Affidamento servizi di ingegneria e architettura: rallenta la spinta del PNRR

Il report del Centro Studi del CNI sul secondo quadrimestre 2024: in 2 anni diminuito di oltre 600 milioni il valore delle gare

di Redazione tecnica - 22/10/2024

Perde forza la spinta propulsiva del PNRR, che ha trainato negli ultimi due anni il mercato della progettazione dei servizi di ingegneria e architettura, come confermano i dati del nuovo rapporto del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

Servizi tecnici e appalti PNRR: il nuovo report del Centro Studi CNI

Da maggio ad agosto 2024 le stazioni appaltanti hanno pubblicato gare per un importo a base d’asta complessivo, per le sole gare di progettazione ed altri servizi, pari a poco più di 304 milioni di euro, oltre 600 milioni di euro nell'arco di 2 anni. Confrontando i primi otto mesi del 2024 con lo stesso periodo del 2023, il saldo diventa positivo (615 milioni di euro complessivi) soltanto se si considera il totale complessivo degli importi a base d’asta, includendo quindi gli accordi quadro, i concorsi, i servizi ICT e le gare con esecuzione.

Circa la metà dei bandi pubblicati (il 49,8%) nel II quadrimestre 2024 presenta un importo a base d’asta maggiore di 215mila euro, confermando l’importanza e l’impegno crescente nella realizzazione e miglioramento delle grandi opere pubbliche del nostro Paese, mentre la quota di bandi con importo inferiore ai 140mila euro ricopre il 42,6% del totale.

Anomalie in oltre il 10% dei bandi

Il Centro Studi segnala che tutti i bandi segnalati sono stati analizzati dall’Osservatorio bandi della Fondazione CNI, al fine di individuare eventuali anomalie. Su 960 bandi, in 331 casi è stato necessario un approfondimento più dettagliato, che per 128 gare si è tradotto in una segnalazione di anomalia alla stazione appaltante, corredata da istanza di modifica o, in alcuni casi, di sospensione del bando. Le anomalie hanno riguardato soprattutto aspetti correlati all’equo compenso e al calcolo dell’importo a base d’asta, ma solo in 46 casi c’è stato un riscontro da parte della stazione appaltante.

Guardando alle aggiudicazioni, scende l’importo medio per tutte le tipologie di operatori, fatta eccezione per le società che vedono invece aumentare l’importo medio delle gare loro affidate. A risentirne sono soprattutto i liberi professionisti che vedono dimezzare l’importo medio delle gare ad essi affidati, passando da 104.662 euro a 52.350 euro.

Più confortante il quadro per gli ingegneri che si sono aggiudicati una gara facendo parte di una ATI o di una RTI con una società: in questo caso l’importo medio di aggiudicazione è sui livelli di quello dello stesso quadrimestre del 2023, seppur in lievissimo calo. I liberi professionisti si sono aggiudicati nel periodo maggio-agosto 2024 il 36,9 % delle gare, ma soltanto il 7,7 % degli importi. La fetta maggiore è stata aggiudicata dalle società: 44,2% delle gare e ben il 68,2% degli importi.

Inoltre, osserva il Centro Studi, all’aumentare degli importi a base d’asta diminuisce il numero di gare e l’importo aggiudicato dai liberi professionisti. Per i bandi con importo a base d’asta inferiore a 140mila euro, la quota di gare e di importi aggiudicati è rispettivamente il 62,5 % e il 61,5%. Per i bandi con importo compreso i 140mila e i 215mila euro si scende al 20% sia per la quota che per gli importi aggiudicati. Infine, per i bandi con importo maggiore di 215mila euro la percentuale degli importi aggiudicati scende oltre l’1%.

Infine, dopo diversi anni in cui il valore medio dei ribassi di gara è stato in calo progressivo, il CNI rileva nel secondo quadrimestre del 2024, un lieve incremento passando dal 21,1% del 2023 al 22,4%.

Il commento ai dati

“I dati elaborati dal Centro Studi – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNIattestano la prevedibile attenuazione degli effetti sui servizi di ingegneria e architettura che hanno avuto in questi anni provvedimenti quali i bonus edilizi e il PNRR. Se però le oscillazioni del mercato rappresentano un fattore che si può controllare fino ad un certo punto, molto si può fare per la valorizzazione del lavoro dei professionisti. Indipendentemente dalle evoluzioni del mercato, i professionisti tecnici che si occupano di progettazione hanno diritto ad un compenso equo”.

Il richiamo è al recente documento del Centro Studi, che nei giorni scorsi ha sottolineato come l’orientamento giurisprudenziale prevalente sia per l’applicazione della legge sull’equo compenso: “senza se e senza ma, ribadiamo che i compensi per le attività professionali non devono essere soggetti a ribasso rispetto ai parametri normati e che il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa va applicato sulla base di valutazioni qualitative. Solo rispettando e dando il giusto riconoscimento al lavoro dei professionisti tecnici si può garantire la qualità della progettazione, a tutto beneficio della collettività”, conclude Perrini.

Registrare una diminuzione di circa 600 milioni di euro sugli importi a base d’asta per servizi di ingegneria in due anni – sostiene Marco Ghionna, Presidente del Centro Studi - è un dato che va analizzato e compreso bene anche con approccio predittivo. Se dovesse infatti mantenersi il trend di diminuzione degli importi a base di gara banditi, od anche solo continuare costanti su questi valori, quel piccolo aumento del ribasso medio nelle gare per servizi di ingegneria rilevato oggi (+1.3%) rispetto allo stesso periodo del 2023, rischierebbe di ritornare a livelli incongrui spinti da un mercato in contrazione qualora in assenza di sistemi regolatori dei compensi professionali. Oggi invece il quadro normativo vigente sembra, pur in condizioni di mercato in evidente calo, mantenere i ribassi medi per i servizi di ingegneria entro valori capaci di salvaguardare la qualità della progettazione, il tutto a beneficio della collettività. Un altro dato interessante da osservare è quello della distribuzione delle gare in valore assoluto. Il 36,9% dei queste è in capo ai liberi professionisti, seppur con un valore economico derivato del 7,7% sul complessivo degli importi. Basta solo questo dato per comprendere quanto importante sia il lavoro dei liberi professionisti tecnici nel raggiungimento fisico degli obiettivi di sviluppo del sistema Paese”.

 

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