (ma non del SEC 2010) nel quale si diede peso ai fini classificatori dei bonus edilizi a 3 parametri:
- la trasferibilità del credito;
- la compensabilità con qualsiasi tipo di imposta;
- la differibilità per lungo tempo.
Tre parametri da cui si sarebbe dovuto calcolare la probabilità di utilizzo del bonus:
- se questa era alta, secondo il MGDD (ma non secondo il SEC 2010) il credito avrebbe dovuto essere classificato come pagabile;
- viceversa, nel caso la probabilità che una parte consistente del credito poteva non essere utilizzata era alta, allora lo stesso avrebbe dovuto essere considerato “non pagabile”.
Alla luce di questi parametri, ISTAT a marzo 2023 ha riclassificato retroattivamente il superbonus e bonus facciate come crediti “pagabili” con la conseguenza che il loro ammontare non è stato “spalmato” sul bilancio dello Stato negli anni di detrazione previsti dalle due norme, ma nell’anno “zero” in cui gli interventi edilizi maturavano il diritto di accesso a questi incentivi.
I numeri del Superbonus
Alla luce di questa classificazione (prendendo solo i dati relativi al superecobonus, Fonte Enea):
- circa 8 miliardi di detrazioni maturate nel 2021;
- circa 39 miliardi di detrazioni maturate nel 2022;
- poco più di 48 miliardi di detrazioni maturate nel 2023;
sono state imputate nei rispettivi Bilanci dello Stato 2021, 2022 e 2023.
Con la riclassificazione del 2024, i circa 23 miliardi di euro maturati in questi primi 5 mesi dell’anno saranno classificati come crediti “non pagabili”, con chiari (anche se limitati) effetti sui conti dello Stato).
Dopo l’exploit del primo trimestre 2024 (figlio dell’asseverazione Enea possibile entro 3 mesi dal fine lavori) in cui il superbonus ha viaggiato alla media di oltre 7,5 miliardi di euro al mese, ad aprile e maggio sono state registrate rispettivamente:
- 398.759.265,61 di euro;
- 87.895.197,07 di euro;
di detrazioni per lavori conclusi che confermano come dopo il definitivo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito, il superbonus è terminato (anche se ufficialmente finirà solo nel 2025 con l’ultimo anno di aliquota al 65%).
Conclusioni e domande
A fine 2024 termineranno o si ridimensioneranno tutti i principali bonus edilizi utilizzati in questi anni (ecobonus, sismabonus e bonus ristrutturazioni edilizie che diminuirà al 36%). Intanto, il 28 maggio 2024 è entrata ufficialmente in vigore la Direttiva (UE) 2024/1275 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 aprile 2024 sulla Prestazione energetica in edilizia (Direttiva Green) che dovrà essere recepita dagli Stati Membri entro il 29 maggio 2026.
A questo punto, in considerazione degli assunti che:
- l’edilizia è un comparto trainante per l’intera economia;
- la riqualificazione energetica e strutturale è un obbligo da cui non si potrà prescindere;
- senza incentivi l’edilizia non si muove;
sarebbe il caso di chiedersi quali saranno le intenzioni del Governo in carica. Si sta già predisponendo un nuovo programma incentivante (basato sull’esperienza maturata in questi anni) oppure il comparto si trascinerà fino a metà 2026?