Scadenza bonus edilizi e Superbonus: lo sprint finale dipende anche dalle finiture

Un controllo dei capitolati permette di identificare quali soluzioni tecniche possono velocizzare i lavori per non perdere le occasioni di risparmio fiscale che stanno per scadere

di Cristian Angeli - 26/08/2024

Da quando i bonus edilizi si sono fatti strada nella quotidianità dei cantieri, sono stati molti gli “scontri” tra realtà e normativa. Spesso, infatti, le leggi e i decreti hanno cambiato le carte in tavola, il più delle volte prevedendo adempimenti da mettere in atto entro specifiche date ravvicinate, così da mandare in tilt il settore, imponendo di velocizzare di molto i lavori per non perdere i benefici fiscali prospettati.

Lo stesso continua ad accadere anche oggi, poiché il 31 dicembre 2024 rappresenta l’ultimo giorno di vita sia dell’Ecobonus che del Sismabonus. E non solo, perché nella stessa data l’attuale aliquota del Superbonus al 70% crollerà al 65%, mentre dal 1° gennaio 2026 anche la maxi-detrazione edilizia uscirà del tutto di scena.

Per i committenti dei lavori che siano persone fisiche tali scadenze non rappresentano un grosso problema – se ben gestite – poiché ad essi si applica il criterio di cassa, e sono agevolabili con i bonus le spese sostenute entro le date richiamate, anche se il giorno in cui i lavori potranno dirsi conclusi arriva successivamente. Lo stesso non può invece dirsi per i soggetti d’impresa che intendano realizzare interventi edilizi agevolabili su immobili di loro proprietà, poiché per essi vale invece il criterio di competenza, in base al quale le spese non si considerano sostenute fino a quando le opere commissionate non vengono accettate e dunque, in sintesi, non sono concluse. Ma anche le persone fisiche subiscono parzialmente gli effetti negativi di queste strette tempistiche, dato che per ottenere legittimamente i bonus, anche se le spese sono state già anticipate per tempo, servirà comunque concludere i lavori entro la scadenza del titolo abilitativo, solitamente valido per 3 anni.

Molti, allora, si trovano o si troveranno presto nella situazione di dover “velocizzare” il tutto, ma farlo può esporre ad alcuni rischi, primo tra tutti un crollo della qualità dei lavori. Tuttavia, possono essere valutate alcune scelte di tipo tecnico che sono in grado di ottimizzare, almeno in parte, lo sprint finale senza sacrificare né la qualità né i bonus edilizi.

Le finiture sono cruciali

Quando ci si trova nella fase di progettazione di un intervento edilizio, soprattutto quando quest’ultimo è molto ampio, i dettagli relativi alle finiture sono prevedibilmente quelli meno approfonditi. Data la fretta che i bonus edilizi hanno imposto e continuano a imporre, come si accennava, nei capitolati dei progetti allegati ai contratti d’appalto sono spesso indicate soluzioni tecniche “standardizzate”.

Tuttavia, quando poi ci si trova in piena fase di esecuzione dei lavori, non è detto che la realizzazione di tali finiture standard porti fortuna. Queste sono infatti solitamente legate a modalità operative tipiche dell'edilizia tradizionale, e dunque non sempre compatibili con la fretta che caratterizza il mondo dell’edilizia agevolata.

Chi si trova con lavori in corso e nutre – comprensibilmente – qualche preoccupazione in merito alla possibilità di riuscire nell’impresa di terminare i lavori entro un tempo massimo, può allora trarre qualche utilità dal rivedere i capitolati, così da interrogarsi sulla natura di talune soluzioni tecniche. Queste, infatti, possono essere sostituite con altre più performanti, magari leggermente più costose, ma tali da consentire di far rientrare intere categorie di opere nell'alveo delle agevolazioni, con ovvi risparmi economici.

Come modificare il progetto

Dal punto di vista tecnico-fiscale, la strada appena illustrata risulta essere ben praticabile, purché venga poi apportata una variante alla CILAS (il titolo edilizio che abilita i lavori Superbonus), che dovrà però essere opportunamente valutata di volta in volta nei singoli casi concreti, per accertarsi che non si verifichino intoppi.

Infatti, realizzare opere diverse da quelle previste nei progetti è consentito, ma la variante della CILAS può avvenire solo alla fine dei lavori, aprendo alcuni dubbi su come produrre correttamente le asseverazioni nelle fasi intermedie, vale a dire quando si emettono i SAL (stato avanzamento lavori) che certificano il lato contabile e tecnico della parte di lavori realizzata fino a un dato momento. Ciò perché, almeno secondo un’interpretazione rigida della normativa, quando si rilascia un’asseverazione, l’operazione deve avvenire con riferimento alle opere previste in progetto, non astrattamente regolarizzabili in futuro, perché la disciplina dei bonus edilizi fa sempre riferimento ai “progetti”. L’art. 119 co. 13-bis del DL 34/2020, ad esempio, specifica che “l’asseverazione rilasciata dal tecnico abilitato attesta i requisiti tecnici sulla base del progetto e dell’effettiva realizzazione”.

Tuttavia, vi è anche lo spazio per considerare valida un’interpretazione più “estesa”, soprattutto se si considera che una fase della procedura telematica per caricare l’asseverazione sul portale ENEA prevede la possibilità di indicare se sono state realizzate “varianti in corso d’opera”.

Esempi di soluzioni per le finiture

A proposito della possibilità di rivedere i capitolati e scegliere soluzioni più veloci e di qualità per completare gli interventi agevolabili, concentrandoci per un attimo sul tema delle finiture e tralasciando gli altri (ugualmente importanti) aspetti costruttivi, tante sono le tecnologie che possono venire in aiuto.

Però è sempre indispensabile conoscerle approfonditamente e valutarle caso per caso in funzione dei progetti e delle maestranze che le possono realizzare.

Una delle variazioni progettuali che può essere utile a “garantirsi” di rientrate nelle menzionate scadenze dei bonus edilizi potrebbe prevedere la sostituzione delle finiture interne “a intonaco” realizzato in opera con lastre in cartongesso, più rapide da montare e ugualmente performanti.

Ma non è l’unica.

Sempre all’interno dell’edificio si può optare per l’impiego di pavimenti in resina autolivellanti.

Oppure, all’esterno, si può valutare l'impiego di serramenti “monoblocco”, anziché di quelli di tipo tradizionale, o di lastre a cappotto “prefinite”, ovvero caratterizzate dalla presenza di materiali di finitura pre-applicati direttamente sulle lastre isolanti.

Articolo a cura di Cristian Angeli
ingegnere esperto di agevolazioni fiscali applicate all’edilizia
www.cristianangeli.it

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