Superbonus e bonus edilizi: ecco i dati aggiornati su cessione del credito e sconto in fattura
In risposta da una interrogazione alla Camera, il Ministero dell’Economia e delle Finanze fornisce i dati aggiornati relativi all’utilizzo del superbonus e degli altri bonus edilizi con opzioni alternative
Qual è, ad oggi, per ciascuna tipologia di bonus edilizio e distinguendo il dato per anno di maturazione, l'ammontare complessivo dei crediti compensati rispetto al totale dei crediti maturati nonché l'ammontare dei crediti residui che non possono essere più utilizzati in compensazione o ceduti a terzi?
È la domanda posta in VI Commissione Finanze alla Camera dei Deputati da Emiliano Fenu (M5S) a cui ha risposto lo scorso 15 ottobre la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze Lucia Albano.
Crediti utilizzati e incagliati: l’interrogazione
Di seguito il testo completo dell’interrogazione del deputato Fenu.
Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
- con riferimento ai crediti edilizi cosiddetti «incagliati» che non vengono utilizzati direttamente dal titolare né ceduti a terzi, il cui ammontare è stato oggetto di molteplici interrogazioni parlamentari, è stato sempre evidenziato come non sia possibile determinare «la quota di crediti ancora classificati come incagliati» in quanto l'Agenzia delle entrate non è a conoscenza delle motivazioni per cui un certo credito non venga ceduto a terzi o non venga utilizzato;
- in altre parole, non è noto se il soggetto detenga il credito per scelta consapevole oppure perché non possa utilizzarlo in compensazione tramite modello F24 o non trovi altri soggetti disponibili ad acquistarlo;
- nella recente risposta all'interrogazione 3-01011 del 21 marzo 2024, presentata al Senato, il Ministero dell'economia e delle finanze ha invece precisato che per quanto riguarda la questione dei cosiddetti incagliati le quote di crediti riferibili alle annualità scadute indicano che la perdita è molto contenuta e definita da Eurostat come trascurabile ai fini della classificazione statistica e che la stessa potrebbe essere riconducibile al fenomeno delle frodi e dei crediti illegittimi;
- in buona sostanza, da quanto può desumersi dalla richiamata risposta, i crediti d'imposta risulterebbero quasi interamente compensati, fatta eccezione per una quota da considerarsi «trascurabile» alla luce e ai fini della classificazione Eurostat;
- va ricordato che, secondo l'ultimo dato fornito dall'Agenzia delle entrate, in risposta all'interrogazione 5-01625 dello scorso 14 novembre, dal 15 ottobre 2020 al 14 novembre 2023 risultavano cessioni di crediti surperbonus (eco e sisma) per complessivi 105 miliardi, di cui regolarmente compensati (sulla base delle rate maturate) 18,3 miliardi, con un residuo di 1,7 miliardi circa riferito alle rate dell'anno 2023. Quanto agli altri bonus edilizi, alla medesima data risultavano cessioni di crediti per complessivi 54 miliardi, di cui regolarmente compensati (sulla base delle rate maturate) 7,16 miliardi, con un residuo di 793 milioni di euro circa riferito alle rate dell'anno 2023 –:
quale sia ad oggi, per ciascuna tipologia di bonus e distinguendo il dato per anno di maturazione, l'ammontare complessivo dei crediti compensati rispetto al totale dei crediti maturati nonché l'ammontare dei crediti residui che non possono essere più utilizzati in compensazione o ceduti a terzi.
La risposta del MEF
In risposta all’interrogazione, il sottosegretario al MEF Lucia Albano ha fornito i dati relativi alle prime cessioni e agli sconti in fattura, riepilogati nel seguente prospetto.
La replica
Il Deputato FENU, replicando, ha sottolineato che, all’approssimarsi di una manovra che richiede nuovi sacrifici agli italiani, l’argomento superbonusè stato nuovamente posto al centro dell’attenzione dalle forze di maggioranza e dal Governo. I dati di recente forniti dalla Banca d’Italia confermano invece che l’aumento del debito pubblico non è legato alle spese per il superbonus, individuando al contrario tra i fattori di maggior peso gli ingenti costi delle amministrazioni centrali.
Fenu ha richiamato, inoltre, le scelte operate dalla maggioranza in ordine all’utilizzo degli avanzi di bilancio, impiegati, tra l’altro, per far fronte alle spese sui cambi dei titoli di Stato, evidenziando come, anche alla luce di tali scelte, non appaia corretto attribuire alla misura del superbonus il tanto lamentato impatto negativo sul debito pubblico.