Equo compenso e appalti pubblici: introdurre criteri qualitativi
La proposta dei professionisti: sì a criteri che vadano oltre il mero aspetto economico, valutando le qualità professionali si garantiscono spazi pubblici migliori
Sebbene il correttivo al Codice dei Contratti Pubblici sia stato già approvato - fermo restando che deve adesso passare al vaglio del Parlamento - il tema dell'equo compenso continua a tenere banco tra i professionisti, soprattutto in considerazione dei diversi orientamenti della giurisprudenza in materia, come dimostrano alcune recenti sentenze.
Equo compenso: l'importanza dei criteri qualitativi negli affidamenti pubblici
A tornare sull’argomento sono adesso alcuni Ordini degli Architetti PCC provinciali, con una nota congiunta a firma del Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Asti, Raffaele Fusco, del Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Bologna, Marco Filippucci, del Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Mantova, Cristiano Guernieri, del Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Milano, Federico Aldini, del Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, Alessandro Panci e del Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Torino, Maria Cristina Milanese, nella quale si evidenzia come l’equo compenso non rappresenti soltanto una questione economica, ma che sia necessario anche considerare la qualità delle competenze specialistiche e l’esperienza, elementi che incidono direttamente sulla qualità dell’opera da realizzare.
Per i professionisti, che offrono servizi di pubblica utilità, la valutazione nelle gare non può ridursi a una competizione sui costi, ma è necessario garantire uno standard qualitativo elevato, con l’introduzione di criteri che vadano oltre il mero aspetto economico, come elenchi professionali che attestino competenze specifiche e qualificazioni settoriali: “Un’adeguata selezione basata su tali competenze, verificabili anche tramite gli Ordini professionali, può favorire una scelta che premi la qualità dell’intervento, anche attraverso lo strumento del concorso di progettazione, che contiene naturalmente in sé l’equità del percorso e delle pari opportunità”.
Il limite ai ribassi non basta
Sebbene si esprima apprezzamento sul limite ai ribassi introdotto dal correttivo per evitare offerte eccessivamente basse che potrebbero compromettere la qualità progettuale, un processo di selezione basato solo sul prezzo resta inadeguato: "Le gare devono evolversi verso parametri qualitativi ben definiti, che includano formazione, competenza e capacità professionale, al fine di garantire l’elevato livello richiesto dai progetti pubblici”.
L’equo compenso non può ridursi alla regolamentazione dei ribassi consentiti, come il 20% per incarichi diretti o il 35% sopra i 140 mila euro: “Definire equità implica considerare il valore delle competenze specialistiche e l’impegno necessario.Parlare solo di percentuali rischia di distorcere il concetto di equità, trasformando l’equo compenso in una questione puramente economica".
I concorsi di progettazione come parametro qualitativo
Una delle soluzioni percorribili, diventando il percorso principale di affidamento, è il concorso di progettazione: “uno strumento che può offrire la qualità a cui arrivare portando l’attenzione non sul prezzo, ma sul progetto dell’opera”.
L’invito è quindi alla collaborazione tra amministrazioni pubbliche, istituzioni e Ordini professionali “per individuare parametri adeguati che garantiscano compensi equi e rispettosi del valore dei professionisti, promuovendo così l’interesse del cittadino e la qualità delle opere pubbliche”, concludono i Presidenti.