Revisione Codice Appalti: applicare l’equo compenso
Nuovo appello del CNI durante il tavolo tecnico presso il MIT: garantire l’applicazione dei principi sanciti dalla legge n. 49/2023
Come già fatto nei mesi scorsi, il CNI ribadisce la propria posizione a tutela dell’equo compenso per i professionisti coinvolti negli appalti pubblici.
Equo compenso e revisione Codice Appalti: interviene il CNI
Ne è stata occasione il tavolo tecnico del MIT, nel confronto con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini,sul correttivo al Codice dei Contratti Pubblici, al quale hanno partecipato numerose istituzioni, enti e associazioni interessati. A rappresentare il Consiglio Nazionale degli Ingegneri c’era il Consigliere Sandro Catta.
Mentre i termini per il correttivo si avvicinano sempre di più – lo stesso Salvini ha ricordato che il decreto va approvato entro il 31 dicembre 2024 - sono oltre 600 le proposte arrivate dai 74 stakeholders che hanno partecipato attivamente al confronto: tra gli argomenti più dibattuti c’è proprio quello relativo all’applicazione dell’equo compenso, punto sul quale il Ministro ha preso atto delle posizioni differenti sul tema, anticipando che si assumerà la responsabilità delle scelte.
Da una parte, infatti, ci sono le professioni tecniche, unitariamente convinte dell’applicazione dei principi sanciti dalla legge n. 49/2023 ai pubblici affidamenti; dall'altra i rappresentanti del mondo delle imprese, incomprensibilmente contrari, sottolinea il CNI, ad una norma che ha finalmente restituito dignità e valore alle professioni.
Le modifiche proposte
Durante la riunione è stato sollevato anche il dubbio se il correttivo vada inteso come un miglioramento della norma esistente o una sua riscrittura. Il Ministero ha optato per una via intermedia: alcune tematiche sono da chiarire, altre da attuare e altre ancora da rafforzare. Scendendo nel dettaglio, verrà predisposto un nuovo allegato sulla revisione dei prezzi, che includerà due metodologie di calcolo per i lavori, mentre per servizi e forniture si procederà per categorie omogenee.
Sull’equo compenso si prospetta invece una posizione di compromesso, specificando la possibilità di assoggettare i corrispettivi al ribasso in sede di gara, introducendo tuttavia dei meccanismi che ne limitino l’entità. Sottolinea Catta: “La nostra attenzione, naturalmente, è particolarmente rivolta all’applicazione dell’equo compenso. Aspettiamo di leggere il testo del Correttivo per verificare che l’interpretazione di questo principio sia effettivamente ‘equa’. Questa si rende necessaria perché una legge che ha portato dei benefici ai professionisti ora rischia di venir meno, dato che assistiamo ad un ritorno ad interpretazioni e criteri di applicazione che ci portano indietro nel tempo, quando i professionisti non erano tutelati. Inoltre, siamo particolarmente interessati all’incremento del periodo di riferimento per i requisiti per l’attività di ingegneria e architettura e attendiamo di verificare se il testo lo prevede effettivamente”.
Il Consigliere ha toccato anche altri punti quali il partenariato pubblico e privato, che va definito in ordine ai contenuti del progetto, l’eccessivo ricorso all’appalto integrato e all’accordo quadro, le gravi criticità generate dall’abuso del subappalto a cascata, l’importanza del BIM e digitalizzazione, le criticità legate ai CAM.
Infine, Catta ha sottolineato come il Consiglio Nazionale e gli Ordini professionali siano un ente pubblico rappresentativo dell’intera filiera delle costruzioni e non un’associazione di liberi professionisti, auspicando quindi un inserimento all’interno della Cabina di regia.