Equo compenso: ancora violazioni da parte delle Amministrazioni
Nuova segnalazione dei professionisti su una delibera comunale per l'adozione di una short list di tecnici disponibili a prestazioni a titolo gratuito
Sebbene in sede di correttivo del Codice Appalti 2023 si stia cercando di trovare una soluzione chiara all’applicazione dell’equo compenso nell’ambito degli affidamenti dei servizi di progettazione, si registrano ancora casi in cui la Pubblica Amministrazione chiede prestazioni professionali a titolo gratuito.
Prestazioni a titolo gratuito: la segnalazione dei professionisti
È il caso di una recente delibera della giunta comunale di Lecce, adottata per la definizione di una short list da cui individuare professionisti cui proporre prestazioni e consulenze a titolo gratuito.
Un’iniziativa contro cui sono scesi in campo, al fianco degli Ordini provinciali di Lecce nel ricorso proposto al Tar, la Fondazione Inarcassa e i Consigli Nazionali dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali, degli Architetti PPC, degli Avvocati, dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, degli Ingegneri, dei Geologi, dei Geometri e Geometri Laureati, dei Periti Industriali e Periti Industriali Laureati.
I professionisti hanno definito il comportamento dell’Amministrazione come "fortemente lesivo della dignità del lavoro dei Professionisti ed in palese contrasto con la Legge sull’Equo compenso e con l’art. 36 della Costituzione”, motivo per cui, è fondamentale che si arrivi "al ritiro o quanto meno alla sospensione dell’efficacia della delibera o alla rettifica prevedendo che i compensi per le prestazioni professionali siano calcolati ai sensi della normativa vigente in materia”.
Non solo: forte è il rammarico per il mancato confronto con gli Ordini professionali che ha portato a un provvedimento definito come “approssimativo nello stabilire le condizioni di affidamento di un incarico professionale a titolo gratuito, rappresentando una deriva preoccupante in merito all’effettiva applicazione della legge 49/2023 a discapito della certezza del diritto e della uniformità di comportamento delle stazioni appaltanti”.
Da qui la richiesta, anche alla luce della azione giudiziaria avviata dagli Ordini locali, di ritiro della delibera da parte della Giunta comunale, o quanto meno di sospensione dell’efficacia oppure, ancora, di una rettifica, calcolando i compensi per le prestazioni professionali ai sensi della normativa vigente in materia.