DDL Bilancio 2025: per ANCE troppe criticità per il settore costruzioni
Preoccupazione sui possibili effetti della manovra: cantieri a rischio blocco e poche risorse per infrastrutture e sicurezza territoriale
L’attuale ddl di Bilancio 2025 presenta aspetti critici, con rischi significativi per la crescita economica del Paese, legati a scelte che potrebbero frenare gravemente il settore delle costruzioni in Italia.
DDL di Bilancio 2025: critiche da ANCE sui tagli
Sono diverse le perplessità e le preoccupazioni espresse dalla presidente dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), Federica Brancaccio, nel corso dell’audizione presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, sul DDL 2112/C, soprattutto in relazione all’assenza di proroghe sulle misure contro il caro materiali, con la possibile compromissione dei cantieri attualmente aperti.
La manovra, di fatto, penalizzerebbe uno dei settori trainanti dell’economia italiana negli ultimi 3 anni, che ha visto crescere il PIL più di altri Paesi europei del calibro di Francia e Germania (+14,8%, di cui un terzo grazie al settore delle costruzioni).
Le aree di intervento
Fatte queste premesse, ANCE ha individuato quattro aree strategiche su cui è prioritario intervenire, inserendo dei correttivi all’attuale DDL:
- Casa
- Messa in sicurezza del territorio
- Riqualificazione del patrimonio immobiliare
- Ammodernamento infrastrutturale con il PNRR
Si tratta di 4 ambiti in cui si evidenzia un cospicuo taglio delle risorse, a cominciare dalla riduzione delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa, che ANCE definisce come “un passo indietro, soprattutto per i giovani”, così come l’assenza di finanziamenti adeguati per il Piano Casa Italia.
Stesso discorso per la messa in sicurezza del territorio: se il Fondo per la ricostruzione è un passo avanti, allo stesso tempo sono necessari degli interventi di prevenzione del rischio idrogeologico, anche alla luce dei recenti eventi atmosferici.
Altra nota dolente, i pochi incentivi per la riqualificazione energetica e strutturale degli edifici, lasciando irrisolti i requisiti della Direttiva Green. Non solo: la revisione al ribasso delle aliquote di detrazione rappresenta un rischio concreto di alimentare il lavoro in nero e minare la sicurezza dei lavoratori e la competitività del settore.
E ancora, a preoccupare la riduzione degli investimenti pubblici, in particolare per le infrastrutture, in particolare quelle di competenza egli enti territoriali. Per ANCE è anche concreto il rischio che il Patto di stabilità possa portare ulteriori tagli, ostacolando la crescita infrastrutturale essenziale per il Paese.
Il problema del caro materiali
L’audizione è stata l’occasione per ricordare come uno dei principali ostacoli al proseguimento dei cantieri in Italia sia il costo elevato dei materiali, ancora sopra i livelli di 3-4 anni fa. Proprio per questo motivo è necessario, per ANCE prorogare le misure di sostegno sui costi, con l’obiettivo di evitare il blocco dei cantieri dal prossimo gennaio e garantire la realizzazione degli investimenti previsti, sia per il PNRR sia per le infrastrutture pubbliche.
I numeri a supporto della propria tesi non sono per nulla confortanti: secondo le stime dell’Associazione, il blocco dei cantieri potrebbe portare alla perdita di oltre 10 miliardi di investimenti nel 2025, influendo negativamente sulla crescita e compromettendo le rate previste dal PNRR.
Nessun dubbio quindi sul fatto che sia necessario garantire una maggiore stabilità finanziaria e accelerare gli investimenti infrastrutturali attraverso una gestione più efficiente dei fondi.