IL 2007 CONFERMA IL TREND POSITIVO
Per le costruzioni il 2007 è stato il nono anno consecutivo di crescita: gli investimenti sono aumentati dell’1% rispetto al 2006, toccando quota 152.609 mil...
Per le costruzioni il 2007 è stato il nono anno
consecutivo di crescita: gli investimenti sono aumentati
dell’1% rispetto al 2006, toccando quota 152.609 milioni di euro
(si tratta del più alto livello di produzione degli ultimi 40
anni), mentre gli occupati nel settore hanno raggiunto la cifra
record di 1.955.000, facendo segnare un incremento del 2,9% nel
confronto con l’anno precedente. Questi alcuni dei principali
risultati dell’ultimo Osservatorio congiunturale Ance, presentato
alla stampa dal presidente dell’Associazione nazionale costruttori
Paolo Bozzetti assieme al direttore generale Gaetano Fontana
e al vicedirettore Antonio Gennari.
Un’analisi da cui emerge come il settore delle costruzioni continui a giocare un ruolo determinante nel sistema economico italiano, dando prova della sua straordinaria capacità di trainare la produzione e l’occupazione del Paese. “Al dato fortemente positivo sul piano occupazionale - ha sottolineato in particolare il presidente dell’Ance - si accompagna peraltro nel 2007, secondo gli ultimi dati Inail, un rilevante calo del numero degli infortuni mortali. Si tratta di un risultato che certamente non sminuisce la gravità del problema, ma che dimostra comunque che l’impegno e le azioni della categoria sul fronte della tutela della sicurezza dei lavoratori stanno andando nella direzione giusta”.
Buzzetti ha poi delineato l’andamento del settore nello scorso anno e illustrato le previsioni dell’Ance per il 2008. “Analogamente a quanto accaduto in questi ultimi anni - ha spiegato il presidente dell’Ance - anche nel 2007 la crescita è stata trainata dall’edilizia: sia quella residenziale, che ha fatto segnare un incremento dell’1,6%, soprattutto per effetto del buon andamento del comparto della riqualificazione, sia quella non residenziale, cresciuta del 2,8% rispetto al 2006.
Ancora pesantemente negativo è stato invece l’andamento degli investimenti in opere pubbliche, in calo dal 2005, e che nell’ultimo anno sono diminuiti del 2,9%”. Secondo le stime Ance anche il 2008 sarà in crescita (+0,6%), ma si assisterà a un cambiamento di scenario nei singoli comparti. “Per quest’anno prevediamo la fine del trend negativo delle opere pubbliche, che si tradurrà in un +0,1% rispetto al 2007 - ha dichiarato infatti Buzzetti - mentre cominceranno a manifestarsi segnali di rallentamento nell’edilizia privata”. Nel 2008, come si legge nell’Osservatorio Ance, gli investimenti in abitazioni faranno registrare infatti un incremento più contenuto rispetto al 2007 (+1,3%), mentre per l’edilizia non residenziale è atteso un calo dello 0,3%.
La fine della caduta delle opere pubbliche e la contrazione dell’edilizia privata rappresentano due fenomeni importanti su cui, come ha sottolineato Buzzetti, va fatta una riflessione.
“E’ sicuramente positivo che si fermi la caduta degli investimenti in opere pubbliche, ma certo - ha sottolineato il presidente dei costruttori - questo primo segnale non basta.
Non è pensabile accontentarsi dei bassi livelli di investimento di questi ultimi anni, è necessario invece che si apra una fase di vera ripresa degli investimenti in infrastrutture, che noi ci aspettiamo sulla base sia dell’aumento di risorse previsto dalle ultime Finanziarie sia della dichiarata intenzione del nuovo governo di accelerare tempi di decisione e procedure di spesa per il concreto avvio di nuovi e consistenti programmi infrastrutturali”. Nel nostro Paese non è sufficiente infatti, ha detto ancora Buzzetti, aumentare gli stanziamenti per nuove infrastrutture, dal momento che troppa incertezza e troppa opacità nelle procedure burocratiche continuano a frenare il concreto utilizzo delle risorse disponibili. “Voglio ricordare - ha detto Buzzetti - che abbiamo realizzato una ricerca che quantifica i tempi medi per la realizzazione delle infrastrutture in oltre 7 e 8 anni, rispettivamente per importi minori e maggiori di 50 milioni di euro. Tempi lunghissimi e inaccettabili, che rendono evidente l’urgenza di rivedere i processi di pianificazione e approvazione delle opere”.
Quello che serve in primo luogo, come ha sostenuto con forza il presidente dell’Ance, è un vero scatto di efficienza da parte di tutto il sistema amministrativo, che miri a potenziare i profili della responsabilità e della cultura del risultato, per far sì che si superi la pesante incertezza che oggi caratterizza la realizzazione delle opere anche quando ne è sicuro il relativo stanziamento.
“Ci basti ricordare - ha detto in questo senso il presidente dei costruttori - il blocco delle gare Anas per tutto il 2007. Blocco che si è risolto solo il 17 dicembre con l’approvazione, da parte della Corte dei Conti, del contratto di programma dell’ente per lo scorso anno. Questo vuol dire in sostanza che l’Anas ha potuto disporre effettivamente delle risorse stanziate dalla scorsa manovra solo negli ultimissimi giorni dell’anno.
Ma la cosa ancora più preoccupante - ha aggiunto Buzzetti - è che si rischia di vivere la stessa situazione anche quest’anno, dal momento che, a oggi, il contratto di programma 2008 non ha ancora ricevuto il visto della Corte dei Conti”.
Una prospettiva allarmante, aggravata dal fatto che il nostro Paese continua a essere in forte ritardo rispetto al resto d’Europa sul fronte sia della dotazione che dell’efficienza infrastrutturale. “Non dimentichiamo che negli ultimi 10 anni, solo per allinearci agli altri paesi europei - ha detto Buzzetti - avremmo dovuto investire circa 12 miliardi di euro in più all’anno rispetto a quanto abbiamo realmente speso. Questo significa che, con 120 miliardi di euro, avremmo potuto realizzare 4 linee Tav Torino-Napoli, 40 metropolitane C di Roma, 20 ponti sullo Stretto di Messina o ristrutturare tutti gli ospedali italiani”.
E sempre in tema di infrastrutture Buzzetti ha sottolineato la necessità che vengano adottati meccanismi di compensazione per far fronte ai rincari, in alcuni casi assai rilevanti, dei costi dei materiali da costruzione. “Un problema fortemente avvertito dalle imprese impegnate nella realizzazione di opere pubbliche di durata pluriennale - ha sottolineato infatti il presidente dei costruttori - che in alcuni casi faticano a far fronte agli impegni contrattuali a causa di rincari imprevisti delle materie prime”.
Altrettanto chiara la posizione espressa da Buzzetti sul fronte dell’edilizia privata. “La prevista contrazione nella produzione di nuove abitazioni - ha sottolineato il presidente dei costruttori - rischia di arrestare un processo di risposta del settore, proseguito in questi anni, alla forte domanda di casa presente nel Paese e certo non ancora esaurita”.
La tenuta della domanda, come emerge dall’Osservatorio congiunturale Ance, trova conferma sia nel fatto che alla flessione del numero di compravendite di abitazioni registrato nel 2007 (- 4,6% secondo l’Agenzia del Territorio) non si è accompagnato un contestuale calo dei prezzi, sia nel rilevante incremento della dimensione del mercato dei mutui (il cui ammontare complessivo è passato dai 55 miliardi del 1996 agli oltre 283 miliardi del 2007). “Due elementi importanti - ha spiegato Buzzetti - che dimostrano come le famiglie continuino a cercare casa, seppure con una crescente difficoltà per la riduzione del potere di acquisto del proprio reddito”. Difficoltà altrettanto rilevanti, come ha sottolineato il presidente dell’Ance, sono quelle legate all’accesso al mercato degli affitti, soprattutto da parte delle fasce deboli. “Un problema - ha spiegato il presidente dell’Ance - che è il frutto non solo della crescente riduzione del numero delle abitazioni in affitto, calate di 600.000 unità negli ultimi 15 anni, ma anche del progressivo disimpegno dello Stato sul fronte dell’edilizia sociale”.
Un dato per tutti: in Italia nel 2004 sono stati costruiti 1.900 alloggi di edilizia pubblica, contro i 30.000 realizzati in Gran Bretagna e i 70.000 costruiti in Francia. “Quella abitativa - ha dichiarato Buzzetti - resta insomma un’emergenza complessa, che dopo essere stata trascurata per svariati anni richiede oggi risposte efficaci e articolate. In questo quadro, come Ance, proponiamo non solo di dare il via a nuovi programmi di housing sociale, che puntino su un’efficace integrazione tra intervento pubblico e iniziativa privata, ma anche di varare finalmente la tassazione separata dei redditi da locazione. Uno strumento, quest’ultimo, che oltre a stimolare il potenziamento dell’offerta di case in affitto riuscirebbe sicuramente a rendere più trasparente il mercato”.
In allegato la versione integrale dell’Osservatorio Congiunturale Ance di maggio 2008 e la scaletta del presidente Paolo Buzzetti.
Fonte: www.ance.it
Un’analisi da cui emerge come il settore delle costruzioni continui a giocare un ruolo determinante nel sistema economico italiano, dando prova della sua straordinaria capacità di trainare la produzione e l’occupazione del Paese. “Al dato fortemente positivo sul piano occupazionale - ha sottolineato in particolare il presidente dell’Ance - si accompagna peraltro nel 2007, secondo gli ultimi dati Inail, un rilevante calo del numero degli infortuni mortali. Si tratta di un risultato che certamente non sminuisce la gravità del problema, ma che dimostra comunque che l’impegno e le azioni della categoria sul fronte della tutela della sicurezza dei lavoratori stanno andando nella direzione giusta”.
Buzzetti ha poi delineato l’andamento del settore nello scorso anno e illustrato le previsioni dell’Ance per il 2008. “Analogamente a quanto accaduto in questi ultimi anni - ha spiegato il presidente dell’Ance - anche nel 2007 la crescita è stata trainata dall’edilizia: sia quella residenziale, che ha fatto segnare un incremento dell’1,6%, soprattutto per effetto del buon andamento del comparto della riqualificazione, sia quella non residenziale, cresciuta del 2,8% rispetto al 2006.
Ancora pesantemente negativo è stato invece l’andamento degli investimenti in opere pubbliche, in calo dal 2005, e che nell’ultimo anno sono diminuiti del 2,9%”. Secondo le stime Ance anche il 2008 sarà in crescita (+0,6%), ma si assisterà a un cambiamento di scenario nei singoli comparti. “Per quest’anno prevediamo la fine del trend negativo delle opere pubbliche, che si tradurrà in un +0,1% rispetto al 2007 - ha dichiarato infatti Buzzetti - mentre cominceranno a manifestarsi segnali di rallentamento nell’edilizia privata”. Nel 2008, come si legge nell’Osservatorio Ance, gli investimenti in abitazioni faranno registrare infatti un incremento più contenuto rispetto al 2007 (+1,3%), mentre per l’edilizia non residenziale è atteso un calo dello 0,3%.
La fine della caduta delle opere pubbliche e la contrazione dell’edilizia privata rappresentano due fenomeni importanti su cui, come ha sottolineato Buzzetti, va fatta una riflessione.
“E’ sicuramente positivo che si fermi la caduta degli investimenti in opere pubbliche, ma certo - ha sottolineato il presidente dei costruttori - questo primo segnale non basta.
Non è pensabile accontentarsi dei bassi livelli di investimento di questi ultimi anni, è necessario invece che si apra una fase di vera ripresa degli investimenti in infrastrutture, che noi ci aspettiamo sulla base sia dell’aumento di risorse previsto dalle ultime Finanziarie sia della dichiarata intenzione del nuovo governo di accelerare tempi di decisione e procedure di spesa per il concreto avvio di nuovi e consistenti programmi infrastrutturali”. Nel nostro Paese non è sufficiente infatti, ha detto ancora Buzzetti, aumentare gli stanziamenti per nuove infrastrutture, dal momento che troppa incertezza e troppa opacità nelle procedure burocratiche continuano a frenare il concreto utilizzo delle risorse disponibili. “Voglio ricordare - ha detto Buzzetti - che abbiamo realizzato una ricerca che quantifica i tempi medi per la realizzazione delle infrastrutture in oltre 7 e 8 anni, rispettivamente per importi minori e maggiori di 50 milioni di euro. Tempi lunghissimi e inaccettabili, che rendono evidente l’urgenza di rivedere i processi di pianificazione e approvazione delle opere”.
Quello che serve in primo luogo, come ha sostenuto con forza il presidente dell’Ance, è un vero scatto di efficienza da parte di tutto il sistema amministrativo, che miri a potenziare i profili della responsabilità e della cultura del risultato, per far sì che si superi la pesante incertezza che oggi caratterizza la realizzazione delle opere anche quando ne è sicuro il relativo stanziamento.
“Ci basti ricordare - ha detto in questo senso il presidente dei costruttori - il blocco delle gare Anas per tutto il 2007. Blocco che si è risolto solo il 17 dicembre con l’approvazione, da parte della Corte dei Conti, del contratto di programma dell’ente per lo scorso anno. Questo vuol dire in sostanza che l’Anas ha potuto disporre effettivamente delle risorse stanziate dalla scorsa manovra solo negli ultimissimi giorni dell’anno.
Ma la cosa ancora più preoccupante - ha aggiunto Buzzetti - è che si rischia di vivere la stessa situazione anche quest’anno, dal momento che, a oggi, il contratto di programma 2008 non ha ancora ricevuto il visto della Corte dei Conti”.
Una prospettiva allarmante, aggravata dal fatto che il nostro Paese continua a essere in forte ritardo rispetto al resto d’Europa sul fronte sia della dotazione che dell’efficienza infrastrutturale. “Non dimentichiamo che negli ultimi 10 anni, solo per allinearci agli altri paesi europei - ha detto Buzzetti - avremmo dovuto investire circa 12 miliardi di euro in più all’anno rispetto a quanto abbiamo realmente speso. Questo significa che, con 120 miliardi di euro, avremmo potuto realizzare 4 linee Tav Torino-Napoli, 40 metropolitane C di Roma, 20 ponti sullo Stretto di Messina o ristrutturare tutti gli ospedali italiani”.
E sempre in tema di infrastrutture Buzzetti ha sottolineato la necessità che vengano adottati meccanismi di compensazione per far fronte ai rincari, in alcuni casi assai rilevanti, dei costi dei materiali da costruzione. “Un problema fortemente avvertito dalle imprese impegnate nella realizzazione di opere pubbliche di durata pluriennale - ha sottolineato infatti il presidente dei costruttori - che in alcuni casi faticano a far fronte agli impegni contrattuali a causa di rincari imprevisti delle materie prime”.
Altrettanto chiara la posizione espressa da Buzzetti sul fronte dell’edilizia privata. “La prevista contrazione nella produzione di nuove abitazioni - ha sottolineato il presidente dei costruttori - rischia di arrestare un processo di risposta del settore, proseguito in questi anni, alla forte domanda di casa presente nel Paese e certo non ancora esaurita”.
La tenuta della domanda, come emerge dall’Osservatorio congiunturale Ance, trova conferma sia nel fatto che alla flessione del numero di compravendite di abitazioni registrato nel 2007 (- 4,6% secondo l’Agenzia del Territorio) non si è accompagnato un contestuale calo dei prezzi, sia nel rilevante incremento della dimensione del mercato dei mutui (il cui ammontare complessivo è passato dai 55 miliardi del 1996 agli oltre 283 miliardi del 2007). “Due elementi importanti - ha spiegato Buzzetti - che dimostrano come le famiglie continuino a cercare casa, seppure con una crescente difficoltà per la riduzione del potere di acquisto del proprio reddito”. Difficoltà altrettanto rilevanti, come ha sottolineato il presidente dell’Ance, sono quelle legate all’accesso al mercato degli affitti, soprattutto da parte delle fasce deboli. “Un problema - ha spiegato il presidente dell’Ance - che è il frutto non solo della crescente riduzione del numero delle abitazioni in affitto, calate di 600.000 unità negli ultimi 15 anni, ma anche del progressivo disimpegno dello Stato sul fronte dell’edilizia sociale”.
Un dato per tutti: in Italia nel 2004 sono stati costruiti 1.900 alloggi di edilizia pubblica, contro i 30.000 realizzati in Gran Bretagna e i 70.000 costruiti in Francia. “Quella abitativa - ha dichiarato Buzzetti - resta insomma un’emergenza complessa, che dopo essere stata trascurata per svariati anni richiede oggi risposte efficaci e articolate. In questo quadro, come Ance, proponiamo non solo di dare il via a nuovi programmi di housing sociale, che puntino su un’efficace integrazione tra intervento pubblico e iniziativa privata, ma anche di varare finalmente la tassazione separata dei redditi da locazione. Uno strumento, quest’ultimo, che oltre a stimolare il potenziamento dell’offerta di case in affitto riuscirebbe sicuramente a rendere più trasparente il mercato”.
In allegato la versione integrale dell’Osservatorio Congiunturale Ance di maggio 2008 e la scaletta del presidente Paolo Buzzetti.
Fonte: www.ance.it
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