Truffe superbonus: sequestrati 3 milioni di crediti fiscali inesistenti
La Guardia di Finanza ha individuato una nuova truffa sul superbonus ed emesso un provvedimento di sequestro preventivo per oltre 5 milioni di euro, dei quali 3 milioni di crediti inesistenti
Il superbonus è ormai terminato. Non normativamente, visto che l’art. 119, comma 8-bis, del D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio) per determinati soggetti (tra cui i condomini) ne ha previsto la chiusura nel 2025 con aliquota progressivamente ridotta al 70% nel 2024 e al 65% nel suo ultimo anno.
Operativamente, però, vuoi per lo stop definitivo al meccanismo delle opzioni alternative, vuoi per una aliquota che ha perso il suo appeal iniziale, vuoi ancora per la scarsa fiducia di tutto il comparto verso una misura che ha subito ben 38 correttivi, il superbonus è ormai terminato.
Lo hanno dimostrato gli ultimi report di Enea da cui si evince che il saldo degli investimenti ammessi a detrazione degli ultimi 5 mesi è andato addirittura in negativo contro una media mensile che nei primi anni di superbonus ha “ballato” tra i 3,3 e i 3,8 miliardi di euro al mese.
Truffe superbonus
Ma, benché il superbonus sia “clinicamente” morto, non lo saranno i suoi effetti che continueranno a riverberare per i prossimi anni a suon di contenziosi e sequestri.
L’ultimo in ordine temporale arriva da Ancora con un provvedimento della Guardia di Finanza che ha disposto:
- la custodia in carcere del principale indagato;
- gli arresti domiciliari per un professionista e quattro misure dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti degli altri sodali;
- il sequestro di 3 milioni di crediti fiscali inesistenti ed ulteriori disponibilità per oltre 2 milioni di euro;
- i sigilli su 12 unità immobiliari, conti correnti e diverse autovetture nella disponibilità degli indagati.
La misura è stata disposta all’esito di una complessa attività investigativa che ha consentito di interrompere un’articolata frode nel settore dei superbonus edilizi (sismabonus ed ecobonus), tramite fittizie intestazioni societarie e fatture per operazioni inesistenti, i cui proventi illeciti sono stati auto-riciclati nell’acquisto di beni immobili e mobili di valore.
Misure cautelari per un ingegnere e un consulente del lavoro
Tra i destinatari delle misure cautelari un ingegnere, ora agli arresti domiciliari, che si premurava di presentare all’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) le necessarie asseverazioni, con informazioni false o attestazioni non veritiere sulla congruità delle spese, anche utilizzando timbri di soggetti estranei alla vicenda. Tale professionista era subentrato nelle condotte illecite dopo che un suo collega, al servizio del sodalizio criminale, era stato coinvolto per la medesima condotta in un’analoga indagine di altra Procura. Misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stata prevista per un consulente del lavoro, incaricato di apporre i visti di conformità in relazione ai crediti ceduti e di trasmettere telematicamente i modelli di cessione del credito all’Agenzia delle Entrate, e per altri tre sodali del principale indagato.
La frode fiscale così realizzata ha generato crediti inesistenti pari a 3 milioni di euro, alcuni dei quali già ceduti a soggetti terzi o già oggetto di indebita compensazione per il pagamento di tributi dovuti, per i quali erano anche state inviate, in alcuni casi, insolite richieste di annullamento.
In relazione alle evidenze raccolte, il GIP presso il Tribunale ha emesso provvedimenti di sequestro preventivo per oltre 5 milioni di euro, dei quali 3 milioni di crediti inesistenti e 2 milioni pari al profitto delle condotte delittuose contestate agli indagati.
Come chiarito dalla Guardia di Finanza “per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte a indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna”.