Superbonus: il ministro Giorgetti sulla tassazione delle plusvalenze
Intervento del ministro durante il question time alla Camera: la norma introdotta con la legge di Bilancio 2024 non è retroattiva nè iniqua
Non è arretrato di un centimetro sulle proprie posizioni in materia di tassazione delle plusvalenze derivanti da cessioni a titolo oneroso di immobili oggetto di Superbonus il ministro Giancarlo Giorgetti, in risposta all’interrogazione dell’on. Mauro Del Barba n. 3-01555.
Tassazione plusvalenze Superbonus: nuova interrogazione al ministro Giorgetti
Questi i punti principali dell’interrogazione presentata dal deputato:
- la nuova tassazione introdotta, soprattutto per chi possiede immobili da lungo tempo e ha fatto ricorso al superbonus, comporta il più delle volte un importo della plusvalenza di gran lunga superiore all'importo dell'agevolazione ricevuta;
- la normativa introduce un nuovo presupposto fiscale con effetti potenzialmente retroattivi sui contribuenti per scelte effettuate prima della sua entrata in vigore, mettendo potenzialmente in crisi il principio del legittimo affidamento tra cittadini e amministrazione pubblica, poiché modifica condizioni che i contribuenti consideravano stabili e su cui avevano fondato le proprie decisioni di investimento;
- la norma reca con sé un rischio di disparità fiscale, poiché immobili simili per tipologia e ubicazione potrebbero essere tassati in modo diverso, penalizzando ingiustamente coloro che hanno investito in miglioramenti energetici e strutturali;
- le ripercussioni di questa misura sul mercato immobiliare potrebbero comportare un elevato rischio di contrazione delle compravendite, in quanto essa disincentiva, di fatto, la cessione di immobili ristrutturati con il superbonus, poiché i venditori rischiano di pagare plusvalenze più elevate rispetto al beneficio fiscale ricevuto, soprattutto in casi in cui il prezzo d'acquisto risale a tempi lontani.
Da qui le richieste al Ministro sulla valutazione dell'impatto economico di tale normativa sul mercato immobiliare e sull’opportunità di adottare iniziative normative volte a rivedere le disposizioni, proprio per evitare effetti retroattivi lesivi del legittimo affidamento dei contribuenti e garantire maggiore equità fiscale tra immobili simili.
In fase di question time, Del Barba ha anche ribadito che, sebbene fosse necessario procedere con decisione per fermare l’emorragia nei conti dello Stato, anche con il blocco delle cessioni del credito, ciò però non giustifica l’accanimento verso i contribuenti che hanno utilizzato il superbonus, creando gli “incagliati” e dando luogo a una supertassa: “Questo non è corretto dal punto di vista del legittimo affidamento, dal punto di vista della discriminazione tra casi analoghi e dal punto di vista dell'eccessiva tassazione”.
La risposta di Giorgetti
Ricorda il Ministro che la disciplina introdotta all'articolo 1, commi 64-67, della Legge di Bilancio 2024 ha previsto una nuova ipotesi di plusvalenze immobiliari imponibili derivanti dalle cessioni di immobili oggetto degli interventi ammessi al superbonus.
Secondo Giorgetti, la presunta retroattività della normativa di cui ha parlato Del Barba nella sua interrogazione non è corretta in quanto:
- le nuove norme si applicano alle cessioni poste in essere a decorrere dal 1° gennaio 2024, ovvero alle cessioni poste in essere dal momento dell'entrata in vigore della legge di bilancio e non in momenti antecedenti;
- la nuova plusvalenza immobiliare non è direttamente collegata agli interventi agevolati realizzati sull'immobile, ma colpisce un presupposto impositivo diverso e successivo ad essi, ossia la cessione del bene effettuata entro limiti temporali ben delineati.
Spiega il Ministro che la plusvalenza in esame va a colpire, in linea di principio, i beni che, a parità di condizioni iniziali, hanno visto incrementare il proprio valore di mercato proprio grazie al superbonus o i beni che, a parità di condizioni finali, hanno fruito di un importante beneficio fiscale rappresentato dal mancato sostenimento delle spese per la realizzazione degli interventi, in quanto hanno optato per le opzioni dello sconto in fattura o della cessione del credito.
Inoltre, proprio per non penalizzare indebitamente chi ha usufruito del bonus, ma aveva acquistato l'immobile in periodi antecedenti anche di molti anni, è stato espressamente previsto che il prezzo di acquisto o il costo di costruzione sia rivalutato in base alle variazioni dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
Conclude quindi Giorgetti ribadendo che la disciplina introdotta, lungi dal generare una disparità di trattamento fiscale, sia piuttosto diretta a evitare ingiustificati vantaggi per chi ha potuto usufruire di un aumento di valore dell'immobile per effetto di quello che è stato un generosissimo contributo da parte dello Stato.
La nuova replica di Del Barba
Alla risposta del Ministro, Del Barba ha ribattuto come quanto presentato nella propria interrogazione non rappresenta un parere personale, ma resprime il punto di vista di agenti immobiliari, notariato e geometri, che hanno partecipato a tavoli tecnici in Parlamento.
Non solo: Del Barba ha ribadito il legame tra retroattività e legittimo affidamento, ribadendo che le scelte del contribuente di investire nel proprio immobile secondo le finalità di una legge dello Stato che erano la ripresa dell'economia e finalità di tipo ambientale, siano state poi “tradite” in termini di legittimo affidamento nel momento in cui sia stata prevista la tassazione dell’intervento.
E ha affidato a un esempio la discriminazione e l'eccessiva tassazione legata agli interventi Superbonus: “Chiamiamo due fratelli Romolo e Remo, che acquistano quarant'anni fa due casette al mare, seconde case, cosa che ci vedeva contrari, però questo è il fatto. Romolo decide di usare il superbonus e cambiare la caldaia a gasolio con una pompa di calore e spende 30mila euro. Remo, che ha avuto una proposta di acquisto da un russo, decide di mettere delle porcellane rosa nel bagno e spende 30mila euro. Remo le paga lui, Romolo ha 30mila euro dallo Stato. Tutti e due vendono e tutti e due hanno una plusvalenza di 400mila euro, al prezzo di mercato. Remo, che ha messo nel bagno la porcellana rosa, non paga nulla. Anche Romolo non avrebbe dovuto pagare nulla, ma arriva lei che gli fa pagare cinque volte quello che ha avuto dal superbonus. Gli fa pagare una tassa cinque volte superiore al beneficio che ha ottenuto per cambiare la caldaia a gasolio e mettere la pompa di calore. È questo che ritengo eccessivo, discriminatorio, retroattivo e che leda il legittimo affidamento”, conclude.